Ieri Netflix ha rilasciato le prime tre delle sei puntate della docuserie con protagonisti i duchi del Sussex, Harry e Meghan. I due reali della Gran Bretagna, che da marzo del 2020 hanno deciso di lasciare i loro ruoli, hanno raccontato la loro parte di verità, spiegando soprattutto i motivi che li hanno spinti ad abbandonare la vita di corte.
Se nelle prime tre puntate, l’attacco dei due coniugi è andato soprattutto ai giornali e ai tabloid, nelle prossime puntate, che verranno rilasciate giovedì prossimo, il racconto si concentrerà contro la famiglia reale che, si legge all’inizio del documentario, non ha voluto dare la sua versione dei fatti. Da Buckingham Palace, però, non la pensano alla stessa maniera, e affermano di non essere stati interpellati da Netflix.
È finalmente arrivato il momento della verità per Harry e Meghan, i due duchi del Sussex che, a marzo del 2020, hanno deciso di rendersi indipendenti finanziariamente dalla famiglia reale della Gran Bretagna, e sono volati negli Stati Uniti d’America, il Paese d’origine dell’ex attrice.
Una rottura quasi netta che i due coniugi hanno documentato passo per passo e ora hanno raccontato in una serie, in sei puntate, su Netflix. Le prime tre sono state resi disponibile dall’azienda di streaming proprio ieri e raccontano più che altro il modo in cui Harry e Meghan si sono sentiti oppressi dai media, dai tabloid, dai paparazzi, sempre pronti a carpire ogni loro movimento, nel caso del principe fin da quando era un bambino.
È lui a spiegare l’angoscia che ha sempre provato, facendo un parallelismo anche con quello che è successo alla madre, la principessa Diana, morta nel 1997 in seguito a un incidente stradale, in cui veniva inseguita dai paparazzi, a Parigi. Un paragone che, tra l’altro, si ripete quando Harry dice che assomiglia all’ex moglie del re Carlo III.
Ecco, a tal proposito, la famiglia reale, si legge all’inizio della docuserie, ha deciso di non fornire la sua versione dei fatti, o meglio si sono rifiutati di commentare il contenuto delle puntate che, a partire dalla settimana prossima, quando verranno rilasciate le ultime tre, interesseranno soprattutto loro, con accuse da parte dei duchi di Sussex.
Una fonte di Buckingham Palace, però, ha fatto sapere di aver ricevuto solo un approccio da parte della società di produzione che preannunciava il documentario su Netflix, quindi non direttamente dall’azienda statunitense e dopo aver contattato la Archewell Productions e la stessa Netflix per verificare l’autenticità dell’email, non hanno ricevuto alcuna risposta: “In assenza di tale verifica – ha spiegato -, non abbiamo potuto fornire alcuna risposta“. In pratica, una bugia che avrebbe potuto far crollare il castello (non in senso letterale) del racconto del duca e della duchessa.
Al di là della grave accusa che arriva direttamente dalla Royal Family, in Gran Bretagna non hanno fatto accolto con favore la spiegazione fornita da Harry e Meghan nel documentario omonimo. Il Daily Maily, in apertura, oggi tuonava con un “Vogliono far cadere la monarchia“, per il deputato conservatore Bob Seely dovrebbero togliere i titoli reali ai due “fuggitivi” e ha proposto anche un disegno di legge per rendere il tutto molto più incisivo di una minaccia. La questione, infatti, non può essere solo di famiglia, ma è per forza qualcosa che riguarda anche la politica in senso più ampio.
Il Telegraph, invece, crede che quello che vedremo a partire da giovedì prossimo sia un colpo diretto alla sovrana, che nel frattempo è anche morta – le interviste sono state registrate ad agosto, un mese prima che Elisabetta II morisse – e il comportamento di Harry e Meghan è definito ingiusto. Il Sun, ancora, crede che il principe sia stato manipolato, mentre anche il più moderato Guardian si è domandato se non gli sia andata di traverso la colazione davanti a tanto narcisismo.
Se non bastasse, poi, anche il fratello William, la cui moglie Kate è stata dipinta come una persona ingessata anche quando le telecamere e gli obiettivi sono spenti, non ha apprezzato che il duca abbia deciso di ritirare in ballo l’intervista della madre del novembre del 1995, che la Bbc gli aveva estorto con l’inganno. Lui sì, dicono ancora dal Daily Maily, aveva provato a battersi per questo, nessuno lo ha ascoltato.
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