Nell’attacco che è stato attuato venerdì 31 Marzo da parte dalle Forze di Sicurezza israeliane nei confronti delle milizie filo iraniane presenti in Siria, è stato ucciso un ufficiale delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana. Questo ha sollevato malcontento nell’IRGC che ha minacciato ritorsioni. L’Iran non è più disposto a stare a guardare ma si dice pronto all’azione.
La tensione tra Israele e autorità iraniane è molto alta e il nervosismo sta offuscando i rapporti diplomatici, in quanto le autorità israeliane hanno interesse nel cercare intensamente di limitare l’ampliamento militare e nucleare iraniano, sopratutto nell’ottica che possa essere utilizzato per favorire le milizie ribelli collocate all’estero. Teheran è solita sovvenzionare i gruppi terroristici ribelli che sono radicati anche per l’appunto in Siria. La paura è subentrata a causa della questione dei chip che vengono inviati in territorio iraniano e che possono essere utilizzati per costruire missili ad alta precisione e questo preoccupa le autorità internazionali ma soprattutto Israele, che lotta contro le truppe islamiche ribelli in Medio Oriente, per liberare la regione dal terrorismo.
Le autorità iraniane hanno identificato l’ufficiale ucciso come Milad Heydari e hanno spiegato che era un consigliere. Non è stato precisato nessun grado, ma il resoconto ufficiale parla del militante indicandolo come martirizzato nell’attacco, che è stato attribuito a Israele. I termini associati alla parola Martirio sono usati di consueto per indicare chi viene ucciso durante un incarico ufficiale.
Il soldato faceva parte di una milizia affiliata alle Guardie della Rivoluzione islamica iraniana che ha manifestato successivamente il proprio malcontento in merito all’uccisione dell’ufficiale.
Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione o anche chiamate IRGC ha manifestato l’intenzione di vendicare questo attacco. La dichiarazione rilasciata riporta: “Il regime sionista riceverà senza dubbio una risposta a questo crimine”.
L’agenzia di stampa siriana Sana ha riferito, in precedenza, che le difese aeree siriane avevano intercettato missili ostili in direzione della capitale Damasco. Le autorità della capitale siriana hanno spesso affermato di aver intercettato molte volte attacchi provenienti dalle Forze di Sicurezza Israeliana, anche se numerosi analisti militari ritengono che queste informazioni possano essere non veritiere.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani gli attacchi sono stati indirizzati verso depositi di armi e luoghi ritenuti basi delle milizie sostenute dall’Iran a sud di Damasco.
Le Guardie Rivoluzionarie hanno dichiarato che sono morti nell’attacco anche altri quattro ufficiali e non soltanto Heydari.
L’emittente Al Arabiya ha specificato che l’obbiettivo erano i microchip per la guida missilistica precisando che l’attacco non era mirato verso l’IRGC.
Emerge che la preoccupazione israeliana sia rivolta ai microchip, in quanto le spedizioni in Siria potrebbero essere sfruttate anche dal gruppo terroristico Hezbollah, che è notoriamente sostenuto dall’Iran, per poi sviluppare missili guidati ad alta precisione.
Israele non ha mai commentato direttamente gli attacchi rivolti verso la Siria, ma ha riferito di numerose operazioni attuate nei confronti delle cellule terroristiche filo iraniane. Le forze di Sicurezza di Israele hanno anche precisato che vengono attaccati anche carichi di armi e forniture militari che, alla luce delle informazioni raccolte, potrebbero essere destinate ai gruppi terroristici e in particolar modo ad Hezbollah. Sembra che gli attacchi israeliani abbiamo preso molte volte di mira i sistemi di difesa aerea siriani.
Gli ultimi due attacchi sono stati preceduti a due raid all’aeroporto di Aleppo, che ha dovuto chiudere una pista a causa dei danni sopravvenuti che sono stati attribuiti alle autorità israeliane.
La scorsa settimana è stato colpito un deposito sotterraneo di munizioni vicino all’aeroporto militare di Nairab, stando a quanto riporta anche il Times of Israel.
Secondo fonti dell’intelligence, che hanno parlato con Reuters, si tratta di un magazzino dove erano presenti sistemi a guida missilistica provenienti dai voli cargo iraniani.
Nella giornata di venerdì 31 marzo il regime iraniano ha condannato le affermazioni pervenute dal ministro degli Esteri israeliano, che ha parlato della “formazione di un fronte unito con l’Azerbaigian contro Teheran” e ha precisato inoltre che: “non rimarrà indifferente alla cospirazione”.
Il portavoce del ministero degli esteri Kanaani ha affermato che le intenzioni esternate da Israele rivelano la volontà di trasformare il territorio dell’Azerbaigian in una “minaccia per la sicurezza nazionale dell’iran”.
Eli Cohen, massimo diplomatico israeliano, ha affermato durante una conferenza stampa con il suo omologo azero Jeyhun Bayramov, nei giorni scorsi a Tel Aviv, di essere d’accordo con la formazione di un fronte unito contro l’iran e anche sul rafforzamento della cooperazione in diversi ambiti strategici.
Il funzionario Bayramov si trovava a Tel Aviv per inaugurare l’ambasciata, dopo che Baku ha deciso di nominare il suo primo ambasciatore in Israele. Tutto ciò coincide però con la crescente tensione con le autorità di Teheran.
Cohen ha affermato in merito che: “L’apertura dell’ambasciata dell’Azerbaigian in Israele è un’ulteriore prova del rafforzamento delle relazioni tra i nostri paesi. L’Azerbaigian è un paese musulmano e la sua posizione strategica rende le relazioni tra noi di grande importanza e di grande potenziale”.
Il portavoce iraniano Kanaani ha descritto le affermazioni come “un’implicita approvazione dell’orientamento anti-iraniano” nell’alleanza tra autorità israeliane e azere e ha chiesto una “spiegazione” in merito.
Ha precisato che il: “legame storico e religioso indissolubile tra il popolo dell’Iran e dell’Azerbaigian” e ha sottolineato inoltre che il regime iraniano ha “sempre cercato di contrastare i tentativi dei malvagi di creare una spaccatura tra le due parti.”
L’Iran ha sottolineato che: “non può rimanere indifferente” a quello che ritiene essere un atto di “cospirazione” delle autorità israeliane contro la Repubblica Islamica Iraniana “dal territorio della Repubblica dell’Azerbaigian”.
Le relazioni tra l’Azerbaigian e Teheran hanno subito un repentino peggioramento delle relazioni bilaterali, dopo l’attacco che ha colpito l’ambasciata azera nella capitale dell’Iran.
L’attacco ha provocato la morte del capo del personale di sicurezza e ferito due agenti. Da quell’episodio l’Azerbaigian ha deciso di evacuare il personale.
La situazione è davvero tesa e sembra destinata a peggiorare e il Medio Oriente si ritrova in un momento complicato, che vede nervisosmo tra Israele e le autorità Islamiche, dato le ripetute provocazioni che hanno allertato anche le autorità internazionali, dato la possibilità dello sviluppo di una nuova guerra, che getterebbe la comunità internazionale, già in estrema crisi, in un drammatico scenario.
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