È iniziato questa mattina – poco dopo le 8 – lo sbarco degli 89 migranti tratti in salvo dagli operatori della nave Rise Above, l’imbarcazione della Ong Mission Lifeline, che da giorni era in attesa dell’assegnazione di un porto.
Resta invece alta la tensione a Catania, dove decine di persone – salvate dalla Humanity 1 e dalla Geo Barents – sono ancora sulle due navi, in attesa che gli venga concesso di sbarcare. E cresce lo scontro sia a livello legale che politico.
Si è concluso nel giro di un’ora lo sbarco degli 89 naufraghi ‘stipati’ a bordo della Rise Above, l’imbarcazione dell’Organizzazione non governativa Mission Lifeline, che da ormai diversi giorni erano in attesa di un approdo sulla terraferma. Stando alle informazioni fornite dalla Ong, il gruppo di migranti che è stato fatto sbarcare è composto da 55 adulti e 34 minori, 3 dei quali hanno soltanto pochi mesi di vita. Tutti provengono da Guinea, Tunisia, Burkina Faso, Camerun ed Egitto.
I naufraghi sono stati trasferiti nella palestra della scuola Boccioni di Gallico, in attesa che si decida la loro destinazione definitiva. A differenza di quanto sta accadendo lungo le coste siciliane, lo sbarco della Rise Above è stato possibile (o, quantomeno, gli è stata trovata una giustificazione per non consentire lo sbarco completo della Humanity 1 e della Geo Barents) perché è un evento Sar. Con il termine “Ricerca e Soccorso” ci si riferisce alle operazioni di salvataggio condotte da personale marittimo e aereo per la salvaguardia della vita umana. Ogni Paese stabilisce la propria “zona SAR” e in quell’area di competenza è tenuto a prestare soccorso.
Intanto non si placa la tensione a Catania, dove decine di persone – salvate dalla Humanity 1 e Geo Barents – sono ancora sulle navi, in attesa che venga concesso loro un approdo sicuro. I legali della Humanity 1 hanno presentato ricorso al Tribunale civile di Catania, per chiedere lo sbarco immediato dei migranti a bordo delle due imbarcazioni.
È ancora in presentazione il ricorso che sarà invece affidato al Tribunale amministrativo regionale del Lazio contro la disposizione – che non ha scadenza – che impone al comandante della Humanity 1 di lasciare il porto di Catania con i migranti a bordo.
Le 35 persone ancora presenti sulla nave Humanity 1, dopo che 144 sono state fatte scendere – tra tensioni e mancati blocchi – hanno tutte chiesto, con domanda già presentata, il riconoscimento del loro status di profughi e, inoltre, trattandosi di naufraghi che sono stati soccorsi durante un intervento in mare, le operazioni di salvataggio, come prevedono le norme internazionali (ex articolo 700), vanno concluse.
La situazione resta alquanto tesa anche a bordo della Geo Barents. Nelle scorse ore due migranti si sono buttati in mare, seguiti da un terzo naufrago che si è tuffato nel tentativo dii salvarli. I tre sono stati soccorsi e riportati a bordo.
“La situazione è molto tesa, le persone non capiscono perché gli altri siano sbarcati e loro no. Non possiamo dare loro risposte e allora l’ansia cresce, i conflitti crescono. Si buttano in acqua, una situazione che purtroppo vedremo molto spesso”
ha spiegato Juan Matias Gil, capo missione della Geo Barents.
Lo scontro legale fa da capolino allo scontro politico. Da un lato l’opposizione attacca “l’inumanità” del governo, mentre Matteo Salvini replica:
“Questi sono viaggi organizzati, bisogna stroncare questo traffico di esseri umani”.
Il ministro dell’Interno – Matteo Piantedosi – dal canto suo prova a tracciare la linea del Viminale. u quella che è la linea del Viminale.
“Ci stiamo comportando con umanità ma anche con fermezza sui nostri principi e in tal senso impronteremo le prossime azioni. Stiamo lavorando sia sui tavoli europei che nazionali. L’Italia non farà mancare a nessuno l’assistenza umanitaria”.
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