Una notizia attesa e importante è pronta a rivoluzionare il mondo della sanità e la vita di migliaia di persona. Il comitato prezzi e rimborsi dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha finalmente dato il via libera alla rimborsabilità della Prep. Si tratta della terapia che serve per prevenire il contagio dell’Hiv se si hanno rapporti con persone sieropositive. La questione ha sollevato non poche polemiche nelle ultime settimane, quando è partita una vera e propria campagna per sensibilizzare sul tema e impedire centinaia di nuovi contagi. Ma, andando più a fondo, cerchiamo di scoprire perché è una vera e propria svolta.
Il mondo della medicina impatta ogni giorno moltissimo sulla vita delle persone come se fosse un sottofondo alla vita di molte persone, in mezzo ai sentimenti, al lavoro, ai rapporti affettivi e al sesso, a volte senza pensarci tanto. Per questo, bisogna proteggersi, prevenire, concedersi si volersi bene, sensibilizzare e alla fine, come diretta conseguenza, progredire. Oggi, infatti, l’Italia si è messa al passo con molti paesi europei concedendo la rimborsabilità della pillola Prep che viene somministrata o assunta per proteggersi da un contagio dopo rapporto con un sieropositivo. Prima una confezione da trenta aveva un costo di 50 o 60 euro, ora saranno rimborsati e garantendo l’accesso al farmaco potrebbero essere prevenuti centinaia di contagi.
L’Italia accelera nella lotta all’Hiv: la Prep diventa rimborsabile (e quindi gratis)
La storia della Prep parte da lontano ed è subito intrecciata con la prevenzione, quella dall’Hiv, il virus che causa la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) e che da diversi decenni incide inevitabilmente sulla vita delle persone e delle comunità. Andando da subito più a fondo nella questione, si tratta di una profilassi da seguire prima dell’esposizione al virus e consiste essenzialmente nella somministrazione di farmaci contro l’Hiv, pur essendo ancora negativi. Detto così, sembra quasi un controsenso, ma è l’esatto opposto, il modo di prevenire massivamente i contagi per i soggetti che sanno di essere esposti al virus, in base ad abitudini sessuali e stili di vita.
Truvada è, per il momento, l’unico farmaco approvato e consta di 30 pillole per confezione per un costo di 50-60 euro. In Italia comunque si trovano anche degli equivalenti non di marca per la Prep che promettono di avere la stessa efficacia, ma si possono reperire a costi decisamente minori rispetto a quelli di Truvada. Per dirla nella maniera più semplice possibile: utilizzare questo tipo di farmaco permette quasi di azzerare le possibilità di avere l’Aids e quindi di ammalarsi di Hiv. È bene sottolineare comunque che la Prep protegge dal virus, ma non da tutte le malattie sessualmente trasmissibili, quindi è consigliato utilizzare comunque i preservativi e i contraccettivi.
Il pubblico che per cui avrebbe senso iniziare la terapia preventiva, in realtà, non è affatto ristretto. Può essere consigliata, infatti, a chi ha un partner positivo e non riesce a tenere a bada la malattia, o che è stato appena contagiato. Ma anche per chi, ad esempio, ha appena iniziato una nuova relazione sessuale e non utilizza il preservativo; ancora, è bene che ci pensi chi è solito intraprendere rapporti con persone sconosciute o poco conosciute e, dunque, senza sapere se sono positive o meno all’Hiv. In un presente e in futuro in cui la sessualità è sempre più aperta, sicuramente ci dovrebbe essere molta più informazione sulla Prep e sulla platea a cui potrebbe essere molto utile.
La questione, in realtà, è aperta da mesi dato che diverse associazioni hanno portato avanti una campagna serrata sul tema e con delle richieste ben precise sui costi della terapia. La bomba è scoppiata quando l’Aifa ha rimandato la decisione sulla rimborsabilità e sodalizi quali Anlaids, Arcigay e Lila sono scesi in campo in prima linea per garantire un diritto che in molte parti d’Europa era già stato concesso e senza mezzi termini. Anche perché anche il Comitato tecnico-scientifico si era esposto a favore della Prep e del suo passaggio a profilassi gratuita. In tanti si sono affannati a sottolineare come il rallentamento dell’Aifa fosse una decisione molto importante e che poteva impattare sulla vita di molte persone. Tutti gli studi che sono stati eseguiti sulla questione hanno evidenziato come l’efficacia sia straordinaria e con percentuali di successo enormi. Proprio per questo, si sarebbero evitati centinaia di contagi e, quindi, reso più semplice la vita di tantissimi potenziali malati.
In realtà, i problemi per l’inizio della terapia preventiva sono sempre stati tanti e non facilmente agirabili. In molti Stati europei, la reperibilità è ancora bassa, mentre in Italia i costi sono sempre stati una barriera non indifferente per molti giovani, il substrato di popolazione a cui, per ovvi motivi, si rivolge di più la profilassi. Secondo molte associazioni esposte in prima linea, c’è stata addirittura la violazione del diritto alla salute per i cittadini interessati. I messaggi sono stati rivolti, oltre che all’Aifa, anche al ministro della Salute del governo Meloni, e quindi a Orazio Schillaci, a cui è stato chiesto di fare chiarezza su quanto accaduto. La campagna è culminata anche in una petizione chiamata “Prep gratuita per tutti/tutte” e che a distanza di qualche settimana ha evidentemente dato i suoi frutti.
La questione, quindi, è arrivata dritta al Cpr, cioè il comitato prezzi e rimborsi, dell’Aifa che alla fine, anche se con un po’ di ritardo, ha dato l’ok alla rimborsabilità delle pillole che saranno gratis dietro prescrizione medica. Fino a questo momento, i farmaci erano prescrivibili dagli specialisti e ora Aifa dovrà chiarire se si procederà allo stesso modo. Tra le tante persone che potrebbe utilizzare il farmaco, come vi dicevamo, ci sono soprattutto i soggetti che sono ad alto rischio di infezione e corrispondono agli omosessuali con rapporti occasionali, ma anche eterosessuali che sono soliti fare sesso con persone affette o incerte sulla loro positività. Subito dopo l’ok del Cpr, sono arrivate alcune dichiarazioni, riportate da “Repubblica”, da parte di Bruno Marchini, presidente di Anlaids Onlus, un’associazione che da quasi quaranta anni è in prima linea per la lotta all’Hiv e all’Aids. Ha detto nello specifico: “La rimborsabilità della Prep costituisce un importante passo in avanti nella prevenzione dell’infezione da Hiv, poiché rende il farmaco fruibile da tutte le persone. La Prep è però un percorso, che, oltre alla prescrizione del farmaco comprende lo screening periodico delle infezioni sessualmente trasmesse (IST), che al momento è, nella maggior parte delle regioni italiane, ancora a carico dell’utente. Auspichiamo una completa presa in carico del percorso per garantire una prevenzione efficace e completa consapevolezza“.
Proprio per questo motivo, sensibilizzare sull’argomento resta una battaglia caldissima sul tavolo e nei prossimi mesi le campagne di prevenzione mirate dovranno rendere questa possibilità sempre più comune e con massima consapevolezza sul percorso da affrontare. Perché già oggi l’Aids non può più essere considerata una malattia mortale, ma, non essendoci una cura definitiva e totale, la via della prevenzione resta comunque quella da intraprendere per avere i massimi risultati. Oggi è una vittoria per tutti, anche politica, e lo è soprattutto per coloro che spesso vengono messi ai margini, dimenticati, rigettati dal punto di vista sociale, ma solo il primo passo di una battaglia per la mentalità e per la medicina, quella buona, che impatta in positivo sulle abitudini di vita delle persone.