[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Rock and Wasp/Shutterstock.com[/didascalia]
Una grave epidemia sta flagellando l’umanità. Data l’estensione del fenomeno si può addirittura parlare di pandemia. Si tratta di un virus che colpisce i bambini, una volta raggiunta una certa età: da un giorno all’altro iniziano a diventare scontrosi, scostanti, arroganti, malinconici, distratti, puzzolenti e pelosi. Le femminucce iniziano a sanguinare improvvisamente, e non si tratta di stimmate. I maschietti si chiudono in bagno per interi pomeriggi, e non si tratta di diarrea. Una grave epidemia sta flagellando l’umanità: gli scienziati la chiamano adolescenza, e pare che non ci sia rimedio. L’adolescenza porta con sé nuovi interessi. Uno di essi è il sesso.
L’educazione sessuale è una materia delicatissima che coinvolge tre attori:
- adolescenti in piena tempesta ormonale;
- genitori, spesso riluttanti ad ammettere che i propri figli provano le identiche pulsioni che essi stessi hanno sperimentato in gioventù;
- impiegati pubblici (insegnanti, dirigenti e politici) molti dei quali figli di un’epoca in cui il modo migliore per affrontare certi problemi era semplicemente fingere che non esistessero.
L’educazione sessuale è una materia delicatissima, ma che è doveroso affrontare e che nella scuola italiana viene gestita male e controvoglia, come fosse una patata bollente.
“Ma quindi – chiede la mamma preoccupata – dovremmo spiegare il kamasutra ai nostri figli?”
“Ma quindi – chiede il papà arrabbiato – dovremmo portare le nostre figlie al sexy shop?”
Evidentemente no: ai più giovani dobbiamo trasferire quei pochi e semplici concetti che la ragione e l’esperienza ci hanno insegnato affinché essi possano evitare di passare il resto della vita a rimpiangere la leggerezza di una sera. Non dobbiamo rubargli la poesia, il brivido e il diritto della scoperta, ma solo insegnargli ad allacciarsi il paracadute prima di lanciarsi.
In Italia aumentano le malattie a trasmissione sessuale (chlamidia, sifilide, tricomoniasi, infezioni erpetiche, ecc…) e questo porta gli specialisti a chiedere un intervento legislativo in direzione di una maggiore informazione: “Serve una politica di prevenzione generalizzata sull’uso del condom verso tutti, eterosessuali e omosessuali per ridurre l’incidenza di tali patologie. Al nuovo Parlamento chiediamo di varare una legge per l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole”. Parole della ginecologa Paola Salzano, responsabile scientifica del Vulva Forum di Napoli.
[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Peter Bernik/Shutterstock.com[/didascalia]
Insegniamo ai giovani che al mondo esistono mostri dai nomi strani come HIV, HCV ed HPV e che basta una barriera gommosa di mezzo millimetro per tenerli fuori dalla propria vita;
insegniamo ai giovani che tanti altri virus, batteri e funghi, molto meno pericolosi ma senza dubbio fastidiosi, sono lì fuori dalla porta e aspettano solo che qualcuno li inviti a entrare;
informiamo le ragazze che alcuni farmaci di uso comune possono depotenziare l’effetto della pillola anticoncezionale;
insegniamo ai ragazzi che le lacerazioni non sono incidenti del mestiere, ma cose che possono essere evitate con un po’ di informazione;
spieghiamo ai ragazzi che tenere i preservativi nel portafoglio, o conservarli in qualsiasi altra maniera impropria, è il miglior modo per contribuire ad invertire il calo demografico in Italia;
informiamoli che il coito interrotto non è altro che una roulette russa;
insegniamo ai maschietti che soddisfare una ragazza non significa necessariamente cercare di fratturarle le ossa pubiche martellando come il pistone di un motore a quattro tempi;
spieghiamo alle ragazze che il sesso si fa quando se ne ha voglia in due e che non devono mai dire di “sì” solo per compiacere il partner;
spieghiamo ai maschietti che “no” significa no;
spieghiamo ai ragazzi che non si deve mai promettere amore in maniera ipocrita solo per ottenere sesso;
insegniamo ai maschietti che una ragazza non è una preda da esibire in una chat di WhatsApp;
insegniamo alle ragazze che lasciarsi fotografare nude perché “tanto mi ama e quelle foto non le non farà mai vedere a nessuno” equivale a mandarle in onda in prima serata;
spieghiamo alle ragazze che la popolarità ottenuta facendo le civette le svilisce come persone perché non sono loro ad essere popolari, ma i loro culi;
spieghiamo ai ragazzi che un due di picche non giustifica mai reazioni rabbiose o di odio;
spieghiamo ai ragazzi che il sesso e l’amore vanno meritati e mai e per nessun motivo pretesi o presi con la violenza e il ricatto;
insegniamo ai ragazzi che nessuno va preso in giro per le sue preferenze sessuali.
[didascalia fornitore=”altro”]Foto di archimede/Shutterstock.com[/didascalia]
La scuola non deve insegnare nozioni, ma formare cittadini. E ogni cittadino merita di ricevere una corretta educazione sessuale (e sentimentale), per il proprio benessere e per quello di tutta la società.
Piaccia o no ai genitori, i ragazzi e le ragazze continueranno a fare l’amore nella casa di campagna, in macchina, al parco, in cantina, in garage, a casa di amici, nel bosco, sulle scale, nelle aule delle scuole occupate e nella casa di nonna mentre lei è a messa.
Se la scuola abdica al suo ruolo educativo, gli adolescenti cercheranno informazioni dove capita, anche sui siti per onanisti incalliti (“incalliti” nel senso letterale). Sia chiaro, i ragazzi continueranno a tirare fuori il cellulare dalla tasca per cercare erotismo usa e getta, ma è doveroso offrirgli un’alternativa educativa e fornirgli quegli strumenti culturali che gli permettano di capire che certi tipi di contenuti sono delle esagerate iperboli destinate all’intrattenimento per adulti e che non vanno presi come modelli.
L’educazione sessuale i ragazzi non devono farsela da soli su YouPorn, deve fargliela questa donna:
[didascalia fornitore=”ansa”]La ministra dell’istruzione Valeria Fedeli[/didascalia]
Be’… un attimo… a pensarci meglio… qui c’è il rischio di traumi permanenti… come non detto… fate finta che questo articolo non sia mai stato scritto… Rocco, forse è meglio se continui a pensarci tu, ok?
[didascalia fornitore=”ansa”]Rocco Siffredi[/didascalia]