L’idea della settimana lavorativa corta è certamente un sogno per molti, ma suona più come una provocazione. E invece non lo è affatto. Il docente di Economia dell’University of Leeds, David Spencer propone un fine settimana di tre giorni, perché è un autentico toccasana per la salute, ma anche un ottima soluzione per rendere meglio sul lavoro.
L’articolo dell’economista pubblicato sulla rivista The Conversation, si sta rapidamente diffondendo sulla stampa britannica e siamo certi che a breve inizierà a surfare anche su quella italiana. Nel testo, spiega come alcune recenti ricerche abbiano evidenziato il potere nocivo dell’eccessivo lavoro.
I danni raggiungono non solo la salute fisica, ma anche quella psichica. Concretamente, lavorando troppo si rischia di incappare in un ictus, in patologie del cuore o anche nel diabete.
L’economista spiega inoltre che trascorrendo la maggior parte del proprio tempo lavorando, si perdono le vere preziosità della vita, come incontrare la famiglia, gli amici, dedicarsi alla persona amata.
E purtroppo si finisce imbrigliati in un turbine pericoloso: si lavora così tanto, che si perdono tutte quelle energie che sarebbero necessarie per poter immaginare di cambiare il proprio stile di vita.
Eppure le alternative esistono. Non si tratta di una teoria visionaria o utopistica, come spiega David Spencer, lavorare meno consente di lavorare meglio e di ciò ne beneficerebbe anche la produttività: lavoratori stanchi e che nel breve tempo si ammaleranno gravemente non sono certo una garanzia di successo.
La tecnologia, se impiegata sapientemente, potrebbe rappresentare lo strumento per raggiungere una nuova visione del mondo del lavoro.