La Procura federale ha deciso di accettare il patteggiamento proposto dalla Juventus. Nessun nuovo punto di penalizzazione per i bianconeri nel merito del processo bis, quello che riguarda la manovra stipendi, i rapporti con i club amici e il filone agenti, ma una multa da 718mila euro da pagare. Rimane, quindi, la stessa la classifica in Serie A, con la squadra di Massimiliano Allegri che può ancora puntare a entrare in Europa League, a meno che non ci si metta la Uefa a stoppare i sogni di gloria dei calciatori e dei tifosi della Vecchia Signora.
Con il patteggiamento, ovviamente, la Juventus non potrà appellarsi al Collegio di garanzia del Coni per quanta riguarda i dieci punti di penalizzazione che gli sono stati inflitti appena otto giorni fa dalla Corte federale d’appello nel merito del caso plusvalenze, di cui oggi, poco prima che iniziasse l’udienza, sono state pubblicate le motivazioni. In tante buone notizie (considerati i presagi), ce n’è una che stona: l’ex presidente Andrea Agnelli, infatti, andrà a processo il 15 giugno.
La Juventus dovrà pagare 718mila euro di multa per la manovra stipendi: la Procura federale ha accettato il patteggiamento dei bianconeri
Il terremoto iniziato in una serata di novembre, nel pieno dei Mondiali in Qatar e quindi con la Serie A in pausa, con le dimissioni dell’intero consiglio d’amministrazione della Juventus, Andrea Agnelli, il presidente, compreso, potrebbe essere finito, e così ha scritto anche la stessa società in un comunicato dopo che la Procura federale ha deciso di accettare le richieste per il patteggiamento del club bianconero per quanto riguarda la manovra stipendi, il filone agenti e i rapporti con i club amici comminandogli una multa da 718.240 euro e nessuna nuova penalizzazione in classifica.
“La società – si legge nella nota -, pur ribadendo la correttezza del proprio operato e la fondatezza delle proprie argomentazioni difensive ha ritenuto di accedere all’applicazione di sanzioni su richiesta ex art. 127 CGS nei termini sopra indicati nel miglior interesse della società stessa, dei suoi azionisti e di tutti gli stakeholders (sia appartenenti al mondo dello sport che non). La definizione di tutti i procedimenti sportivi FIGC aperti consente infatti alla società di conseguire un risultato certo, mettendo un punto fermo e superando lo stato di tensione e instabilità che inevitabilmente discenderebbe dalla prosecuzione di contenziosi incerti negli esiti e nei tempi, permettendo inoltre al management, all’allenatore della prima squadra e ai giocatori di concentrarsi sull’attività sportiva e in particolare sulla programmazione complessiva della prossima stagione (sia con riferimento alle attività sportive che per quanto attiene ai rapporti di business con gli sponsor, le altre controparti commerciali e quelle finanziarie)“.
E quindi, la squadra di Massimiliano Allegri non solo potrà pensare al campionato che verrà, ma ha ancora la possibilità di poter accedere alla prossima edizione dell’Europa League – la divide dalla meta appena un punto, ma solo se la Roma non dovesse vincere la finale di domani contro il Siviglia della seconda competizione Uefa, se i giallorossi, invece, dovessero trionfare contro gli spagnoli la distanza sarebbe di due punti -, a meno di sgambetti da parte della federazione capitanata da Aleksander Ceferin (che comunque dovrebbe inibirla anche per la Conference League, in cui di fatto sarebbe già qualificata) per le potenziali violazioni delle norme sulle licenze e sul fair play finanziario e per l’eventuale mancato rispetto del settlement agreement firmato la scorsa estate.
Sicuramente, la Vecchia Signora non potrà riavere i punti che la Corte federale d’appello le ha levato appena otto giorni fa, perché, a prescindere dalle motivazioni che la stessa corte, stavolta presieduta da Ida Raiola, ha pubblicato oggi, con il patteggiamento non sono più ammissibili ricorsi. E quindi, ancora, i dieci punti in meno che l’hanno fatta scendere dal secondo (a ora terzo) al settimo posto, oltre a essere idonei “a soddisfare i criteri di afflittività, proporzionalità e ragionevolezza come innanzi enunciati” hanno avuto un senso per il comportamento tenuto dagli ex vertici del club. Quattro di quei punti sono stati tolti per l’operato dell’ex direttore sportivo Fabio Paratici, altri tre per ciò che ha fatto l’ex presidente, due a causa di Maurizio Arrivabene e un altro per l’atteggiamento dell’attuale ds, Federico Cherubini, mentre il proscioglimento degli altri membri del Cda senza firma ha determinato lo ‘sconto’ di cinque punti rispetto al -15 che era arrivato a gennaio.
Tornando alla decisione di oggi della Procura federale, così come concordato con i legali della Juventus, il club non sarà l’unico a dover pagare. L’ex ds, per esempio, è quello che dovrà versare una ammenda più alta, pari a 47mila euro, mentre per Pavel Nedved, ex vicepresidente, la multa è di 35.250 euro, poco di più di quella che è toccata in sorte all’attuale direttore sportivo, che è di 32.500 euro. Degli otto (ex) dirigenti che erano stati deferiti, però, solo Agnelli andrà a processo: l’udienza, che era già fissata per il 15 giugno, non è stata rimandata, e l’ex numero uno potrebbe dover scontare un periodo di inibizione maggiore rispetto agli altri.
Le reazioni alla decisione per i bianconeri: da Gravina alla Borsa passando per i social
Chi con molto entusiasmo, chi con un velo di ironia, chi ancora con rabbia sono stati in tanti a commentare la decisione della Procura federale sulla manovra stipendi e non della Juventus. Uno dei primi è stato proprio il presidente della Figc, Gabriele Gravina, che ha iniziato spiegando che “c’è un momento per la verifica, gli accertamenti e i giudizi ma anche uno per decidere e guardare al futuro con maggiore serenità, un momento per pensare alla progettualità, il tutto nel rispetto delle regole. Quest’ultimo atto è previsto dalle nostre norme, dal codice di giustizia sportiva, auspicabile e condiviso“. Per lui, questo “è il risultato più bello per il calcio italiano l’aver trovato un momento di serenità“.
Gravina ha precisato anche cosa significhi la giustizia sportiva, che “è veloce, puntuale, rigorosa. E credo che nell’arco di 30 giorni, con i termini che sono stati fissati, esaurisce il suo percorso“, ma ha anche messo i punti sulle i spiegando di fatto che c’è un problema: “Non avendo la determinazione di termini perentori all’interno del terzo grado, è un ‘vulnus’ che non è più accettabile. Bisogna intervenire in tempi rapidi, vuoi per quel che è di nostra competenza, vuoi per provvedimenti del Parlamento italiano per ripristinare i canoni di una giustizia che sia al passo dei tempi nel campo della giustizia ordinaria ma soprattutto di quella sportiva“.
E se il numero uno del calcio italiano è apparso tutto sommato soddisfatto, gli investitori lo devono essere anche di più. Perché alla notizia dell’accettazione del patteggiamento hanno risposto bene anche dalla Borsa, con il titolo della società che ha guadagnato il 7% a 0,31 euro.
Sui social, però, la questione è un po’ diversa, perché a parti i tifosi bianconeri, sono tanti sostenitori delle altre squadre di Serie A che hanno gridato allo scandalo per quello che è successo, soprattutto perché il Chievo solo due anni fa, più o meno con gli stessi capi d’accusa, è stata fatta sparire dalla cadetteria e non solo.
Il messaggio di oggi:
Esiste la giustizia, ma quando subentrano ragioni di “opportunità politica” essa deve cedere.
La Juventus è troppo grande, ha troppo seguito. Too big to fail. Se cade lei cade il Sistema.
Col piccolo Chievo invece la giustizia può essere inflessibile. https://t.co/BrTcpIVpLH— jeez – NON C’È RIVINCITA (@Ric_BamBam) May 30, 2023