Il conflitto tra Russia e Ucraina prosegue tra attacchi e accuse reciproche. Secondo quanto riferito dalle autorità ucraine, la Russia ha condotto un attacco con droni contro infrastrutture portuali lungo il fiume Danubio, nella regione di Odessa. L’attacco avrebbe provocato il ferimento di almeno due persone. Intanto il traffico sul ponte di Crimea che collega la Russia continentale alla penisola, annessa nel 2014, è ripreso regolarmente dopo una breve interruzione all’alba.
Sul fronte diplomatico, il presidente Zelensky ha reso noto che altre due navi cargo hanno attraversato il corridoio sicuro sul Mar Nero istituito per consentire l’esportazione di cereali ucraini, nonostante la decisione russa di sospendere l’accordo raggiunto in ambito Onu. La tensione tra Kiev e Mosca resta alta e non sembra possibile, nelle condizioni attuali, che possa arrivare a breve un dialogo costruttivo per giungere a un accordo di pace.
Le ultime novità dal conflitto tra Russia e Ucraina
Secondo quanto comunicato dal ministero della difesa russo, nelle scorse ore l’aviazione di Mosca ha condotto attacchi con droni contro infrastrutture portuali nella città di Reni, nella regione di Odessa, affacciata sul Danubio al confine con la Romania. Gli impianti colpiti sarebbero utilizzati di consueto per lo stoccaggio di carburante destinato alle forze armate ucraine. Tutti gli obiettivi designati dalla Russia sarebbero stati centrati con successo, in base alle informazioni fornite dalle stesse autorità russe.
Intanto si avvicina l’incontro di lunedì ad Ankara tra il presidente turco Erdogan ed il leader del Cremlino Putin. Al centro dei colloqui vi sarà molto probabilmente la questione dell’accordo sul passaggio sicuro delle navi cargo nel Mar Nero per l’esportazione di cereali dai porti ucraini. Dopo lo stop temporaneo annunciato dalla Russia, Ankara sta lavorando per convincere Mosca a rientrare nell’intesa mediata dalle Nazioni Unite, ritenuta cruciale per scongiurare una crisi alimentare globale.
Il Ministero della Difesa rumeno ha duramente condannato i ripetuti attacchi russi alle infrastrutture portuali sul Danubio, in prossimità del confine ucraino. Tali azioni sono state definite “ingiustificate” e costituiscono chiaramente una violazione del diritto internazionale umanitario, secondo l’opinione dei vertici rumeni. La nota ministeriale ha sottolineato che i mezzi utilizzati dalla Russia non hanno mai rappresentato una minaccia diretta al territorio o alle acque territoriali della Romania prima d’ora.
Secondo i servizi segreti britannici, la Russia starebbe reclutando migranti provenienti dall’Asia Centrale da impiegare come soldati nella guerra contro Kiev. Le stime rivelano la presenza di almeno sei milioni di migranti centroasiatici in territorio russo, visti dal Cremlino come potenziali reclute. L’obiettivo sarebbe quello di evitare una nuova impopolare mobilitazione di massa in vista delle elezioni presidenziali.
Intanto l’Ucraina riferisce di aver intercettato e distrutto altri 22 droni di fabbricazione iraniana lanciati dalle forze russe nella regione di Odessa. Mosca invece dichiara di aver colpito solo infrastrutture per lo stoccaggio di carburante nel porto di Reni, situato sul Danubio al confine con la Romania. Il raid avrebbe causato almeno due feriti tra la popolazione locale secondo le autorità ucraine. La situazione resta estremamente tesa su più fronti e il nervosismo sale sempre più.
Ma l’attenzione globale è puntata come sopra citato sull’incontro che si terrà tra Putin ed Erdogan, che discuteranno della questione delicatissima inerente al patto sul grano del Mar Nero.
Cosa aspettarsi dal colloqui tra Erdogan e Putin
L’incontro previsto a Sochi tra il presidente turco Erdogan e il leader russo Putin arriva dopo i colloqui tra i ministri degli Esteri di Turchia e Russia. In quell’occasione, Mosca ha consegnato un documento contenente una serie di richieste rivolte ai Paesi occidentali affinché vengano sbloccate le esportazioni di cereali dai porti ucraini nel Mar Nero. In passato Erdogan ha mostrato una certa comprensione per le aspettative russe sull’accordo, ritenendo fondamentale l’ appoggio dell’Occidente per trovare una soluzione. Sostanzialmente il leader turco chiede che si vada incontro anche alle richieste di Mosca, senza focalizzarsi su questioni politiche ma è necessario in questo caso pensare al benessere della comunità globale.
Da parte sua, il Segretario Generale dell’Onu ha inviato al ministro Lavrov proposte concrete per favorire anche le esportazioni agricole russe, senza però ottenere riscontri positivi da Mosca. Stando a quanto riferito dal capo della diplomazia di Ankara, si sta lavorando per comprendere meglio le richieste della Russia e risolvere questioni relative a transazioni finanziarie e assicurazioni. Permangono dunque nodi complessi da sciogliere per rilanciare questo prezioso accordo a tutela della sicurezza alimentare internazionale.
Le autorità russe hanno inoltre riferito di un vasto incendio divampato in un deposito di prodotti petroliferi a San Pietroburgo. I vigili del fuoco sono al lavoro per domare le fiamme, visibili da una densa nube di fumo nero, mentre si susseguono esplosioni nell’area.
Secondo quanto comunicato dal ministero per le emergenze, il rogo ha interessato un capannone di circa 800 metri quadrati ed è stato segnalato in mattinata. Circa 100 unità dei pompieri sono impegnate nelle operazioni di spegnimento.
Fonti locali hanno riferito che l’incendio è divampato presso il deposito petrolifero di Ruchi. Al momento non si conoscono le cause dell’incidente e non si segnalano vittime.
Nel corso della guerra in Ucraina, infrastrutture strategiche russe come i depositi di carburante sono già state prese di mira ripetutamente. Le autorità sono al lavoro per fare completa chiarezza sull’episodio odierno.