Secondo La Russa già a Fiuggi si era riconosciuto il valore della Resistenza: “Alcuni volevano fare somigliare l’Italia all’Unione Sovietica”.
Continua il rapporto conflittuale tra Ignazio La Russa e la Resistenza, continuano le dichiarazioni al riguardo e le smentite. Stavolta, durante la presentazione del libro di Pierferdinando Casino a Milano, il presidente del Senato è tornato sull’argomento parlando del valore – riconosciuto secondo lui a Fiuggi – dalla destra che seppe fare i conti con il proprio passato alla Resistenza. Ma ancora, sul 25 aprile, non si esprime.
Mai come quest’anno sale la curiosità su come il governo andrà ad affrontare il giorno del 25 aprile. La liberazione più attesa, viste le origini dei componenti del governo, dalle più alte cariche, presidente del Senato compreso. Ignazio La Russa come ogni anno ha aperto le danze a meno di un mese dall’anniversario della liberazione, intervenendo sulle strampalate – e storicamente smentite – tesi sull’attentato di via Rasella e delle Fosse Ardeatine.
Poi è intervenuto in difesa di Giorgia Meloni, poi le smentite, le scuse, i busti. Insomma, La Russa non sembra proprio entusiasta – come buona parte della maggioranza – di festeggiare in piazza il prossimo martedì. Eppure, nella giornata di oggi a Milano, il suo intervento pareva essere rivolto alle polemiche sul suo conto e sulle sue recenti gaffe.
Durante la presentazione del nuovo libro di Pierferdinando Casini La Russa ha affermato: “A chi chiede ancora. Leggano il libro, Pierferdinando lo scrive in maniera chiara, citando le tesi di Fiuggi in cui mettevamo in chiaro il valore che aveva avuto la Resistenza nel ridare all’Italia dignità e democrazia“.
Una parte della Resistenza ossia i rossi comunisti, dice ancora il presidente del Senato parlando di “verità storica”, voleva però fare assomigliare l’Italia all’Unione Sovietica. Citando Fiuggi, La Russa parla di una destra che ha fatto i conti con il suo passato.
Ma la parola antifascista, ancora dal governo Meloni, non è stata pronunciata. Il 25 aprile si avvicina, e alle domande dei giornalisti subito dopo l’intervento alla presentazione hanno risposto le spallate dei bodyguard del presidente del Senato. “Cosa farà il 25 aprile presidente?” chiede un cronista sul posto. Nessuna risposta, ma solo insofferenza.
In dribbling tra i microfoni dunque, La Russa è riuscito ancora una volta a non rispondere su quali saranno i suoi piani per il Giorno della liberazione, mentre il Paese piuttosto che il contentino di una citazione risalente alla svolta di Fiuggi sui partigiani attende ancora un governo che abbia la decenza e la dignità di affermare di voler celebrare la liberazione dell’Italia dal nazifascismo e di pronunciare la parola antifascista, visto che gli antifascisti e anche i “comunisti rossi” – che ha citato lo stesso la Russa – hanno di fatto scritto la Costituzione della Repubblica sulla quale lui stesso ha giurato, difendendo le istituzioni e la democrazia.
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