[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Dmytro Zinkevych/Shutterstock.com[/didascalia]
Secondo uno studio ben un terzo degli psicologi europei risiede in Italia: nel nostro paese il rapporto è di 1 psicologo ogni 512 abitanti. Eppure, quanti amici, conoscenti o familiari avete mai sentito dire: “Sì, vado dallo psicoterapeuta?”
“Vai dallo psicologo? Ma tu non sei matto!”
Sono queste le parole che il più delle volte ci si sente dire quando, finalmente, si ha il coraggio di ammettere la verità e di non nascondersi.
Perché nel 2018, nascondersi sembra essere una delle soluzioni: affrontare la terapia senza che nessuno lo sappia, trovare il giusto terapeuta senza aiuto alcuno, tentennare nell’iniziare un percorso per la troppa paura del giudizio altrui.
Ancora oggi, infatti, esiste un enorme pregiudizio in quello che viene considerato un percorso da ‘malati’. Provate a chiederlo a chi ha deciso di sedersi su quella sedia, a chi ha deciso di raccontarsi e poi, ingenuamente, si è confidato a un amico: critiche, giudizi e occhi al cielo.
E sono proprio le parole di chi dice di volerci bene, di amarci e di tenere alla nostra salute, mentale e fisica, a fare male e a scoraggiare chi ha deciso di capirsi meglio e ‘rafforzarsi’ intraprendendo la strada della psicoterapia.
Perché se per molti rivolgersi a uno psicoterapeuta vuol dire ‘aggiustare qualcosa che si è rotto’ è bene sapere che nulla può essere aggiustato, ma la terapia permette di trovare ciò che di buono c’è in ognuno di noi e potenziarlo al massimo.
Proprio come il Kintsugi, la pratica giapponese che utilizza l’oro per riparare gli oggetti rotti, così lavora la terapia: rimettere insieme i pezzi di ognuno di noi con qualcosa di ancor più prezioso.
Non credete a chi vi dice: “Non andare dallo psicologo, ti ascolto io“.
Non credete a chi vi dice:” Son tutti bravi a farsi pagare per ascoltare le lamentele degli altri“.
Non credete a chi vi esorta da mollare la terapia dopo una, due o dieci sedute.
E’ bene mettersi in testa una cosa: gli amici non possono farci da psicoterapeuti. Scordatevi l’idea che una persona che ci vuole bene possa aiutarci a stare meglio. Scordatevi che un amico possa aiutarci a vedere le cose in modo differente.
Solo e solamente chi ha le competenze per supportarci e affiancarci nel capire e analizzare ci permetterà di ripartire nel modo migliore.
Il dentista, il medico di base, il fisioterapista, l’osteopata: queste figure, medici o no, ormai sono viste come ‘basilari’ all’interno della vita di ognuno. E perché, allora, nel 2018 lo psicoterapeuta viene visto come la bestia nera da cui fuggire?
Bisognerebbe renderla obbligatoria, per legge.
Un’ora ogni due settimane dove potersi liberare di quei macigni che ci schiacciano a terra e non ci fanno andare avanti. Un’ora dove parlare a ruota libera senza se e senza ma. Un’ora dove raccontarsi senza aver paura di sentirsi sbagliati o in errore. Un’ora dove scontrarsi – perché anche questo succede in terapia – senza aver paura.
La psicoterapia non è per i matti. E’ per tutti.
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