Dopo la questione riguardante la fuga di informazioni riservate dal Pentagono, le relazioni internazionali hanno subito uno scossone e, naturalmente, le Nazioni prese in causa chiedono spiegazioni ai funzionari Usa in merito alla vicenda, nonostante le notizie sembrino reali, anche se in parte ritoccate, oltre alla Russia e ovviamente all’Ucraina, sono emersi particolari anche riguardo gli Emirati Arabi Uniti all’interno del rapporto statunitense trafugato. Le notizie condivise parlano di funzionari degli Emirati che, sotto richiesta delle autorità russe, avrebbero lavorato assieme ai servizi segreti statunitensi e britannici ma cercando di destabilizzare la situazione e gestirla a proprio vantaggio. Le dinamiche internazionali hanno subito con uno scossone importante e la quantità di notizie emerse, che secondo l’Ucraina sono false menzognere mentre gli Stati Uniti sostengono l’autenticità dei documenti, anche se in parte modificati, stanno creando un meccanismo delicato che ha investito le autorità di Washington.
I documenti che sono trapelati hanno generato critiche, domande e molti dubbi, in quanto hanno rivelato informazioni importanti e ritenute sensibili su Cina, Corea del Sud, Israele, Giappone e non solo. Stando a quanto emerso dagli stessi funzionari Usa, la questione può generare serie complicazioni, soprattutto data la tipologia di informazioni, ritenute sensibili, che potrebbero avere conseguenze, se reali, all’interno del conflitto in Ucraina, ma non soltanto dato che la questione avendo coinvolto numerose amministrazioni necessità di spiegazioni chiare. L’attenzione si è spostata anche sul rapporto tra Usa ed Emirati Arabi Uniti, sembrano aver cospirato contro nazioni europea gli statunitensi.
I funzionari Usa si sono rifiutati di commentare la documentazione emersa, ma l’Associated Press è riuscita a visionare il documento top secret nella giornata di lunedì 10 Aprile. Dopo ciò che è emerso, le autorità degli Emirati Arabi Uniti si sono immediatamente scagliate contro le notizie comparse in rete e hanno spiegato che avrebbero chiesto approfondimenti in merito e si chiedono come mai Washington sia arrivata a tale conclusione e hanno voluto sottolineare anche, che le informazioni trapelate sono assolute falsità.
Oltre che alle nazioni coinvolte nel conflitto tra Russia e Ucraina, il Pentagono ha visto trafugare informazioni inerenti anche agli Emirati Arabi Uniti e ciò che è emerso dal rapporto ha infastidito enormemente le autorità, che hanno voluto rispondere immediatamente della questione.
Già nei mesi scorsi erano emerse notizie che svelavano la preoccupazione proveniente da Washington in merito ad una possibile alleanza degli Emirati Arabi con le autorità di Mosca, per cercare di contrastare le sanzioni imposte alla Russia dalle autorità globali a causa del conflitto in Ucraina.
All’interno del documento visionato è citata una nota del 9 Marzo che riporta esattamente: “Approfondimento delle relazioni con l’intelligence”.
Washington si è rifiutato di commentare l’autenticità di questo documento emerso dopo la fuga delle informazioni e i media non hanno potuto verificare in maniera indipendente le informazioni condivise.
Il dipartimento di Giustizia statunitense ha ovviamente aperto un’indagine per determinare la dinamica di questa fuga di notizie, che sono poi state pubblicate su diversi siti e social media. Emerge la dinamica con la quale sono state elargiti aiuti da parte degli Stati Uniti e della NATO a Kiev, le valutazioni in merito agli alleati Usa, che sono le informazioni che preoccupano di più in quanto potrebbero incrinare i rapporti internazionali in essere. Nonostante sia noto che i servizi segreti di Washington operino osservando e spiando sia amici che nemici, questa fuga di notizie è qualcosa di serio che porterà al cambiamento di alcune dinamiche inevitabilmente.
Emerge però che alcuni documenti sembrano essere stati modificati in determinate parti per attuare una sorta di campagna di disinformazione e questo solleva ulteriori quesiti in merito. Lunedì aprile il portavoce del Consiglio di sicurezza statunitense Kirby ha chiesto di mantenere la calma: “poiché sappiamo almeno in alcuni casi che le informazioni sono state falsificate”.
Commenti trapelati dal Pentagono rivelano che l’agenzia che ha preso il posto del KGB di era sovietica ovvero le FSB avrebbe avuto legami molto stretti con i funzionari degli Emirati e: “a metà gennaio, i funzionari dell’FSB hanno affermato che i funzionari dei servizi di sicurezza degli Emirati Arabi Uniti e la Russia avevano concordato di lavorare insieme contro le agenzie di intelligence statunitensi e britanniche, secondo intelligenza dei segnali appena acquisita. L’intelligenza dei segnali si riferisce alle comunicazioni intercettate, siano esse telefonate o messaggi elettronici.”
Documento riporta in maniera chiara che: “Gli Emirati Arabi Uniti probabilmente vedono l’impegno con l’intelligence russa come un’opportunità per rafforzare i crescenti legami tra Abu Dhabi e Mosca e diversificare le partnership di intelligence tra le preoccupazioni per il disimpegno degli Stati Uniti dalla regione“.
Quello che non è chiaro al momento è se esiste questo accordo confessato all’interno del documento tra Emirati Arabi Uniti e Russia, ma anche se le stesse presunte affermazioni della FSB fossero intenzionali o ci sia una mira puramente fuorviante.
Ciò che è chiaro e alla luce del sole e che nelle ultime settimane Gli Stati Uniti hanno notato un’impennata importante nei rapporti tra Emirati E Russia. Un avvicinamento tra Abu Dhabi e Mosca che ha sollevato preoccupazione anche tra le altre autorità internazionali, che vedono come incerte le informazioni ma osservano l’andamento globale e determinate notizie innescano diffidenza e problematiche tra funzionari esteri.
L’assistente segretario Elizabeth Rosenberger, alta funzionaria del tesoro Usa, ha dichiarato che a suo avviso si tratta di “paese di riferimento”. Rivelando anche che le aziende stanno attuando una manovra mirata a sostenere la Russia nel eludere le sanzioni internazionali pervenute a causa delle azioni intraprese da Mosca nel conflitto in Ucraina, per poter ottenere più di 5 milioni di dollari insiemi conduttori usa e anche altre parti soggette al controllo delle esportazioni, nei quali sono compresi anche componente utilizzabile in ambito militare.’
Nel corso degli ultimi anni è emerso, più volte, da parte dell’intelligence statunitense, la possibilità che ci fossero collegamenti concreti tra gli Emirati arabi Uniti e il gruppo di mercenari Wagner, impiegato da putin anche in ucraino, attivo il numerosi paesi differenti.
La US Defense intelligence Agency già nel 2020 ha precisato che: “gli Emirati Arabi Uniti potrebbero fornire alcuni finanziamenti per le operazioni del gruppo. Funzionari dell’intelligence russa probabilmente hanno interesse a descrivere qualcosa in questi termini”.
Precisando anche che: “Se questo fosse il modo in cui lo descrivevano gli Emirati Arabi Uniti, lo prenderei sicuramente… in modo molto diverso.”
È stato anche sollevata la preoccupazione in merito al fatto che un flusso ingente di denaro proveniente da Mosca è finito e finisce in maniera importante all’interno del mercato immobiliare di Dubai.
Durante il mese di ottobre i pubblici ministeri federali di New York hanno accusato due uomini russi entrambi con sede a Dubai assieme ad altri indiziati con l’accusa di aver tra fatto tecnologia militare all’interno di società usa e ha anche di aver contrabbandato milioni di barili di petrolio e il tutto per riciclare decine di milioni di dollari per oligarchi russi che ruotano attorno alla figura del capo del Cremlino.
In merito ora emerge che: “I pubblici ministeri in quel caso hanno citato uno dei russi con sede a Dubai che assicurava ai suoi partner “non c’erano preoccupazioni sull’utilizzo di un istituto finanziario degli Emirati Arabi Uniti per le transazioni. Questa è la (peggiore) banca degli Emirati. Pagano per tutto”.
La questione è stata ovviamente recepita in maniera negativa da parte degli Emirati Arabi Uniti, le cui autorità hanno parlato direttamente con l’Associated Press, precisando che si discostano completamente dalle informazioni emerse dai dati trafugati dal Pentagono, sottolineando che la notizia che riguarda l’FSB sono “categoricamente false. Respingiamo qualsiasi accusa riguardante un accordo per approfondire la cooperazione tra gli Emirati Arabi Uniti e i servizi di sicurezza di altri paesi contro un altro paese”.
Spiegando inoltre che: “Gli Emirati Arabi Uniti hanno relazioni profonde e distinte con tutti i paesi, che riflettono i suoi principi di apertura, partenariato, costruzione di ponti e lavoro per servire gli interessi comuni di paesi e popoli per raggiungere la pace e la sicurezza internazionali”.
Questa fuga di documenti statunitense arriva proprio nel momento in cui gli Emirati Arabi Uniti hanno ridefinito la loro politica estera, dopo una serie di avvenimenti che hanno mostrato attacchi ripetuti vero la Nazione, attribuiti alla Repubblica islamica iraniana. Si tratta degli eventi rivendicati dai ribelli Houti nello Yemen, che sono notoriamente sostenuti dalle autorità iraniane che hanno colpito il territorio di Abu Dhabi nel 2022, uccidendo tra persone obbligando le forze armate statunitensi, di stanza sul luogo a intervenire con il lancio di missile patriot. La questione ha generato un allontanamento importante anche tra Arabia Saudita e Iran che per oltre sette anni non hanno avuto rapporti diplomatici ma, ora, con la mediazione della Cina la situazione si è capovolta.
Da quel momento si è verificato però cambiamento drastico nei rapporti che col passare si sono distese in maniera importante e le relazioni tra Teheran e Abu Dhabi sono risorse. Nello stesso momento, però, si è verificato un decadimento dell’importanza e dell’influenza statunitense in questa zona del Medio Oriente e sicuramente i documenti condivisi non aiuteranno nella risoluzione delle problematiche già in essere.
La presenza statunitense in Medio Oriente è andata via via scemando, cominciando dall’Afghanistan e dal caotico e disastroso ritiro Usa dal territorio fino ad arrivare agli Emirati Arabi che hanno nuovamente raggiunto un accordo con le autorità iraniane e, nonostante mantengano relazioni con Washington, la situazione si è raffreddata sensibilmente.
Nonostante ciò gli Stati Uniti hanno diverse basi militari nella regione e al loro interno sono presenti migliaia di soldati Usa e tra queste inclusa la base aereo ad Abu Dhabi. Data la collaborazione tra Washington ed Emirati Arabi Uniti questi ultimi hanno anche provato a chiedere aerei da combattimento F-35 al presidente Biden nei mesi scorsi. Allo stesso tempo però hanno fortemente criticato l’escalation di violenza scaturita in Israele, a loro avviso, causata dal governo di estrema destra capitanato da Netanyahu e hanno criticato ciò che sta compiendo il governo contro i palestinesi.
Se si osserva attentamente il quadro generico si può notare che gli Emirati Arabi Uniti sono gli unici che attualmente effettuano voli giornalieri per Mosca, dopo l’inizio del conflitto in Ucraina.
In questi mesi sono entrati all’interno del territorio degli Emirati Arabi Uniti yacht, cittadini russi e un flusso di soldi importante che sembrano essersi confluiti verso la penisola arabica, nonostante queste siano informazioni pervenute dai media, non hanno avuto la possibilità di essere verificate sul campo.
I rapporti diplomatici tra Abu Dhabi e Washington hanno avuto il declino maggiore dopo che il sovrano e sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan si è insediato al potere, ma durante l’amministrazione Trump gli Emirati Arabi Uniti hanno riconosciuto diplomaticamente anche Israele.
Questa fuga di notizia scaturita dal Pentagono ha generato malcontento e disaccordo, non soltanto nelle nazioni coinvolte come per esempio la Corea del Sud che ha dovuto difendersi dall’accusa di aver ragionato sul fatto di fornire o meno armi letali all’Ucraina. Ma è emerso che anche il presidente Zelensky è stato minuziosamente spiato e le notizie inerenti hanno generato il dubbio, tra i funzionari statunitensi, che il presidente ucraino avesse intenzione di attuare un attacco diretto all’interno della Russia.
Tutte queste informazioni sono riuscite ad arrivare fino ai social media hanno sollevato malcontento nei confronti degli Usa e tutti i funzionari coinvolti così come tutte le autorità hanno necessità di avere informazioni in più in merito e si chiede un’indagine trasparente, per capire come sia stato possibile riuscire a portare via mesi di lavoro dell’intelligence Usa in una maniera così facile.
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