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Politica

La proposta del governo sulle multe in base al reddito

Galeazzo Bignami, viceministro per le Infrastrutture e per i Trasporti, nel corso della presentazione del rapporto Dekra sulla sicurezza stradale, ha annunciato una proposta del governo che vorrebbe aumentare le multe in base al reddito di ciascuno.

L’immagine di un incidente stradale – Nanopress.it

L’esponente di Fratelli d’Italia, ex forzista, ha precisato che “è da valutare se corrisponda a logiche di congrua equità sociale la situazione in cui una persona di reddito molto elevato venga afflitta con una sanzione di 130 euro come una persona che per quella sanzione” viene ‘toccata’ “per il 10% del proprio reddito”, ha detto. L’idea, tra l’altro, non è nuova, soprattutto in altri Paesi europei come la Germania o la Gran Bretagna, in cui però c’è un tetto massimo che non si spinge oltre le 2500 sterline.

La proposta di Bignami e del governo sulle multe in base al reddito

Solo tra gennaio e giugno del 2022, gli incidenti stradali con lesioni alle persone sono stati in Italia quasi 81,5mila, il 24,7% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, con feriti sui 109mila, il 25,7% in più, e 1450 sono stati quelli in cui ci sono state vittime entro il trentesimo giorno, il 15,3% in più, hanno rivelato le stime preliminari dell’Istat.

Solo ieri, tre giovani ragazzi sono morti nel tentativo di fuggire a un alt dei carabinieri, mentre gli altri quattro che erano in macchina – omologata per sette, a differenza di quanto ha detto il ministro Matteo Salvini in una dichiarazione di oggi che ha condannato il gesto – sono rimasti feriti.

Numeri, statistiche, vite umane che hanno acceso un dibattito sulla sicurezza stradale, ovviamente, e su un codice della strada che dovrebbe essere riformato, così come ha detto lo stesso leader della Lega. Si sta pensando a una stretta nella revoca dalle patenti ma si potrebbe arrivare fino all’inasprimento delle multe per chi percepisce un reddito più alto.

La seconda proposta al vaglio del governo di Giorgia Meloni è stata annunciata alla presentazione del rapporto Dekra sulla sicurezza stradale (appunto) dal viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Galeazzo Bignami. “Non è una decisione assunta o una certezza – ha precisato subito l’esponente di Fratelli d’Italia che era finito nel mirino delle critiche per una foto in divisa con la svastica -, ma un elemento di studio nell’ambito della revisione del codice della strada”.

Galeazzo Bignami – Nanopress.it

L’idea di base è quella di introdurre un meccanismo di proporzionalità tra le sanzioni e il reddito: “È da valutare se corrisponda a logiche di congrua equità sociale la situazione in cui una persona di reddito molto elevato venga afflitta con una sanzione di 130 euro come una persone che per quella sanzione” viene ‘toccata’ “per il 10% del proprio reddito“.

Sul tema degli incidenti, Bignami ha invece spiegato di come sia particolarmente drammatico e ha detto che “il richiamo alla disciplina dei giovani è molto corretto. È fondamentale, inoltre, intervenire sul piano infrastrutturale per garantire una maggiore sicurezza stradale, a partire dalla realizzazione delle smart city e favorendo l’uso delle nuove tecnologie”.

La legislazione in Europa sulle multe in base al reddito

La proposta del viceministro che, come tale, non è ancora realtà è sì, una novità per il nostro Paese ma non lo è in Europa, dove un sistema di questo tipo esiste già da parecchio tempo. In Finlandia, per esempio, è in piedi dagli anni Venti, ma nel senso che vorrebbero dal governo ci hanno pensato anche i legislatori della Germania, della Danimarca, della Svezia, della Francia, della Svizzera, del Belgio e anche della Gran Bretagna, l’ultimo Stato che l’ha introdotta nel 2017.

Chiaramente, da un Paese all’altro ci sono delle differenze che riguardano il metodo di calcolo della multa. Nel Regno Unito, le infrazioni vengono divise in ordine crescente di gravità e possono pesare dal 25% al 175% del reddito settimanale di chi le commette in base alla serietà del sinistro. Il tetto massimo è fissato a 2500 sterline per una violazione che viene commessa in autostrada, mentre scende a 1000 nelle altre arterie. In Finlandia, invece, la multa può arrivare a un sedicesimo del salario mensile senza alcun limite, per cui chi prende 10mila euro al mese dovrà pagare 625 euro, chi ne percepisce mille paga solo 62,5 euro.

Le sanzioni più salate, in ogni caso, vengono comminate in Svizzera. Secondo il sito Fleet magazine, specializzato nel settore, nel 2010 un turista svedese ha pagato 677mila euro di multa per aver percorso il tratto di strada tra Berna e Losanna a 290 chilometri all’ora con la sua Mercedes Sls Amg, ben 170 km/h in più del limite consentito.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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