Internet viaggia veloce al di fuori della Terra e la NASA usa i social sempre più approfonditamente per avvicinare sempre più persone alla meraviglia dello spazio. L’ultimo appuntamento è andato in onda ieri in diretta Snapchat: per un giorno intero, l’agenzia spaziale statunitense ha condiviso tutto ciò che si può quotidianamente vivere a bordo della ISS – Stazione Spaziale Internazionale – con un live condito da foto, video e curiosità a bizzeffe sulla vita a bordo della più costosa costruzione mai realizzata dall’uomo. Il responsabile è stato Tim Kopra (Comandante della Expedition 47) e nella Live Story, si è davvero sbizzarrito per tutti e 16 i tramonti e albe che la ISS ha attraversato.
A proposito di vita nello spazio, cosa succede al corpo umano dopo un anno a gravità zero? La NASA ha spiegato tutto con un’infografica e un esperimento davvero suggestivo prendendo come esempio l’astronauta Scott Kelly, che dallo scorso Marzo 2015 è rimasto a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per rimanerci quasi dodici mesi precisi, 342 giorni a dirla tutta. Nell’infografica che trovate qui sopra potete scoprire cosa è capitato alla sua struttura corporea così come cosa hanno visto i suoi occhi che per 51 anni erano stati (quasi sempre) abituati al limite del cielo. Ricordiamo peraltro che il gemello Mark era rimasto invece a terra per un confronto mai provato prima.
Cosa ha vissuto il 51enne? Quello che vivrebbe ogni passeggero sulla ISS che vedrà ogni 90 minuti un giro intorno alla Terra, 10944 volte il sorgere e il tramontare del sole, 32 volte al giorno, si impegnerà per 700 ore di esercizi per il fisico percorrendo 1100 km sul tappeto, berrà 730 litri di acqua che sono ovviamente riciclati dai liquidi corporei come urina, sudore e persino sangue. Andrà di corpo producendo circa 81 chilogrammi che però verrano gradualmente espulsi e lasciati bruciare nell’atmosfera. Orbiterà 5472 volte intorno al pianeta per 228 milioni di Km ossia più della distanza tra la Terra e il Sole.
I preparativi dell’esperimento
Marzo 2015 – La NASA sta lavorando a uno degli esperimenti più bizzarri e allo stesso tempo interessanti della propria storia: no, non riguarda inseguimento e esplorazione di comete, specchi sulla Luna, eclissi simulate o quant’altro. Riguarda due persone e la reazione del loro organismo: il primo si chiama Scott Kelly e starà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale per un anno, dopo essere partito in compagnia del collega cosmonauta russo Mikhail Kornienko grazie alla Soyuz. Il secondo, Mark Scott, è suo fratello gemello e ora è in pensione: rimarrà bello tranquillo a casa sua. Al termine della missione di Scott, che durerà un anno intero, entrambi saranno sottoposti a studi approfonditi che andranno a comprendere cosa capita durante una così lunga permanenza in orbita. Ovviamente l’ispirazione arriva dritta dal paradosso dei gemelli di Einstein.
L’esperimento parte dal presupposto che entrambi sono astronauti e soprattutto che sono gemelli identici con identico DNA. La missione è partita lo scorso mese (a Marzo) e ha visto dunque Scott unirsi al collega russo Mikhail Kornienko sulla Soyuz per raggiungere la ISS dove soggiornerà per un anno intero. Nello stesso periodo, il fratello Mark continuerà la propria vita quotidiana sulla Terra. L’esperimento non avrà dunque niente di particolare se non “vivere” sulla Terra e nello spazio per un anno e confrontare cosa cambia nell’organismo in determinate condizioni e interagendo con determinati elementi (vedi sotto). È il primo esperimento dei questo tipo e potrebbe svelare in modo più profondo gli effetti sul corpo umano dopo una lunga permanenza nello spazio, a 7600 metri al secondo sulla più costosa costruzione della storia dell’umanità.
Saranno monitorati in tempo reale durante l’anno, confrontando i dati con gli esami preliminari e a quelli ai quali saranno sottoposti al termine dell’avventura. Craig Kundrot della NASA e a capo dello Human Research Program al Johnson Space Center commenta: “Per la prima volta saremo in grado di testare due individui geneticamente identici“. L’idea parte dal paradosso dei gemelli di Albert Einstein che dice che se una persona viaggia prossimo alla velocità della luce verso lo spazio profondo, quando ritornerà sulla Terra sarà più giovane del fratello gemello che è rimasto in poltrona sulla Terra. Ovviamente non è possibile spingere la ISS alla velocità della luce, tuttavia alcuni effetti potrebbero risultare apprezzabili anche se inversi al paradosso stesso.
Sono in programma 10 esperimenti differenti, tutti molto affascinanti. “Sappiamo che il sistema immunitario umano cambia nello spazio, non è così forte come sulla Terra. In un test Mark e Scott assumeranno un identico vaccino anti-influenza e vedremo come il loro organismo reagirà – ha spiegato Kundrot – In un altro esperimento si osserveranno i batteri intestinali. In un altro ancora il peggioramento della vista a gravità zero e la “nebbia spaziale” ossia una sorta di rallentamento delle capacità cognitive. Infine studieremo i telomeri (i cappucci al termine del DNA umano NDR) perché nello spazio potrebbero danneggiarsi più velocemente a causa dei raggi cosmici e dunque causerebbero invecchiamento precoce“. Il contrario del paradosso, insomma. Questi test serviranno per capire meglio come il nostro corpo reagisce allo spazio, per missioni future sempre più sicure e quanto più possibile confortevoli, verso nuovi obiettivi da esplorare.
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