Consiglio superiore della magistratura: la prossima settimana l’elezione dei dieci membri laici in Parlamento riunito in seduta comune.
Non c’è accordo tra maggioranza e opposizione. Il Consiglio dovrà ritrovarsi e lasciarsi alle spalle tutti gli scandali che lo hanno travolto negli ultimi anni.
Il CSM si rinnova e, dopo molti rinvii dei lavori, finalmente è stato calendarizzato in Aula. Tra poco più di una settimana, precisamente il prossimo 17 gennaio, di martedì, il Parlamento si riunirà in seduta comune per eleggerne i membri laici. Vediamo allora che cosa significano le Camere riunite e che cosa prevede l’iter.
Il CSM, acronimo che sta per Consiglio superiore della magistratura, è l’organo di autogoverno dei magistrati. È presieduto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ne è membro di diritto, al pari del Primo Presidente della Cassazione e dell’ivi Procuratore Generale. Ha rilevanza costituzionale e è fondamentale come garanzia dell’autonomia e indipendenza dei magistrati ordinari.
Dopo la riforma voluta dall’ex guardasigilli Marta Cartabia, il CSM è salito da 24 a 30 membri. Come previsto dall’articolo 104 della Costituzione, i componenti sono eletti per 2/3 da tutti i magistrati ordinari tra gli appartenenti alle varie categorie e per 1/3 dal Parlamento in seduta comune. I primi vengono chiamati togati mentre i secondi, ovvero i nuovi dieci membri che saranno eletti la prossima settimana, sono appunto identificati come laici. Questo perché sono scelti tra professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno quindici anni di attività alle spalle. Resteranno successivamente in carica per 4 anni.
Dopo le designazioni, il CSM eleggerà un vicepresidente tra i componenti eletti dal Parlamento. Il numero 2 del Consiglio ha un ruolo cruciale, perché è chiamato a sostituire il presidente, qualora egli fosse assente o impossibilitato a causa di impedimenti o altri impegni (come è possibile che sia, visto che è anche Capo di Stato, delle forze armate e presiede il Consiglio supremo di difesa).
Da notare come il Parlamento si riunisca in seduta comune solo in pochi e specifici casi previsti dalla Costituzione. Le Camere si riuniscono, oltre che per l’elezione di parte del CSM, solamente per l’elezione del Capo dello Stato e per ascoltarne il suo giuramento, per la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica e per l’elezione di cinque giudici della Corte Costituzionale.
Attualmente in lizza per il Consiglio si sono autocandidati in ben 145 per dieci posti. Il conteggio sul sito della Camera è però fermo all’ultimo aggiornamento che risale al 5 gennaio. Tra questi figurano anche ex azzurri Pecorella, Della Valle e Vitali. C’è Lo Presti in area FdI, l’ex Pd Passigli e il radicale Rossodivita. Poi ci sono alcuni avvocati di casi di cronaca illustri come Valter Biscotti, legale del caso Sarah Scazzi e Meredith Kercher, Lorenzo Borrè che difende la moglie del deputato dei Verdi-Sinistra Soumahoro e ancora Ivano Iai che difese il monsignor Becciu.
La partita è, nemmeno a dirlo, una questione politica che misurerà i rapporti di forza soprattutto delle opposizioni. Per il momento non c’è accordo con la maggioranza. Secondo indiscrezioni di stampa, potrebbe essere candidata all’ultimo momento disponibile la stessa ex ministra della Giustizia Cartabia, nel tentativo di concorrere alla vicepresidenza. Lei fu tra l’altro la prima donna a presiedere la Consulta. Il nome sarebbe gradito al Quirinale.
D’obbligo ricordare come la composizione del nuovo CSM dovrà ridare credibilità all’organo, che negli ultimi anni è stato travolto da innumerevoli scandali.
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