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La ragazza nella nebbia: trama del nuovo libro di Donato Carrisi

La ragazza nella nebbia, di cui vi raccontiamo la trama, è il nuovo libro di Donato Carrisi che, dopo il successo de Il cacciatore del buio, torna in libreria con una storia ispirata ad un fatto di cronaca nera. Pubblicato da Longanesi a novembre 2015, il romanzo affronta il tema, più che mai attuale, della morbosità rispetto a certi fatti di cronaca, a quei crimini che, nonostante l’orrore, diventano oggetto di talk show e dibattiti infiniti tra psicologi, magistrati ed esperti d’ogni genere. Un libro, insomma, in cui il filo conduttore è il potere dei media nella società di oggi.

E’ tra i libri più venduti del momento – 100mila copie in due settimane – La ragazza nella nebbia, il nuovo thriller di Donato Carrisi la cui trama, per ambientazione e dinamica dei fatti, sembra ispirata ad uno di quei crimini che, purtroppo, riempiono le pagine di cronaca e, non si sa bene perché, diventano da subito un caso mediatico.

Ci troviamo ad Avechot, un piccolo paesino sulle Alpi dove la polizia convoca lo psichiatra Flores per far luce su quanto accaduto all’agente speciale Vogel, trovato in stato confusionale dopo un incidente d’auto, illeso ma coperto di sangue non suo.

Sono passati due mesi da quando la vita tranquilla della piccola comunità di montagna è stata scossa dalla scomparsa di una ragazzina, la sedicenne Anna Lou, sparita nella nebbia mentre percorreva la strada tra casa sua e la chiesa. Sul fatto, che da allontanamento volontario si è trasformato prima in rapimento, poi in colossale caso mediatico, indaga proprio Vogel, a cui non interessano né il Dna né i rilevamenti della scientifica. La sua specialità, infatti, è un’altra: attirare le telecamere e conquistare le prime pagine. Vogel, infatti, è insuperabile nel manovrare i mass media, nell’attirare l’attenzione del ‘pubblico a casa’ e nel santificare la vittima, per scovare il mostro e sbatterlo finalmente in galera. Ciò che gli preme è far sì che un crimine arrivi non tanto alla soluzione quanto a fare audience, e per questo non esita ad utilizzare modi discutibili e cinici stratagemmi. Sarà per questo motivo che su di lui pesa il sospetto che, in un caso precedente, si sia spinto troppo oltre per trovare a tutti costi un ‘mostro’ e darlo in pasto all’opinione pubblica? Anche perché, a due mesi dalla scomparsa di Anna Lou, dovrebbe essere lontano da quel piccolo paese di montagna. Ma allora cosa ci fa ancora lì? E perché quell’incidente in cui si ritrova confuso (o sta fingendo?) e ricoperto di un sangue che non gli appartiene?

La storia che Donato Carrisi racconta ne La ragazza nella nebbia, diventa il pretesto per affrontare il tema della ‘nebbia mediatica’ che avvolge alcuni casi di cronaca; l’autore descrive cioè l’atteggiamento di giornali e televisioni rispetto a certi fatti violenti che, per il modo in cui vengono raccontati, diventano un (ottimo) indotto per ‘fare notizia’ garantendo ai media grandi risultati in guadagni e pubblicità. Un atteggiamento a cui (purtroppo) siamo abituati e che la gente, la cui morbosità non risparmia i casi più agghiaccianti, contribuisce ad alimentare ancor di più. Se l’omicidio avviene poi in un piccolo paese come quello descritto da Carrisi, la pressione mediatica a cui è sottoposto non fa altro che garantirne visibilità, turismo (molti, i cosiddetti ‘turisti dell’orrore’, amano visitare i luoghi che hanno fatto da sfondo a crimini e ad omicidi efferati) e quindi ricchezza.

In un continuo flashback col passato, intrecciando una trama che, rispetto ai romanzi precedenti, lascia più spazio all’indagine e quindi all’azione, Carrisi racconta tutto questo. E lo fa attraverso un protagonista, l’agente Vogel, che fa di tutto per attirare l’attenzione dei media: li cerca e ne provoca l’interesse, consapevole del fatto che, con i riflettori puntati addosso, ha maggiori possibilità di stanare il colpevole ed avere così una certa celebrità personale. Insomma, uno stratagemma narrativo ed originale con cui l’autore infrange il luogo comune che vuole i poliziotti in contrasto con i giornalisti e racconta il potere dei media nei casi di cronaca nera.
Del resto, è lo stesso protagonista a dirlo: ‘La giustizia non fa ascolti. La giustizia non interessa a nessuno. La gente vuole un mostro. E io le do quello che vuole‘.

Caterina Padula

Giornalista pubblicista, appassionata di scrittura, mi occupo da anni di approfondimenti culturali e di informazione online. Da sempre lettrice accanita e curiosa, amo la musica, l'arte e tutto ciò che è natura.

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