La Russia sostiene che le forze ucraine abbiano compiuto un attacco terroristico contro Mosca utilizzando tre droni. Secondo il ministero della Difesa, le forze russe sarebbero riuscite ad abbattere uno dei droni e mettere fuori uso gli altri due, costringendoli ad impattare contro un complesso di uffici del distretto finanziario di Mosca.
L’attacco avrebbe causato il ferimento di una guardia di sicurezza e dei lievi danni alla facciata di un grattacielo. Il sindaco della capitale ha parlato di danneggiamenti “insignificanti“. In ogni caso, per circa un’ora l’aeroporto di Vnukovo e lo spazio aereo sopra Mosca sono stati chiusi. Le restrizioni sono state poi revocate e una strada è stata chiusa al traffico vicino al luogo dell’incidente.
Le autorità ucraine non hanno ancora commentato l’episodio. L’attacco diretto contro la capitale russa dall’inizio del conflitto, segnando un’escalation. È necessario che le autorità internazionali controllino la situazione per evitare un repentino peggioramento della complicata situazione all’interno del conflitto in Ucraina.
Secondo le autorità russe, quello su Mosca è il quarto tentativo di attacco nella regione della capitale questo mese e il terzo solo questa settimana. Questo sta alimentando le preoccupazioni sulla vulnerabilità della capitale agli attacchi mentre la guerra in Ucraina entra nel suo 18° mese.
Le autorità ucraine non hanno commentato, subito, l’accaduto ma questo colpo è arrivato proprio mentre Kiev è impegnata in una controffensiva per riconquistare territorio occupato dalla Russia.
Mosca ha accusato USA e NATO di aiutare Kiev, mentre le autorità ucraine hanno denunciato che almeno un civile è morto e altri cinque sono rimasti feriti in un attacco missilistico russo contro la città nordorientale di Sumy.
Una scuola è stata distrutta da un’esplosione, stando a quanto è riferito dalle autorità ucraine.
Questi attacchi incrociati mostrano come la situazione rimanga tesa. Sia russi che ucraini proseguono le loro offensive militari infliggendosi vittime.
Occorrono rinnovati sforzi diplomatici per arrivare a un cessate il fuoco duraturo e poi ad una soluzione politica che ponga fine alla guerra. Finché continueranno gli attacchi, civili innocenti continueranno a soffrire senza poter attuare azioni concrete a
Le autorità ucraine hanno ammesso di aver compiuto l’attacco con droni di lunedì a Mosca, ma avvertono che ce ne saranno altri per spingere indietro le truppe russe. Il ministro per la trasformazione digitale ha affermato che l’Ucraina sta intensificando una controffensiva estiva, incluso l’uso di droni.
Mentre Mosca definisce questi attacchi “terrorismo”, le azioni militari russe in Ucraina hanno causato molte più vittime civili.
Nel frattempo le autorità ucraine denunciano altre pesanti perdite dopo attacchi russi a città come Sumy e Zaporizhzhia. A Sumy un missile ha ucciso un civile e ne ha feriti altri cinque, colpendo una scuola. A Zaporizhzhia altre due persone sono morte.
Le autorità di Sumy hanno riferito di 25 bombardamenti in un solo giorno, mentre a Zaporizhzhia sono stati segnalati 77 attacchi che hanno colpito infrastrutture civili.
Il conflitto si fa dunque sempre più aspro e letale per la popolazione coinvolta. Occorrono sforzi diplomatici urgenti per frenare l’escalation e proteggere i civili, l’obiettivo principale di ogni conflitto dovrebbe essere quello di prevenire vittime innocenti. La preoccupazione per l’accordo del grano, che Mosca non ha rinnovato, cresce e aumenta i timori per la già presentissima crisi globale ed economica.
Sebbene gli attacchi con droni contro Mosca non abbiano causato vittime o feriti, hanno turbato i residenti della capitale russa.
Un testimone dell’attacco di domenica ha raccontato che l’incidente ha interrotto bruscamente i piani per un periodo di riposo.
Ha spiegato: “Io e i miei amici avevamo affittato aun appartamento per venire qui e rilassarci, e ad un certo punto abbiamo sentito un’esplosione: era come un’onda, tutti sono saltati. C’era molto fumo e non si vedeva nulla. Si vedeva il fuoco dall’alto”.
Gli abitanti di Mosca hanno espresso preoccupazione per la loro sicurezza, dopo quasi sette mesi di guerra in Ucraina. Molti accusano Kiev di “terrorismo” e invocano rappresaglie contro obiettivi ucraini.
Sebbene le autorità russe abbiano minimizzato i danni materiali causati dagli attacchi, questi costituiscono un duro colpo all’immagine di invincibilità di Mosca, che il Cremlino ha cercato di veicolare dall’inizio dell’invasione.
La capitale russa è sempre stata considerata fuori dalla portata delle forze ucraine. Gli attacchi dimostrano che non è intoccabile, suscitando preoccupazione tra i russi e imbarazzo per il regime di Putin.
Per ora i media statali russi stanno incolpando agenti ucraini infiltrati con la complicità dell’Occidente. Ma la realtà potrebbe essere più dura da accettare per molti cittadini.
Putin durante un evento ufficiale domenica ha annunciato il potenziamento della Marina militare russa, ma permangono criticità riguardo alla reale potenza navale della Russia.
Il presidente russo durante la parata navale di San Pietroburgo ha sottolineato come la Russia stia “costantemente aumentando la potenza della sua Marina” e riceverà quest’anno ben 30 nuove navi da guerra.
Putin ha affermato che Mosca sta implementando con fiducia i vasti compiti della politica marittima nazionale, volti ad accrescere il potere russo sui mari. L’enfasi sul rafforzamento della Marina militare acquista un significato strategico nel contesto del conflitto in Ucraina, dove la Russia intende proiettare potenza nel Mar Nero e Baltico.
La guerra ha messo in luce debolezze della flotta russa. Criticità emerse anche a causa delle sanzioni che ostacolano l’industria navale.
In sintesi Mosca sembra voler proiettare un’immagine di forza navale ma permangono dubbi sulla effettiva capacità russa di portare a termine i suoi ambiziosi piani. Le sfide sono tecnologiche, industriali e organizzative. Il potenziamento della Marina militare resta quindi un obiettivo lontano, nonostante l’enfasi propagandistica.
In un quadro geopolitico complesso come quello attuale, il monopolio dei mari rimarrà prerogativa dell’Occidente collettivo. La competizione geostategica con la Russia continuerà probabilmente su altri piani.
È emersa in seguito anche una dichiarazione di Medvedev che è stata percepita come preoccupante e pericolosa.
Medvedev ha dichiarato che le forze armate russe “respingendo la controffensiva ucraina” e impedendo l’occupazione di parti della Russia, stanno non solo proteggendo i cittadini russi ma “prevenendo lo scoppio” di un conflitto nucleare globale.
Secondo il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, se l’offensiva ucraina con il supporto della NATO avesse successo e venisse occupata parte del territorio russo, Mosca sarebbe “costretta” ad usare armi nucleari in base al decreto di Putin del febbraio 2020.
Medvedev ha avvisato che “i nemici della Russia farebbero bene a pregare per i soldati russi” perché stanno impedendo una “guerra nucleare globale”.
Queste affermazioni irresponsabili e pericolosissime mostrano come la Russia utilizzi la minaccia nucleare per giustificare la propria aggressione in Ucraina e scoraggiare ogni intervento occidentale.
È necessaria moderazione da parte di tutti per evitare la drammatica escalation evocata da Medvedev. L’imminente rischio nucleare non può giustificare passivamente l’invasione illegale dell’Ucraina e le sue conseguenze. La pressione diplomatica e gli aiuti a Kiev stanno proseguendo nonostante tutto senza cedimenti.
Il Pontefice ha rivolto un forte appello alla Russia affinché rilanci l’accordo sul grano ucraino, essenziale per provvedere al fabbisogno alimentare dei popoli più poveri del pianeta.
L’intesa, siglata a luglio con la mediazione di Turchia e Nazioni Unite, aveva permesso la spedizione sicura di grano ucraino attraverso i porti del Mar Nero. Il che aveva contribuito a ridurre i prezzi del cibo nel mondo.
Russia e Ucraina sono tra i maggiori produttori e esportatori mondiali di cereali e la loro produzione riveste quindi un ruolo cruciale per la sicurezza alimentare globale, soprattutto di Paesi poveri.
Papa Francesco non ha esitato a rivolgersi direttamente alle “autorità della Federazione Russa” chiedendo loro di “riprendere l’iniziativa del Mar Nero” per far sì che “il grano possa essere trasportato in sicurezza”.
In modo equilibrato ma deciso, il Papa esorta Mosca a compiere un gesto importante nell’interesse umanitario, rilanciando un accordo che ha dimostrato di funzionare nonostante le tensioni del conflitto.
La sicurezza alimentare per i più vulnerabili dovrebbe prevalere sulle logiche della guerra. La speranza è che l’appello del Santo Padre possa essere ascoltato per dare respiro alla popolazione più bisognosa.
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