Piove sul bagnato in casa Juventus. Dopo l’eliminazione dall’Europa League per opera del Siviglia di ieri, e la scure che potrebbe riabbattersi sui punti conquistati sul campo dalla squadra di Massimiliano Allegri per quanto riguarda il caso delle plusvalenze, infatti, la Procura della Figc ha deciso di deferire la società bianconera sul caso della manovra stipendi, i compensi agli agenti e anche il ruolo delle società “amiche”.
Come a gennaio, con la sentenza della Corte federale d’appello che aveva penalizzato la Juventus di 15 punti, poi ridati, ma a scadenza, dal Collegio di garanzia del Coni, agli ex vertici della dirigenza della Vecchia Signora è contestata la violazione dell’articolo 4 del Codice di giustizia sportiva sulla lealtà sportiva. Nonostante, infatti, si sia provato a patteggiare una pena, dal procuratore federale, Giuseppe Chiné – lo stesso che aveva chiesto una penalizzazione di nove punti per quanto riguarda il caso plusvalenze -, è arrivata una chiusura totale. Si andrà a processo, in pratica, e con l’obiettivo di velocizzare i tempi per fare in modo che entro il 30 giugno, quando si chiuderà ufficialmente la stagione in corso, si sappia che posto occupa in classifica la squadra di Allegri.
Ammettiamolo: ci sono stati sicuramente dei momenti migliori per un tifoso della Juventus. Al secondo anno senza titoli conquistati o conquistabili, quindi senza scudetto – che manca dall’epoca di Maurizio Sarri, non di certo l’allenatore che ha lasciato di più un buon ricordo di sé alla Continassa -, senza la possibilità di giocarsi la finale di Coppa Italia, perché eliminata dall’Inter che, non solo, si giocherà anche quella di Champions League contro il Manchester City, senza la possibilità di giocarsi l’ultimo atto dell’Europa League (che avrebbe anche potuto garantire il ritorno per la prossima stagione per la coppa dalle grandi orecchie), la squadra di Massimiliano Allegri è davanti a un fallimento sportivo su cui, per forza di cose, sono pesati anche i guai della società.
L’inchiesta Prisma della procura di Torino, infatti, ha scoperchiato un vaso di Pandora in cui tanto la Vecchia Signora, quanto i suoi dirigenti ed ex dirigenti potrebbero pagare non poco. Se dal punto di vista prettamente penale, è tutto rinviato (ma non a giudizio, o per lo meno non ancora), dal punto di vista sportivo, be’, si procede con molta più velocità.
E quindi con una sentenza da riscrivere, ma in cui ci sarà sicuramente una penalizzazione in punti per i bianconeri, che dovrebbero scendere sicuramente ben al di sotto del secondo posto, dalla Corte federale d’appello per quanto riguarda il caso plusvalenze – che arriverà, per altro, nello stesso giorno in cui la squadra del tecnico toscano scenderà in campo contro l’Empoli – la Procura della Figc presieduta da Giuseppe Chiné ha deciso di giocare d’anticipo rispetto alla tabella di marcia e non ha aspettato la decisione di lunedì del secondo grado della giustizia sportiva per deferire sulla manovra stipendi (che riguarda la stagione 2019/2020 e 2020/2021, ovvero quelle del periodo del Covid), i rapporti con gli agenti e le partnership sospette sia il club, sia i suoi ex e attuali dirigenti.
Nello specifico, alla Juventus, a titolo di responsabilità diretta e oggettiva, viene contestata la violazione dell’articolo 6 del Codice di giustizia sportiva. Ma ad Andrea Agnelli, ex presidente, Pavel Nedved, il suo vice, Fabio Paratici, ex direttore sportivo, Federico Cherubini, che ha preso il posto del piacentino, Giovanni Manna, allora ds dell’Under 23, Paolo Morganti, a capo della Football Operations, e Stefano Braghin, ds del settore giovanile all’epoca, viene contestato l’articolo 4.1, quello famoso sulla lealtà sportiva che aveva portato alla penalizzazione di 15 punti, e su cui anche il Collegio di garanzia del Coni ha fatto reggere tutto il palco delle accuse per la società.
Sono due i motivi per cui c’è stata un’accelerazione. In primis perché i legali della società non sono riusciti a trovare un accordo con la procura della Federcalcio per un patteggiamento come previsto dal Codice (ma non è detto che possa arrivare in un secondo momento a patto che siano d’accordo il presidente della Figc, Gabriele Gravina, e la Procura generale del Coni). La Juventus, infatti, chiedeva solo un’ammenda oltre ai punti di penalizzazione per il caso plusvalenze, mentre Chiné pensa che serva anche un’ulteriore sanzione in termini di punti alla luce del fatto che, dicevamo prima, anche nell’ultimo grado di giudizio si è rinvenuta la slealtà nella condotta portata avanti dall’ormai ex dirigenza bianconera.
Ma non solo, perché l’idea del procuratore è quella di arrivare quanto prima, o meglio, prima del 30 giugno, giorno in cui si conclude di fatto la stagione ancora in corso, a una sentenza che dovrebbe ridisegnare di molto la classifica della nostra Serie A, andando a togliere la Champions League, e forse anche altro, alla squadra di Allegri, che, tra l’altro, rischia una penalizzazione anche da parte della Uefa, e sempre per gli stessi capi d’accusa, che potrebbe escluderla dalle coppe a prescindere dal piazzamento in classifica nel nostro massimo campionato.
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