Gli Stati Uniti hanno condannato con fermezza le manovre militari condotte dalla Cina intorno Taiwan e hanno esortato Pechino a cessare le pressioni sull’isola autogovernata. Xi Jinping ha invece espresso la propria posizione contraria alla volontà separatista taiwanese alimentata, anche secondo il governo cinese, da Washington che mira a destabilizzare la Cina.
La netta presa di posizione di Washington è arrivata in risposta alle esercitazioni cinesi, formalmente giustificate come “severo avvertimento” ai recenti scali del vicepresidente taiwanese Lai negli Stati Uniti, durante un viaggio in Paraguay.
Taiwan ha denunciato il chiaro intento intimidatorio delle manovre e ha condannato duramente il transito di circa 25 velivoli militari cinesi attraverso la linea mediana dello Stretto nelle ultime 24 ore.
Gli Usa hanno ribadito il proprio sostegno al diritto di Taipei di determinare autonomamente il proprio futuro, senza ingerenze esterne. Al contempo hanno invitato Pechino a moderare atteggiamenti espansionistici che alimentano instabilità nell’area Asia-Pacifico.
La ferma presa di posizione americana conferma la delicata natura strategica della questione taiwanese, esacerbata dalle crescenti ambizioni egemoniche della Cina nell’area.
Gli Stati Uniti condannano le manovre militari cinesi intorno a Taiwan
Washington ha espresso netta condanna verso le esercitazioni militari condotte dalla Cina nei mari circostanti Taiwan. Gli Usa hanno invitato Pechino a cessare le pressioni nei confronti dell’isola autogovernata, denunciando il chiaro intento intimidatorio delle manovre. Taipei ha segnalato il transito di numerosi velivoli militari cinesi oltre la linea mediana dello Stretto nelle ultime ore.
Gli Stati Uniti hanno ribadito il sostegno all’autodeterminazione di Taipei e invocato moderazione nelle rivendicazioni territoriali cinesi, per scongiurare ulteriore destabilizzazione geopolitica nell’area Asia-Pacifico. La netta presa di posizione americana sottolinea la centralità strategica della questione taiwanese, aggravata dall’ascesa delle ambizioni egemoniche di Pechino.
La Cina ha concluso le sue esercitazioni militari intorno all’isola di Taiwan, ma gli Usa continueranno a monitorare la situazione da vicino, secondo quanto riportato dal portavoce del Dipartimento di Stato americano.
Reuters ha dichiarato che il portavoce ha esortato Pechino a “cessare la sua pressione militare, diplomatica ed economica contro Taiwan e impegnarsi invece in un dialogo significativo con Taiwan”.
Le esercitazioni militari cinesi hanno avuto luogo nel corso delle ultime settimane, con la partecipazione di caccia Su-30 e J-11, secondo una mappa pubblicata dal ministero.
Non si è mostrato però nessun segnale che potesse fare pensare ad un secondo giorno di esercitazioni da parte della Cina.
Taipei e Pechino sono distaccate nel 1949 dopo la guerra civile che ha visto il partito comunista trionfare.
Taiwan fa parte della Repubblica Popolare Cinese come sovranità territoriale e Pechino vede l’isola governata democraticamente come una provincia separatista che, seppur lasciata libera fino ad ora di muoversi, può essere presa con la forza se necessario e se si manifestano reali e concreti intenti di separazione.
Gli Stati Uniti non hanno legami ufficiali con Taiwan, ma Washington è in realtà la principale fonte di armi di Taipei e il suo sostegno politico e militare al territorio è stato una costante fonte di attrito nelle relazioni con Pechino.
La priorità globale è evitare un conflitto tra Taiwan e Cina, che segnerebbe l’inizio di una guerra che assumerebbe dimensioni globali.
Le considerazioni emerse negli ultimi giorni
La Cina ha denunciato ufficialmente i contatti tra Stati Uniti e Taiwan, accusando Washington di “ingerenza” nella sua controversa disputa con l’isola. In risposta, Pechino ha lanciato le più grandi esercitazioni militari intorno all’isola nell’ultimo anno, nell’agosto 2022, quando l’allora presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi ha visitato Taipei.
Pechino ha effettuato esercitazioni militari importanti e imponenti ad agosto in risposta all’incontro del presidente taiwanese Tsai Ing-wen con l’attuale presidente della Camera degli Stati Uniti Kevin McCarthy durante una tappa negli Usa. L’astio è deteriorato fino a divenire il momento più basso nelle relazioni bilaterali tra Cina e Taiwan.
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano ha affermato che gli Stati Uniti continueranno a monitorare la situazione da vicino e a supportare la difesa di Taipei, sebbene non sia stato possibile evitare la denuncia di Pechino.
La comunità internazionale attende con ansia lo sviluppi futuri della situazione, con la speranza di evitare un conflitto tra Taiwan e Cina. La tensione tra le due Nazioni ha aumentato notevolmente negli ultimi anni, con la Cina che ha intensificato le sue esercitazioni militari intorno all’isola e ha dispiegato i propri caccia Su-30 e J-11 nella regione.
Taiwan, per la sua parte, ha ribadito la propria determinazione a difendere la propria indipendenza e la propria sovranità, chiamando alla moderazione e alla dialogo con Pechino.
La situazione rimane tesa e la comunità internazionale attende con ansia lo sviluppi futuri della situazione, con la speranza di evitare un conflitto tra Taiwan e Cina.
Il ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu, ha dichiarato che la Cina dovrebbe “smettere di fare storie per niente” quando si tratta di viaggi all’estero dei leader taiwanesi. Il ministro ha sottolineato che Taipei non fa parte della Repubblica Popolare Cinese e che l’isola è “improntata a creare un collegamento con la comunità internazionale e parlare con la Cina sotto la garanzia della sicurezza.”
Il ministero degli Esteri di Taiwan ha anche accusato la Cina di aver tentato di influenzare le elezioni dell’isola suscitando timori e ha condannato la provocazione in un post su Facebook.
La portavoce dell’ufficio della presidente di Taiwan Tsai, Olivia Lin, ha dichiarato che: “la comunità internazionale ha ripetutamente sottolineato l’importanza di mantenere la pace nello Stretto di Taiwan e ha esortato la Cina a fermare tali mosse.”
In una serie di post su X, Wu ha scritto che la Cina “ha chiarito che vuole plasmare” le elezioni nazionali dell’isola e che “spetta ai nostri cittadini decidere, non al bullo della porta accanto”.
Wu ha precisato che le elezioni non sono finalizzate a stabilire una posizione sul conflitto e nemmeno rappresentano una scelta in tal senso, ma piuttosto una scelta tra democrazia e autocrazia.
La tensione tra Taiwan e Cina è aumentata notevolmente negli ultimi anni, con Pechino che ha intensificato le esercitazioni militari intorno all’isola e ha voluto mostrare a Taiwan la sua capacità militare come deterrente per le mire indipendentiste e ha ribadito la propria determinazione a difendere la propria sovranità, chiamando alla moderazione e alla dialogo con Pechino.