Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha parlato del secondo dopoguerra italiano, puntando alla pacificazione in Italia.
La seconda carica dello Stato ha precisato che in qualche modo il secondo dopoguerra sembra interminabile per diversi aspetti.
Il presidente del Senato ha incontrato la stampa parlamentare per gli auguri natalizi e in questa occasione ha parlato molto dell’importantissimo ruolo che è chiamato a svolgere nel governo Meloni, come seconda carica dello Stato.
“il mio desiderio è che l’italia sia un paese in pace. in qualche modo siamo bloccati in un’interminabile dopoguerra e ognuno cerca di prevaricare sull’altro. se riuscissimo ad accettare il pensiero altrui sarei felice”
questo un passaggio del discorso con cui ha parlato ai giornalisti che lo hanno intervistato.
Interpellato anche sulla ricorrenza del 25 aprile, Festa della Liberazione che celebra l’insurrezione italiana dei partigiani per liberare l’Italia dall’esercito nazista e dal nazifascismo, ha dichiarato che come avvenuto in precedenza, si recherà al cimitero di Milano per deporre dei fiori sulla statua marmorea dedicata ai partigiani, definiti come i salvatori che hanno dato la vita per la libertà del Paese.
Sono molti però gli argomenti su cui La Russa è stato invitato a esporre un pensiero, vediamoli nel dettaglio.
Partiamo dalla stampa e dalle istituzioni, temi correlati secondo il presidente del Senato, che ha ricordato come la prima sia assolutamente decisiva per conferire dignità alle seconde.
“il compito principale spetta agli attori delle istituzioni che devono conquistare l’affidabilità e la credibilità dei cittadini”.
A tal proposito si è soffermato sulla libertà di stampa, simbolo della libertà di una Nazione. Ovunque questa venga ridotta e limitata si retrocede e non si può crescere.
Nel suo discorso alla stampa parlamentare, La Russa ha parlato anche dell’esercizio provvisorio, dichiarando che questo va evitato perché danneggia l’immagine del Paese e ci sono momenti in cui maggioranza e forze di opposizione devono concentrarsi sull’obiettivo comune dell’interesse della nazione.
Il bene dell’Italia appunto è quello di non arrivare all’esercizio provvisorio.
E sul bicameralismo ha detto:
“da anni la legge di bilancio la fa la camera o il senato, allora io credo che sia opportuna una legge per il bicameralismo, più seria rispetto al procedimento attuale in cui ogni decisione rimbalza fra camera e senato offrendo a chi tocca la seconda lettura l’occasione per saltare un pezzo di vacanze”.
Inevitabilmente poi il presidente non poteva non toccare l’argomento del conflitto fra Russia e Ucraina e in merito ha riferito che inviare armi all’Ucraina è una scelta giusta per aiutare un Paese martoriato a difendersi contro il nemico che si fa sempre più aggressivo.
Poi il Qatargate:
“credo che le leggi per impedire ciò che è avvenuto a bruxelles ci fossero però mancava la morale e bisognava agire di più sulla qualità della politica. credo che in ogni lavoro ci voglia passone, è la condizione essenziale per evitare influenze di ogni tipo. se c’è bisogno di una norma regolamentare perché un politico sia onesto vuoldire che c’è qualcosa che non va”.
E cercando di alleggerire la polemica intorno all’assegnazione dei mondiali di calcio al Qatar, si è semplicemente complimentato con la squadra vincitrice, ribadendo la simpatia per l’Argentina e confessando, come aveva fatto più volte, che se non fosse nato italiano avrebbe voluto essere argentino.
Conversando con i cronisti al termine dello scambio di auguri natalizi, il presidente del Senato ha parlato anche dei partiti: “Il Movimento sociale italiano era il più democratico fra i partiti italiani, pensate che si votava non solo sulle candidature in lista ma perfino sul posto in lista”.
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