Il Covid non è ancora un vago ricordo, continua a essere presente sempre nella popolazione, anche se in forma diversa: ecco perché è ancora importante vaccinarsi. Ma chi non ha ancora la quarta dose cosa dovrebbe fare? E, soprattutto, questa è consigliabile per tutti, oppure ci sono segmenti di popolazione per cui è particolarmente indicato? Uno studio ha rivelato la verità.
Del Covid non si smette mai di parlare: sono passati ormai quasi tre anni dallo scoppio della pandemia, ma in tutto questo tempo, sebbene il virus sia mutato più volte e oggi, quindi, anche i sintomi sono spesso diversi rispetto a come si presentavano all’inizio, non è mai scomparso del tutto. Oggi si parla molto della quarta dose di vaccino anti Covid: è davvero necessario farla? Uno studio ci dice la verità.
Della quarta dose si parla tantissimo ormai da mesi: se da un lato sappiamo che il Covid ancora non è un vago ricordo (e non sappiamo quando lo sarà esattamente, dal momento che questo virus riserva continue sorprese e non riusciamo in alcun modo a prevedere cosa farà), dall’altro c’è chi è ancora abbastanza scettico nei confronti dei vaccini. In questo secondo caso poi, si aprono ulteriori strade, che equivalgono ad altrettanti punti di vista: qualcuno non è affatto restio a fare la quarta dose dopo averne fatte già tre, qualcun altro invece vorrebbe evitare di sottoporsi a un nuovo ciclo vaccinale.
Detto ciò, c’è da dire che, soprattutto per alcune categorie di persone, la vaccinazione si rende necessaria, come osserva un recente studio, che dimostra che l’età dei pazienti e l’efficacia del vaccino anti Covid sono inversamente proporzionali. Cosa significa? Che dopo una certa età l’inizio del siero diventa in pratica indispensabile.
Abbiamo sempre saputo che l’età è uno dei maggiori fattori di rischio del virus: le persone anziane sono spesso più fragili e presentano svariate comorbidità (cioè hanno contemporaneamente più malattie, come ad esempio ipertensione, diabete e così via), cosa che li rende più propensi a sviluppare sintomi seri. Quale può essere il rimedio per tutto ciò? Il vaccino, appunto, che riduce il rischio di ospedalizzazione e, in casi gravi, di morte. C’è da dire però che, come si evince da una ricerca pubblicata su Nature Aging, l’efficacia dei vaccini è diversa all’interno della popolazione: varia cioè in base all’età.
Il team di ricercatori ha analizzato come rispondono al vaccino anti Covid i pazienti. Per farlo, hanno preso in esame persone di età compresa tra i 22 e i 99 anni. I parametri su cui si sono basati per poter leggere i risultati erano: la produzione di anticorpi neutralizzanti, di linfociti B, di linfociti T e di linfociti memoria.
Quello che sappiamo è che i vaccini a mRNA stimolano il sistema immunitario innato (cioè il modo in cui il nostro organismo si difende dalle infezioni) che quello adattivo (cioè la produzione di anticorpi specifici). Dallo studio si evince che la produzione di anticorpi contro il Covid diminuisce quando aumenta l’età, raggiungendo il picco minimo intorno i 99 anni.
Il team ha comunque diviso la popolazione in diversi gruppi, che differivano in base all’età: nel primo c’erano persone comprese tra i 22 e i 40 anni, nel secondo tra i 41 e i 65 anni e nel terzo tra i 66 e i 99 anni. Analizzandoli singolarmente, tenendo conto dei vari parametri immunitari, si è capito che i primi due rispondono praticamente quasi allo stesso modo ai vaccini, mentre il terzo risponde in maniera progressivamente minore. Qual è il motivo per cui ciò accade? L’immunosenescenza, cioè il progressivo e invecchiamento del sistema immunitario, a cui non vi è un rimedio vero e proprio (fermo restando che ogni individuo invecchia in modo diverso e quindi può farlo prima oppure dopo gli altri), perché sostanzialmente è un processo naturale e irreversibile.
Questo rende le persone più inclini a sviluppare infezioni di tutti i tipi, ma al contempo rende le vaccinazioni meno efficaci. Allo stesso modo, aumentano la comparsa di alcuni tumori, dal momento che è il sistema immunitario a individuare eventuali cellule cancerogene e, nel caso, a distruggerle non appena nascono, quindi con il passare del tempo è sempre più probabile che non riesca più a farlo tempestivamente.
Parlando però di vaccini anti Covid, dobbiamo anche sottolineare che il virus continua a mutare eludendo il nostro sistema immunitario, quindi a maggior ragione nei soggetti anziani è ancora più consigliato procedere con la quarta dose.
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