La prima verità, di Simona Vinci, è il libro che ha trionfato al Premio Campiello 2016. Pubblicato lo scorso marzo per Einaudi Stile Libero, narra la storia, tragica, del manicomio di Leros, un’isola greca del Mar Egeo dove, tra il ’58 e il 1981, furono internate più di quattromila persone. Un vero e proprio lager psichiatrico che accolse, insieme ai malati di mente considerati incurabili, anche i ribelli e gli oppositori politici della Grecia, deportati sull’isola dal regime dittatoriale dei Colonnelli.
La follia, dunque, è il tema principale del nuovo romanzo di Simona Vinci, La prima verità, un libro drammatico ma molto intenso ambientato tra l’Italia e l’isola greca di Leros. Qui sono stati accolti, per decenni, i malati mentali di tutta la Grecia fino a quando, negli anni Novanta, l’Unione Europea ne impose la chiusura.
Siamo nel 1992 e Angela, giovane ricercatrice esperta di diritti umani, arriva sull’isola di Leros: qui, insieme ad altri volontari, vorrebbe smantellare l’ospedale psichiatrico, una sorta di lager dell’orrore che accoglie, da anni, migliaia di malati. E’ stata la stampa britannica a svelare, per prima, la mostruosità di quel luogo, un’isola-manicomio che accolse, a suo tempo, anche i ribelli politici costretti a convivere con folli e psicopatici. Angela si accorge ben presto dell’inferno che la circonda, fatto di relitti umani e di persone senza identità: come Stefanos, poeta perseguitato e per nulla gradito al potere, Teresa, vittima di terribili violenze familiari e Nikolas, un bambino che non parla e che ha sempre un sasso in bocca. Uno scenario cupo e terribile che Angela ritroverà anche al suo ritorno in Italia e che, tra follia e fantasmi del passato, dovrà inevitabilmente affrontare.
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Con La prima verità Simona Vinci racconta, in maniera a tratti violenta, il tema drammatico della malattia mentale. Il libro, dato alle stampe dopo ‘otto lunghi anni di gestazione’, sembra diviso in due parti: la prima, che racconta di Angela e della sua esperienza come volontaria in un ospedale psichiatrico, e la seconda, quasi autobiografica, che riparte da Budrio (luogo d’infanzia dell’autrice) dove, ancora oggi, vi sono due strutture che accolgono persone con problemi mentali – alcolisti, orfani, disabili, psicotici. Da qui Simona Vinci prosegue la storia anche attraverso le sue vicende personali, dal rapporto con la madre malata alla consapevolezza che, il seme della follia, può celarsi davvero in ognuno di noi.
La prima verità è un libro sospeso tra romanzo, reportage, poesia e ghost story e coinvolge, attraverso il tema della follia, le storie di più personaggi, autrice compresa. Un romanzo che parte dalla ricerca del perché di tanto orrore – Laros è stata una prigione terribile, in cui sono stati calpestati con violenza tutti i diritti umani, fino all’intervento dell’Unione Europea, e la struttura è stata lentamente riformata – e che conduce la stessa autrice a fare i conti con se stessa e con il proprio passato, raccontato attraverso il personaggio di Angela e con l’unico strumento che abbia ‘un potere salvifico’: la scrittura.
Simona Vinci (Milano, 1970) ha raggiunto il successo con Dei bambini non si sa niente, romanzo pubblicato da Einaudi nel ’97 e divenuto, in poco tempo, un caso editoriale. Il libro, vincitore nel 2000 del Premio Elsa Morante Opera Prima, ha riscosso un grande successo, con traduzioni in diversi Paesi, Stati Uniti compresi. Sempre per Einaudi, ha pubblicato, nel 1999, una raccolta di racconti dal titolo In tutti i sensi come l’amore, mentre, tra il 2003 e il 2007, i romanzi Come prima delle madri, Brother and Sister, Stanza 411 e Strada Provinciale Tre. Tra i suoi libri, infine, anche un racconto dedicato ai più piccoli, Corri Matilda pubblicato da E.Elle nel ’98.
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