La Corte penale internazionale ha dichiarato, venerdì 17, di aver emesso un mandato di arresto internazionale per il presidente russo Vladimir Putin e per una collaboratrice che è accusata di aver studiato il piano per deportate i bambini ucraini in territorio russo. Una decisione significativa anche se, nel concreto non è così semplice attuare la sentenza, la stessa comporta però significativi cambiamenti all’interno delle relazioni e delle dinamiche internazionali.
La notizia che la Corte penale internazionale o CPI stava indagando su possibili crimini di guerra è nota da tempo e ora, dopo aver raccolto prove e documentazione varia, hanno deciso di avanzare il mandato di arresto per i primi crimini riscontrati ovvero hanno contestato l’invasione come crimine di aggressione e anche la deportazione di migliaia di bambini ucraini, prelevati e allontanati dalle loro famiglie e dalla loro Nazione e portati in Russia.
Ovviamente non sono tardate ad arrivare le repliche russe al mandato d’arresto e le opinioni delle autorità internazionali.
La Russia non è uno dei paesi membri della Corte penale internazionale e il tribunale non procede con processi in contumacia, ovvero il procedimento che si esegue successivamente alla mancata presentazione di una delle parti all’udienza, perciò per avere una condanna reale Putin dovrebbe essere consegnato dalle autorità russe oppure arrestato fuori dalla Russia per essere processabile dalla CPI.
Questo perché Putin non fa parte del trattato che prende il nome di Statuto di Roma, che ha successivamente creato la Corte penale internazionale che ha sede a l’Aia nei Paesi Bassi.
Si tratta di un accordo del quale fanno parte 123 nazioni tranne Cina, Russia, Ucraina e Stati Uniti. Non è stato istituito per sostituire il sistema giudiziario di un paese ma la sua funzione è quella di essere utilizzato come ultima istanza. La Corte è composta da 18 giudici, che assumono con l’incarico un mandato valido per nove anni e si occupano di genocidio, crimini di aggressione (tra cui l’invasione), crimini contro l’umanità e crimini di guerra.
Oltre al presidente Putin la CPI ha emesso un mandato di arresto per la commissaria russa per i diritti Maria Lvova-Belova, che a quanto pare è coinvolta in prima persona nel piano di deportazione dei bambini ucraini in Russia.
Dalle indagini svolte sono emerse: “ci sono motivi ragionevoli per ritenere che Putin abbia la responsabilità penale individuale” per i presunti crimini, per averli commessi direttamente insieme ad altri e per “il suo fallimento nell’esercitare un controllo adeguato sui subordinati civili e militari che hanno commesso gli atti. “
La questione principale che ha indignato la comunità globale è che sono scomparsi molti bambini ucraini e sono stati condotti con la forza in Russia. Mosca nega di aver prelevato i bambini e nega anche di aver utilizzato la loro adozione tra le famiglie russe come incentivo nella propaganda.
Stando a quanto è emerso, i bambini sarebbero stati portati a migliaia di chilometri e secondo l’ufficio di Lvova-Belova sono stati affidati a istituti e a famiglie russe in 19 regioni differenti, tra cui anche le regioni artiche. Uno sconvolgimento di vita che non ha spiegazione plausibile.
La funzionaria ha spiegato ad aprile 2022 che circa seicento bambini sono stati collocati in diverse strutture, prima di essere trasferiti nella regione di Mosca. Mentre altri 800 bambini della zona a est del Donbass, in base alle informazioni riferite dal governatore di Mosca, sono stati collocati in molte famiglie della capitale.
Oltre alla delicatissima questione dei bambini ucraini, le Nazioni Unite hanno affermato che rientrano nei crimini di guerra di Mosca anche: “attacchi a civili e infrastrutture legate all’energia, uccisioni volontarie, reclusione illegale, tortura, stupro e altre violenze sessuali, nonché illegali trasferimenti e deportazioni di bambini”.
Borrell, alto funzionario delle Nazioni Unite, ha precisato in merito che: “Questa è una decisione importante della giustizia internazionale e per il popolo ucraino. Abbiamo sempre chiarito all’Unione europea che i responsabili dell’aggressione illegale contro l’Ucraina devono essere assicurati alla giustizia”.
Ha sottolineato che si tratta: “solo l’inizio del processo di responsabilità” incriminare i colpevoli delle violazioni avvenute durante il conflitto in Ucraina.
Mosca ha affermato che la decisione della Corte penale internazionale è “oltraggiosa e inaccettabile”. Sia il presidente Putin che Lvova-Belova respingono il mandato di arresto e la scelta intrapresa dalla Corte penale internazionale.
Il portavoce del Cremlino Peskov ha precisato: “La Russia, come un certo numero di stati, non riconosce la giurisdizione di questo tribunale e, di conseguenza, eventuali decisioni di questo tipo sono nulle per la Federazione Russa dal punto di vista della legge”.
Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha rifiutato il mandato e lo ha esternato tramite i social media.
La funzionaria, che avrebbe escogitato il piano per prelevare e trasferire i bambini, si è detta soddisfatta del fatto che il suo lavoro sia stato notato a livello internazionale. Ha precisato venerdì 17, come risposta l’agenzia Tass, che: “È fantastico che la comunità internazionale abbia apprezzato il lavoro per aiutare i bambini del nostro Paese, che non li lasciamo nelle zone di guerra, che li portiamo fuori, che creiamo buone condizioni per loro, che li circondiamo di amorevole , persone premurose”.
Gli Stati Uniti e diversi Paesi europei sostengono che i bambini prelevati in Ucraina dalle autorità russe sono stati conteggiati in diverse migliaia e sostengono, inoltre, che vengano rieducati, nonostante siano minori, anche in ambito politico
I funzionari del Tesoro statunitense hanno dichiarato a settembre che: “Gli sforzi di Lvova-Belova includono specificamente l’adozione forzata di bambini ucraini nelle famiglie russe, la cosiddetta ‘educazione patriottica’ dei bambini ucraini, modifiche legislative per accelerare la concessione della cittadinanza della Federazione Russa ai bambini ucraini e la rimozione deliberata di bambini ucraini dalle forze russe”,
L’organizzazione Human Rights Watch ha sottolineato che la decisione della Corte penale internazionale è un segnale positivo e un “campanello d’allarme per altri che commettono abusi o li nascondono. Questo è un grande giorno per le numerose vittime di crimini commessi dalle forze russe in Ucraina dal 2014.”
Hanno sottolineato anche che: “Con questi mandati di arresto, la Corte penale internazionale ha reso Putin un ricercato e ha compiuto il primo passo per porre fine all’impunità che ha incoraggiato gli autori della guerra in Russia contro l’Ucraina per troppo tempo”.
Il portavoce del Cremlino ha sottolineato di non riconoscere la giurisdizione della Corte penale internazionale e pertanto anche il mandato emesso nei confronti di Putin e di Lvova-Belova.
Il presidente Zelensky ha voluto parlare della questione dei bambini ucraini portati in Russia nel suo discorso serale.
Ha riferito: “Finora è stato possibile restituire poco più di 300 bambini di tutti coloro che sono stati portati via con la forza, rubati in Ucraina. È ovvio che dobbiamo restituire tutti. È ovvio che continueremo a fare di tutto per questo. Per aver restituito ogni ucraino, ogni donna ucraina, ogni nostro figlio. E perché ci sia reale responsabilità di tutti i responsabili di questa deportazione, dal capo dello stato terrorista a tutti gli esecutori”.
Ma ha precisato anche che: “Oltre 16.000 casi di deportazione forzata di bambini ucraini da parte dell’occupante sono già stati registrati in procedimenti penali indagati dalle nostre forze dell’ordine. Ma il numero reale e completo potrebbe essere molto più alto”.
Mentre accade tutto questo in Ucraina suona l’allarme anti aereo per la concreta possibilità di attacchi attuati mediante droni kamikaze. Il conflitto non si ferma e la sofferenza è evidente tra la popolazione ma anche all’interno delle truppe che stanno combattendo sulla linea del fronte a Bakhmut ormai da settimane senza sosta in una battaglia durissima.
Il presidente cinese Xi Jinping ha in programma, per la prossima settimana, una visita a Mosca per incontrare il presidente Putin. La questione del mandato rende le cose, ora, più complicate dato che ,anche se la Cina non rientra nel trattato, il mandato di arresto che pende su Putin non può essere trascurato e questo comporterà problematiche anche per i funzionari che incontreranno in futuro il presidente della Russia.
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