L’annuncio proviene da Jaroslaw Kaczynski secondo il quale la Germania dovrebbe ancora versare 1.300 miliardi di Euro nelle casse della Polonia per i danni provocati dai nazisti nel corso della II Guerra Mondiale.
Il presidente del partito nazionalista Diritto e Giustizia, gruppo che esprime l’attuale primo ministro del Paese, fa riferimento per la sua richiesta ad un rapporto accademico sugli orrori del conflitto europeo del 1939-1945.
Kaczynski, a nome del governo di Varsavia, riporta in auge i terribili anni del II conflitto mondiale proprio in un periodo in cui la guerra si è nuovamente affacciata sul suolo europeo come non accadeva proprio da quel famigerato 1945.
1.300 miliardi di Euro è la cifra che la Polonia avrebbe chiesto in restituzione dalla Germania per i crimini di guerra nazisti compiuti nei sei anni bellici. L’importo sarebbe emerso dagli studi effettuati da una apposita commissione di esperti formata da storici, economisti ed esperti militari di Varsavia.
L’istanza non smuove il destinatario teutone dalle posizioni finora assunte: per la Repubblica Federale Tedesca la questione delle riparazioni di guerra è tema chiuso definitivamente, ciò tuttavia non esclude il senso di colpa di Berlino, che riconosce senza indugio la propria responsabilità morale e politica per quell’infausto periodo della propria storia che provocò tanto dolore e morte.
Il rapporto polacco si dimostra ben documentato e ricco di informazioni riguardo quegli anni tragici.
I polacchi uccisi nel corso degli scontri e dell’occupazione nazista furono 5 milioni e 219 mila, un quinto dei quali bambini al di sotto dei 10 anni; 600 mila invece furono gli invalidi di guerra.
I deportati trasferiti in modo coatto nel Terzo Reich furono quasi 300 mila: 100 mila adulti impiegati nei lavori forzati (un 15% morì in tali condizioni) e 196 mila minori, di cui solo 30 mila fecero ritorno in patria.
Numerosissimi i danni a strutture civili, produttive, militari e storiche. Un esempio su tutti fu la distruzione del monumento a Chopin di Varsavia e il danneggiamento del Castello Reale sito nella stessa capitale polacca.
La commissione stima danni per 6.200 miliardi di Zloty, la moneta polacca, equivalenti agli appunto sopracitati 1.300 miliardi di Euro.
La notizia mostra in modo lampante come il trovarsi di fronte ad eventi epocali e carichi di sofferenza e pathos creino una persistenza della memoria, generino vicende che sorpassano il normale estinguersi delle contingenze che le hanno create; una sorta di macigno nella coscienza collettiva foriero di rivendicazioni economico-diplomatiche, come quella polacca, oppure violente, come quella attuale russa, oppure resilienti, come l’altrettanto contemporanea prova del popolo ucraino.
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