Durante i primi mesi del 2023, l’esecutivo ha come obiettivo quello di lavorare alla delega fiscale così da presentarla al Consiglio dei ministri che si terrà a febbraio.
E questo ciò che è stato confermato sia dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che dal vice ministro dell’economia Leo. Tra i vari punti presi in considerazione ci sono il taglio del costo del lavoro insieme ad un quoziente familiare in cui la tassazione verrà fatta in base al numero dei figli. Non ci sarà uno nessun tipo di aumento sulle tasse della casa.
Diverse sono le misure che il governo ha intenzione di realizzare per questo 2023. Tra questi c’è anche una riforma fiscale.
E questo è ciò che è stato confermato dal vice ministro dell’economia Maurizio Leo insieme alla stessa Presidente del Consiglio.
Lo scopo è quello di realizzare una delega che verrà poi portata di fronte al Consiglio dei ministri entro la fine del mese di febbraio.
Diversi sono i pilastri che formeranno questo esecutivo tra cui un quoziente familiare la cui quotazione dipenderà dal numero di figli a carico, il taglio del costo del lavoro e l’assenza di aumento di tasse sulla casa.
Giorgia Meloni ha affermato che tra le varie direttrici su cui bisogna lavorare c’è il taglio del costo del lavoro “Abbiamo dato un segnale col taglio del cuneo fiscale, ma vorrei andare avanti. Il nostro obiettivo di legislatura sono 5 punti di taglio”.
Il secondo obiettivo che si è posta Giorgia Meloni è quello di realizzare una tassazione basata sul numero dei componenti di una famiglia.
Secondo la presidente del consiglio infatti è molto importante tenere in considerazione il sostegno alla genitorialità.
Sarà un argomento che per lei risulta essere una vera e propria priorità anche per quanto riguarda la tassazione.
Il terzo ed ultimo punto è quello di andare a promuovere una tassazione che va ad incentivare coloro che decidono di mettersi in gioco andando a creare ricchezza.
In poche parole il fulcro di quest’ultimo punto è di pagare di meno nel momento in cui si assume di più.
Sull’argomento si è espresso anche Maurizio Leo, il vice ministro dell’economia il quale ha parlato di una riforma che sia allo stesso tempo equa e più giusta.
Ha affermato poi che i primi lavori verranno messi a punto durante i prossimi giorni.
Lo scopo è quello di continuare a seguire ciò che è stato deciso durante la legislatura precedente rendendo però la normativa più precisa sotto determinati punti :“A partire dai primi mesi del 2023 lavoreremo al cantiere delega fiscale, con l’obiettivo di una normativa più puntuale nel definire i principi di delega, per un intervento di ampio respiro”
Il viceministro spiega poi anche che per quanto riguarda l’IRPEF hanno intenzione di realizzare un modello duale in cui si vanno a distinguere i redditi da lavoro da quelli di investimento in capitale e immobili.
Lo stesso Leo, in accordo con Giorgia Meloni, conferma che lo scopo del Governo è quello di introdurre un quoziente familiare.
Per il momento però non sono stato date altre informazioni né tantomeno si è conoscenza dei meccanismi che potrebbe seguire.
Per quanto riguarda le aliquote IRPEF, il viceministro sottolinea che lo scopo del Governo è quello di andare a snellirle sempre di più con l’obiettivo di portarle a tre.
Ha parlato anche dell’Ires affermando che l’intenzione è quella di andare a premiare quei redditi reinvestiti in capitale.
Per quanto riguarda l’IVA, il piano è quello di andare verso un’ammortizzazione a livello comunitario mentre l’irap deve essere rivista dall’inizio alla fine.
In base ad uno studio portato avanti da Cida e Itinerari previdenziali, i redditi ottenuti nel 2020 e quindi dichiarati nel 2021 ammontano a 865,074 miliardi il cui gettito Irpef è di 164,36 miliardi.
Insomma, si tratta di un dato che vede una diminuzione del 4,75% se paragonato all’anno precedente.
In diminuzione anche i dichiaranti insieme ai versanti e contribuenti. In base allo studio in diminuzione anche la percentuale di contribuenti capaci di supportare il carico fiscale.
Infatti la metà degli italiani non dichiara tutti i redditi. E’ del 19,99% la percentuale dei versanti dei contribuenti che hanno dei redditi da 35.000 euro a salire.
In poche parole stiamo facendo riferimento a circa 5 milioni di coloro che versano. Chi ha un reddito superiore a 55.000 euro appartiene al 4,58% del totale.
Questi ultimi infatti versano il 38% dell’Irpef totale. Chi dichiara invece fino a 7.500 euro è un quarto della popolazione italiana che paga lo 0,12% dell’irpef.
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