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La Slovenia approva le adozioni e i matrimoni tra persone dello stesso sesso

La Slovenia ha fatto finalmente il tanto atteso passo avanti in materia di matrimoni e adozioni omosessuali: sono appena entrate in vigore le modifiche al “Codice della famiglia”, arrivate sei mesi dopo il verdetto emesso della Corte costituzionale a Lubiana che definiva discriminatorie le norme vigenti sul tema delle unioni, siano queste tra eterosessuali oppure tra omosessuali. All’epoca l’Alta Corte aveva dato sei mesi di tempo per attuare la nuova norma al legislatore e infatti, sei mesi dopo, tutto appare già diverso.

Matrimoni omosessuali – Nanopress.it

La Slovenia rientra ufficialmente tra i Paesi che consentono alle persone, a prescindere dal loro orientamento sessuale, di sposarsi e adottare un bambino. Finalmente sono entrate in vigore le modifiche al “Codice della famiglia”, che renderanno possibile che questo avvenga.

La Slovenia ha reso possibili i matrimoni e le adozioni omosessuali

Siamo nel 2023, l’era in cui le auto si guidano da sole (sì, alla fine è successo), in cui esiste un bot capace di sostituirsi anche a noi giornalisti (ahinoi), in cui la NASA progetta di arrivare finalmente su Marte, eppure, mentre la tecnologia avanza, il mondo continua ad arretrare, tanto che ogni minimo passo avanti non basta.

Con questo non vogliamo sminuire il tema di questo articolo, più che nobile: la Slovenia ha deciso di cambiare le regole interne al Paese e di modificare il “Codice della famiglia”, cosa che renderà possibile sposarsi anche alle persone dello stesso sesso, che potranno così anche adottare un bambino. Bene, questo è il focus di questo pezzo, ma se volessimo ampliare il discorso, capiremmo immediatamente che, se vivessimo in un mondo davvero avanzato, non dovremmo neanche parlarne così tanto perché non ci sarebbe nulla di eclatante su cu disquisire.

Il problema è questo: il tema delle unioni Lgbtq+ non riesce a trovare mai davvero una quadra, perché se da un lato alcuni Paesi (anche europei) stanno cercando di muoversi e di camminare verso la direzione dell’inclusività assoluta, dall’altro vi sono ancora spesso delle differenze sostanziali (vedi la Church of England che ha deciso di dire no ai matrimoni omosessuali in chiesa) oppure – ancora peggio – c’è un’ombra su questo tema che non permette in pratica che i matrimoni omosessuali possano essere celebrati liberamente.

Parlando dell’Unione Europea, nello specifico, qu si contano 19 Paesi in cui le unioni Lgbtq+ sono legali e cioè: Andorra, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Islanda, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito. E in tutti gli altri? Dipende. Dovremmo analizzare caso per caso, ma resteremo in territorio nostrano.

Lo diciamo subito senza mezze misure: l’Italia è rimasta indietro. Solo il 31 gennaio 2017 la Cassazione ha riconosciuto, con la ormai storica sentenza numero 2487, il primo matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Ma attenzione, perché c’è subito il primo ma: quello di cui la Corte parlava non è un’unione celebrata all’interno dei confini nazionali, ma all’esterno, quindi in pratica venivano riconosciute qui nozze celebrate in altri Paesi. E qui arriva il secondo ma, perché tutto questo era possibile solo ed esclusivamente a patto che almeno uno dei due coniugi fosse cittadino in uno dei Paesi UE i cui il matrimonio omosessuale è legale.

Abbiamo dovuto aspettare l’8 luglio 2022 per vedere finalmente qualcosa muoversi (ma nel vero senso della parola questa volta): questa è la data della sentenza della Corte Costituzionale che ha reso possibile alle coppie coppie omosessuali unirsi in matrimonio. La stessa poi è diventata legge il 30 settembre 2022.

E per quanto riguarda invece le adozioni tra persone dello stesso sesso? Qui il territorio diventa ancora più ostico e i Paesi in cui sono consentite solo 34. In tutto il mondo, sia chiaro. Tra questi vi sono: Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Croazia, Cuba, Danimarca, Finlandia, Francia, Islanda, Israele, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera e Uruguay.

Matrimoni omosessuali – Nanopress.it

A questa lista, però, si sta per aggiungere un altro Paese, la Slovenia, che ha reso possibili non solo le unioni tra persone dello stesso sesso, ma anche le adozioni.

Le nuove regole

In Slovenia sono appena entrate in vigore le modifiche al “Codice della famiglia”, che consentiranno alle persone dello stesso sesso di sposarsi e di adottare un bambino.

Dobbiamo precisare che una legge molto simile sul diritto di famiglia era stata già introdotta nel Paese circa 12 anni fa, nel 2011 in pratica, ma meno di un anno dopo – nel giugno del 2012 esattamente – un referendum (a cui avevano preso parte il 30% degli aventi diritto) l’aveva annullata. Stessa sorte era toccata solo un paio di anni dopo, nel 2014 cioè, a un’altra norma, questa volta sul tema dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, che era stata abrogata dopo un lasso di tempo simile da un referendum popolare.

Tutto è cambiato poi in realtà nel luglio del 2022, quando la Corte costituzionale a Lubiana ha emesso un verdetto che definiva discriminatorie le norme vigenti sul tema delle unioni, siano queste tra eterosessuali oppure tra omosessuali. All’epoca l’Alta Corte aveva dato sei mesi di tempo per attuare la nuova norma al legislatore. E infatti sei mesi (circa) sono trascorsi e tutto è già cambiato.

Da adesso in poi la situazione sarà questa: il matrimonio sarà considerato un’unione tra due persone, a prescindere dal sesso e non più quindi tra uomo e donna necessariamente. Inoltre le coppie omosessuali avranno gli stessi identici diritti di quelle eterosessuali anche per quanto riguarda l’adozione.

Chiunque voglia, infine, potrà tramutare la sua unione di fatto in matrimonio, previa dichiarazione davanti ad un ufficiale dell’anagrafe, entro sei mesi dall’entrata in vigore delle modifiche al “Codice di famiglia”.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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