Massimo Bossetti ha commentato la notizia del recente colpo di scena con cui il gip di Venezia avrebbe chiesto di iscrivere nel registro degli indagati il pm Letizia Ruggeri, titolare dell’inchiesta sulla morte di Yara Gambirasio, per le ipotesi di frode processuale e depistaggio.
Al centro della questione, avanzata dalla difesa del detenuto condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio della 13enne di Brembate, è la conservazione dei reperti contenenti il Dna che avrebbe inchiodato Bossetti.
Ancora battaglia sul Dna del caso Yara
La battaglia sul Dna nel caso Bossetti non si è mai spenta. Sotto i riflettori è finita la questione dei 54 campioni di materiale genetico che, a seguito dello spostamento disposto dal pm Ruggeri dal laboratorio San Raffaele di Milano all’Ufficio Corpi di reato di Bergamo (dove sarebbero stati custoditi a temperatura ambiente), sarebbero sostanzialmente distrutti per l’intervenuta interruzione della catena del freddo che doveva garantirne la preservazione per eventuali successive analisi.
Il gip di Venezia, nell’ambito delle competenze sull’operato dei colleghi bergamaschi e a seguito della denuncia presentata dalla difesa del muratore di Mapello, avrebbe recentemente chiesto di indagare sulla posizione del pubblico ministero allora titolare delle indagini, Letizia Ruggeri.
Sarebbe stata sua la decisione, secondo i difensori di Bossetti, di far spostare i reperti dal San Raffaele, dove erano conservati a 80 gradi sottozero come da protocollo, all’Ufficio Corpi di reato di Bergamo in cui tale temperatura non sarebbe stata mantenuta compromettendo le tracce e la possibilità di nuove analisi.
L’ipotesi formulata a suo carico sarebbe quella di frode processuale e depistaggio e, secondo Claudio Salvagni, uno dei legali del detenuto, potrebbe pesare sulla sorte del loro assistito costituendo una delle fattispecie per l’accesso all’istituto della revisione del processo.
La reazione di Massimo Bossetti al colpo di scena
Massimo Bossetti ha affidato al suo avvocato Claudio Salvagni un commento sul colpo di scena secondo cui il gip di Venezia avrebbe chiesto alla Procura che sia indagata la pm Letizia Ruggeri per le ipotesi di frode processuale e depistaggio.
Il muratore di Mapello, all’ergastolo in via definitiva dal 2018, è in carcere dal 2014 e continua a dirsi innocente. Nonostante le reiterate richieste in sede delle tre fasi di giudizio, alla difesa non fu mai concessa l’analisi dei reperti del delitto di Yara Gambirasio e, in particolare, l’esame in contraddittorio delle tracce di Dna che avrebbero inchiodato la sua posizione quale assassino della 13enne.
A riferire il contenuto delle parole di Bossetti è il suo avvocato, intervenuto nelle trasmissioni Iceberg, su Telelombardia, e Crimini e criminologia su Cusano Italia Tv.
Se ci fosse l’accertamento di una frode processuale, questo è uno specifico caso di revisione previsto dal Codice
Queste le parole di Salvagni alla luce dei recenti sviluppi.
Il legale conferma che Massimo Bossetti è “contento” che si indaghi sull’operato del pm Letizia Ruggeri, essendo colei che avrebbe fatto una “ferrea opposizione” all’orizzonte necessario perché fossero garantiti tutti i diritti di difesa all’allora imputato: effettuare un nuovo esame sul Dna ma in contraddittorio, quindi anche alla presenza dei consulenti di Bossetti oltre a quelli dell’accusa.