Qualche giorno fa in Corte d’Assise a Milano si è svolta una nuova udienza del processo a carico di Alessia Pifferi, la trentasettenne accusata di aver lasciato morire di senti sua figlia Diana di soli diciotto mesi.
Al processo ha testimoniato il dirigente della squadra mobile di Milano, Marco Calì, che ha portato alla luce dettagli agghiaccianti. Calì ha parlato dell’analisi delle chat del cellulare della donna. “È emersa una gestione molto superficiale della bambina che mal si conciliava con il suo stile di vita”. “C’era una ricerca spasmodica di denaro. Chiedeva spesso soldi in prestito dicendo che le servivano per la sua bambina, ma in realtà le usava per pagarsi le serate, i vestiti e i taxi privati per spostarsi da Milano a Leffe”. Queste le parole pronunciate dal dirigente della squadra mobile.
Sia pur con caratteristiche apparentemente differenti rispetto a quelle a cui siamo abituati quando parliamo di figlicidi, Alessia Pifferi è sicuramente una madre assassina. E lo è per negligenza. Per aver abbandonato sua figlia di appena diciotto mesi al suo terribile destino. Una donna che si definiva ragazza madre che, ragazza, non lo era più da tempo. Una personalità estremamente egoriferita, menzognera e manipolatrice. Una donna che ambiva a crearsi una vita agiata, nonostante le condizioni economiche e finanziarie nelle quale versava non glielo consentissero. Per questo chiedeva continuamente prestiti di denaro per finanziare i suoi viaggi. Viaggi tutti finalizzati a raggiungere il compagno da via Parea, dove viveva, a Leffe, in provincia di Bergamo.
Il 7 luglio 2022, esattamente una settimana prima di abbandonare per sempre sua figlia, aveva noleggiato una limousine da 536 euro per arrivare da quell’uomo per cui ha sacrificato tutto. Persino la vita di sua figlia. Difatti, Alessia ha lasciato sola Diana più e più volte. Fino a quando, una di quelle volte, si è rivelata essere letale. Una donna senza dubbio animata dal desiderio di instaurare una relazione con il compagno, forse anche per motivi finanziari. Quel legame lo desiderava così intensamente che, per proteggerlo, ha freddamente accettato la morte della figlia Diana. È stata una madre negligente, che ha deliberatamente trascurato la bambina perché non era in grado di svolgere il suo ruolo materno. Ma c’è di più. Secondo quanto dichiarato, allo scopo di ottenere soldi, Alessia Pifferi aveva raccontato ad un’amica che il pomeriggio dell’8 luglio 2022 si sarebbe celebrato il battesimo della piccola Diana. Battesimo al quale sarebbe seguito un piccolo rinfresco. In realtà, Alessia aveva investito i soldi per organizzare una cena romantica con il suo compagno.
Alessia Pifferi ha dimostrato di avere una personalità profondamente immatura, con inclinazioni regressive ed infantili. Tuttavia, non ha mai smarrito la percezione della realtà. Era perfettamente consapevole di ciò che faceva. La sua priorità era il proprio benessere economico, per il quale è stata capace di mettere in discussione persino l’esistenza della sua stessa figlia. Diana è stata abbandonata in un appartamento di Milano nel caldo torrido del mese di luglio 2022. Senza cibo, senza acqua e in condizioni climatiche che si sarebbero rivelate letali anche per un adulto. Diana è stata condannata a morte dalla negligenza di una donna che aveva da subito negato la gravidanza perché probabilmente non avrebbe voluto diventare madre. Una donna troppo concentrata su sé stessa e sul soddisfacimento dei propri bisogni di natura egoistica ed effimera.
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