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Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno, ha presentato una proposta in Parlamento per ‘arginare il fenomeno dell’accattonaggio’. La lega punta dunque a inserire nel codice penale il reato di “accattonaggio molesto” che prevede il carcere e multe crescenti se si si disturba o si arreca disagio ai cittadini chiedendo l’elemosina in modo aggressivo e insistente, in altre parole se c’è la molestia. La definizione di molestia viene introdotta per superare lo stop del 1995 da parte della Corte Costituzionale.
Dopo una sentenza della Consulta del 1995, il reato di accattonaggio è stato considerato incostituzionale. Il sottosegretario all’Interno ha quindi pensato di aggiungere la fattispecie della molestia in modo che si possa far rientrare nel codice penale per poterla rendere operativa e efficace.
Molteni ritiene la proposta uno “strumento efficace per aiutare sindaci e polizia locale” per combattere quello che considera un “problema di ordine pubblico”.
“Il reato di accattonaggio è compatibile con la Carta costituzionale se chi mendica lo fa simulando infermità o arrecando disturbo o in modo invasivo”, si legge nel testo. Come si apprende dalla relazione, chi mendica finora è stato considerato “non punibile in omaggio a una malintesa etica del capitalismo di matrice ottocentesca”. Ma se lo fa “in modo fraudolento e vessatorio deve essere arginato e punito perché così facendo provoca l’insicurezza dei cittadini, e quindi un problema di ordine pubblico oltre a ingenerare un forte stato di insofferenza nella collettività”.
Nel testo della proposta della Lega per reintrodurre il reato di accattonaggio si ipotizza, per i trasgressori, il carcere da tre a sei mesi e un’ammenda da 3mila a seimila euro. Questo sarebbe valido per chi “disturba”, ma se si causa “disagio”, si può arrivare fino a un anno di carcere e fino a 10mila euro di ammenda.