Alla Procura di Bari mancano i faldoni contenenti le intercettazioni relative all’omicidio di Michele Molfetta, 38enne ucciso erroneamente durante una rapina a Bitritto, nel lontano 18 febbraio 1993. Dopo ben 22 anni l’intero processo è da rifare, con il rischio che cada in prescrizione e non giunga nemmeno alla sentenza.
Gli uomini accusati di aver commesso il reato sono il boss pentito Antonio Di Cosola insieme a Antonio Lombardi, Cosimo Di Cosola e altre due persone, che soltanto ora sono state aggiunte, poiché all’epoca dell’omicidio erano ancora minorenni.
A proposito dell’increscioso smarrimento di parte del materiale probatorio, il Procuratore Giuseppe Volpe ha voluto sottolineare:
‘Sono cose antipatiche e gravi che non devono accadere. La sparizione del fascicolo non è sicuramente un fatto degli ultimi tempi. Del resto siamo in una situazione logistica assolutamente inadeguata, basta girare nei corridoi della Procura per rendersi conto dello stato in cui si trovano i fascicoli’.
Nell’ambito del processo per l’omicidio di Michele Molfetta, sono contestati anche il delitto di Angelo Di Benedetto (ucciso a Valenzano il 2 giugno 1996) e di Michele Scannicchio (ucciso a Carbonara il 21 maggio 1997), oltreché una serie di tentati modici, detenzione illegale di armi, due rapine aggravate e un sequestro di persona.
Per la quasi totalità dei reati il Giudice ha stabilito la prescrizione, mentre per l’omicidio di Di Benedetto ha condannato a 14 anni e otto mesi di reclusione Michele Armenise e a nove anni e quattro mesi Pietro Giangregorio.
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