Durante i giorni passati l’Agenzia delle Entrate ha realizzato un taglio del credito d’imposta per il bonus acqua potabile riducendosi al 17,9%.
Inizialmente il credito d’imposta era stato pensato al 50% per essere poi ridotto a causa delle numerose domande giunte.
Numerosi sono stati coloro che hanno aderito al bonus acqua potabile. Infatti, a causa delle numerose domande, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di limitare tale beneficio. Inizialmente gli esperti avevano previsto un taglio il quale nei giorni passati è arrivato attraverso un provvedimento reso pubblico dall’Agenzia delle entrate.
Il credito d’imposta si riduce così dal 50% al 17,9%. Ricordiamo che il bonus acqua potabile non è altro che un contributo che è stato aggiunto all’interno della manovra del 2021 per essere poi prorogato dalla legge di bilancio del 2022 il cui scopo è quello di “razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il consumo di contenitori di plastica”.
Un bonus che all’inizio era stato studiato come un credito d’imposta pari al 50% di tutte le spese che i cittadini avevano portato avanti dal 2021 alla fine del 2023 per acquistare sistemi di filtraggio, raffreddamento, mineralizzazione e addizione di anidrite carbonica alimentare al fine di migliorare la qualità dell’acqua per uso umano.
In ogni caso però nel provvedimento che ha il compito di regolare il bonus, è possibile leggere che questo beneficio sarà erogato “in misura ridotta rispetto a quella prevista dalla norma qualora l’ammontare complessivo del credito d’imposta derivante dalle comunicazioni validamente presentate risultasse superiore alle risorse stanziate per ciascun anno”. In poche parole, l’importo totale del credito deve essere calcolato ogni anno in base al numero di domande giunte e alle risorse messe a disposizione così che possa essere sfruttato da tutti i richiedenti.
In base a ciò che spiega l’Agenzia delle Entrate, per il 2023 “l’ammontare complessivo dei crediti d’imposta richiesti in base alle comunicazioni validamente presentate dal 1° febbraio 2023 al 28 febbraio 2023, con riferimento alle spese sostenute dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, è risultato pari a 27.932.195 euro, a fronte di 5 milioni di euro di risorse disponibili, che costituiscono il limite di spesa”.
In poche parole ciò significa che ogni beneficiario può sfruttare il 17,9005% del credito d’imposta sull’importo del credito richiesto. Quindi, la percentuale che può essere fruibile diminuisce dal 50% al 17,9%. In particolare modo si fa riferimento a tutte quelle spese portate avanti nel 2022 per vedere poi erogato il bonus nel 2023. Per richiedere il bonus acqua potabile la scadenza era stata fissata al 28 febbraio e comprendeva tutte le spese fatte dal primo febbraio del 2022 fino al 28 febbraio dell’anno successivo.
Il bonus è inerente alle spese portate avanti per acquistare e installare sistemi di filtraggio, per la realizzazione, di addizione o raffreddamento di anidride carbonica alimentare così che si possa migliorare la qualità dell’acqua ad uso umano. La spesa massima che si poteva ottenere tramite questa agevolazione era di 1.000 euro per ogni immobile intestato persone fisiche mentre arrivava a 5.000 euro per gli immobili adibiti ad uso commerciale o istituzionale.
Ma se per le spese portate avanti nel 2022 abbiamo assistito ad una notevole diminuzione del credito d’imposta, è molto probabile che per il 2023 questo possa diminuire ancora di più. Infatti, nel 2021 questo valore era stato calcolato al 30,4%, mentre quest’anno al 17,9%. Se le domande del 2023 continueranno ad essere ancora molte, è molto probabile che il credito d’imposta possa subire l’ennesimo calo al fronte degli 1,5 milioni di euro stanziati come fondo di questa misura.
Sarà quindi necessario attendere il 2024 per comprendere quale sarà la percentuale corretta del credito d’imposta che potranno utilizzare tutti coloro che scelgono di aderire al bonus acqua potabile.
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