L’ambizione della NASA non si ferma affatto, anzi cresce sempre di più: insieme a Darpa, infatti, sta progettando razzo spaziale a propulsione nucleare che dovrà permettere loro di viaggiare nello spazio e di raggiungere Marte. Finalmente, quindi, potremo sapere con assoluta certezza com’è fatto da vicino il Pianeta Rosso.
C’è vita su Marte? Questa è la tipica domanda da un milione di euro che moltissime persone si pongono da tempo immemore. Lasciando da parte teorie complottiste e avvistamenti di Ufo vari in giro per il mondo, c’è da dire che la superficie del Pianeta Rosso è stata per anni oggetto di studi e approfondimenti. Questo presenta delle caratteristiche che lo rendono poi non così tanto diverso dalla Terra: vi sono dei cicli stagionali – e gli studiosi lo hanno scoperto grazie alle calotte polari che periodicamente avanzano e si ritirano – presentano un’inclinazione dell’asse di rotazione abbastanza simile alla nostra e presentano altre somiglianze impressionanti, come la stessa durata del giorno e dell’anno siderale. Tutte queste consapevolezze ovviamente hanno fatto sorgere il dubbio che su Marte potesse esserci davvero vita, ma attenzione: quasi dieci anni fa, la NASA ha chiarito questo aspetto già, affermando che sul Pianeta potesse esserci stati in passato una condizione ottimale per lo sviluppo di microrganismi. A dare qualche informazione in più, poi, è stata l’analisi di un campione di roccia raccolto dal rover Curiosity, che ha in pratica confermato in un certo senso questa ipotesi. Oggi, però, gli studiosi vogliono di più: vorrebbero sapere cosa c’è davvero su Marte, vorrebbero poterlo analizzare, studiare da vicino e non più solo osservandolo da lontano. Ecco che quindi la NASA insieme a Darpa sta per mettere a punto un razzo spaziale a propulsione nucleare, che dovrà facilitare il viaggio dalla Terra al Pianeta Rosso.
La NASA vuole raggiungere Marte
Gli USA si preparano a sbarcare su Marte: la Nasa ha annunciato una collaborazione con Darpa – (Defense Advanced Research Projects Agency) – al fine di progettare razzo spaziale a propulsione nucleare che dovrà proprio permettere di viaggiare nello spazio e raggiungere il Pianeta. E chissà che magari finalmente scopriremo se è vero che “c’è vita su Marte”.
Questa iniziativa rientra nel programma Draco (Demonstration Rocket for Agile Cislunar Operations), finalizzato proprio alla messa a punto di questo “mezzo”. In sostanza questa cooperazione – la stessa che già tempo fa aveva dato vita, tra le altre cose al razzo Saturn V delle missioni Apollo – permetterà alla Nasa di riprendere i test che aveva interrotto 50 anni fa, che avevano già all’epoca il chiaro scopo di facilitare il trasporto spaziale.
Come ha affermato Bill Nelson, amministratore Nasa, la collaborazione con Darpa nasce al fine di “sviluppare e testare la tecnologia di propulsione nucleare termica già nel 2027. (…) Con l’aiuto di questa nuova tecnologia gli astronauti potranno viaggiare da e verso lo spazio profondo più velocemente: capacità importante per preparare le missioni con equipaggio su Marte”.
Molte persone però si chiedono come mai sia stato scelto per questo arduo compito proprio il razzo spaziale a propulsione nucleare.
Quello che sappiamo sul razzo
Abbiamo detto che a essere scelto come mezzo per l’ambiziosissimo iter verso Marte è il razzo spaziale a propulsione nucleare: ma cos’è esattamente? Si tratta in pratica di un sistema che sfrutta un reattore a fissione per generare altissime temperature. Questo genera calore, che a sua volta “alimenta” un propellente liquido – cioè la tipica sostanza chimica che viene usata per la propulsione di un razzo – che a sua volta si espande e viene espulso attraverso l’ugello, che produce la spinta: tutto questo passaggio dell’alta temperatura fa muovere il veicolo.
Rispetto alle tecnologie di propulsione spaziale convenzionali, questa offre un elevato rapporto spinta/peso – parliamo di un valore superiore di circa 10.000 volte rispetto alla propulsione elettrica – e anche un impulso specifico da due a cinque volte maggiore rispetto alla propulsione chimica nello spazio.
Ma perché è stato scelto proprio un razzo nucleare termico? Fermo restando che questo razzo può essere fino a tre volte più efficiente di quelli convenzionali a propulsione chimica, i suoi vantaggi sono diversi, ma possiamo riassumerli così: da un lato vi sono tempi di viaggio inferiori – cosa che si rivela ottima considerando che il percorso fino a Marte è lunghissimo e questo fa sì che sia necessario avere a disposizione maggiori rifornimenti e sistemi più robusti – dall’altro vi è un beneficio per i protagonisti del “viaggio”, gli astronauti, che in questo modo corrono meno rischi, mentre nel mezzo vi è la maggiore capacità di carico di materiale scientifico a bordo (che è fondamentale, per ovvi motivi), che si aggiunge alla maggiore quantità di energia disponibile per gli strumenti e le comunicazioni.
C’è da dire che la NASA, non a caso, studiava da anni razzi simili, senza però riuscire a mettere in piedi un prototipo funzionante, cosa che rende il sapore di questa “conquista” ancora più dolce.