La Russia chiude il gas all’Ucraina e l’Europa è a rischio

Dalla Russia arriva la notizia che la Gazprom ha deciso di interrompere le forniture di gas all’Ucraina finché non arriveranno nuovi pre-pagamenti. Il colosso russo ha poi annunciato che anche la fornitura in Europa è a rischio, infatti viene specificato dai vertici di Gazprom che si tratta di un blocco che potrebbe creare ”seri rischi per il transito affidabile del gas in Europa attraverso il territorio ucraino e anche per la fornitura di gas ai consumatori ucraini per il prossimo inverno”.

La notizia non giunge improvvisamente, infatti già nei giorni scorsi le autorità ucraine sarebbero state avvertite del rischio di sospensione. A dare l’annuncio Alexiei Miller, manager del gruppo russo, che ha fatto sapere che tutto il metano già pagato è stato consegnato e se non arriveranno altri pagamenti, il gas non sarà più erogato.

Questo è solo l’ennesimo episodio della disputa del gas tra Mosca e Kiev, che nel 2014 era esplosa con il rischio di una terza guerra mondiale in seno all’Europa. Dopo un’altra interruzione durante l’estate, le forniture di gas russo verso l’Ucraina erano state ripristinate il 12 ottobre con un accordo in base al quale Kiev avrebbe pagato in anticipo i volumi richiesti. Kiev ha poi cominciato a prelevare il gas dai depositi ma non essendo riempiti a sufficienza, da Gazprom arriva un altro monito, perché questo comporterebbe rischi per il transito verso l’Europa. Già nell’inverno del 2009 la sospensione delle forniture di gas dalla Russia all’Ucraina aveva creato gravi disagi in tutta l’Europa.

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Fa di certo pensare che non sia solo una coincidenza l’aver preso tale decisione proprio il giorno dopo l’abbattimento del Su-24 russo nei cieli al confine tra Siria e Turchia. L’Ucraina, come ricordato dal Corriere, si trova in perenne bisogno di soldi, e strategicamente, non pagando Gazprom, fa in modo di ricorda a Ue e Usa (e anche quindi alla Nato) i loro impegni nei suoi confronti. Inoltre, Mosca ha approfittato per mandare un messaggio anche alla Turchia, che finora stringeva accordi con la Russia per portare il gas verso Occidente bypassando l’Ucraina, e che importa da Gazprom più della metà del suo fabbisogno nazionale di metano.

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