L’auto colpita dal Suv sbandò per 22 metri. Lo si legge nell’ordinanza del gip, mentre si attende l’esame sui tutti i video girati dai ragazzi del canale YouTube The Borderline all’interno del veicolo per far luce sulla velocità di entrambi i veicoli.
Emergono ulteriori dettagli sull’incidente di Casal Palocco dello scorso 14 giugno, costato la vita al piccolo Manuel Proietti, morto a soli 5 anni mentre viaggiava nell’auto della madre insieme alla sorella. Emergono dall’ordinanza del gip, tra la velocità – che ha richiesto il pm – e altri esami che verranno fatti sui video. La Smart colpita dal Suv Porsche avrebbe sbandato per 22 metri dopo lo schianto.
L’assenza di alcun segno di frenata era stato uno dei dettagli che aveva già fatto venire i primi dubbi sulla velocità dell’auto che lo scorso 14 giugno aveva travolto la Smart ForFour con a bordo Manuel, la madre e la sorellina. E in effetti, dall’ordinanza del gip, emergono i primi dettagli tecnici sull’incidente che proprio per la tragica morte del bimbo di 5 anni è balzata nelle ultime settimane in cima alle pagine di tutti i giornali, i siti di informazione, dei titoli dei Tg, delle trasmissioni radio, dei podcast.
Un incidente che ha generato amarezza, tristezza, rabbia, poi anche curiosità (quando si venne a conoscenza che a guidare quella Porsche coinvolta nell’impatto c’era uno Youtuber) e ancora, come spesso succede, empatia con la fiaccolata il 25 giugno di migliaia in quel di Roma – presenti anche Roberto Gualtieri, sindaco di Roma e Mario Falconi, Presidente X Municipio -.
Sdegno e stupore che hanno portato anche ad esagerazioni. Il momento del rispetto per la famiglia di Manuel è andato di pari passo con quello dell’accanimento. Poi, sulla scia della rabbia, sono arrivati anche nuove regole, con Matteo Salvini che non ci ha pensato un attimo a tirare in ballo la vicenda per dare forza al suo decreto legge sulla sicurezza stradale approvato in Cdm nella giornata di ieri.
Insomma, ogni giorno sono emersi nuovi dettagli, tra lo stato del guidatore (positivo al primo esame delle urine alla cannabis) gli arresti domiciliari confermati. Lunedì è stato il giorno in cui si è verificata l’andatura del Suv: 124 Km/h al momenta dell’impatto, in piena città. Adesso anche la sbandata della Smart, colpita talmente forte e all’improvviso da essere andata avanti per 22 metri.
Nelle prossime ore sarà la volta della consulenza delle immagini. Le telecamere luogo la strada dovrebbero fornire nuovi elementi grazie ai quali si dovrebbe riuscire a ricostruire ancora meglio l’incidente. Ma i pm hanno intenzione di recuperare anche tutti i video fatto all’interno dell’auto, girati dai ragazzi del canale YouTube The Borderline.
Nella stessa ordinanza con la quale il gip di Roma aveva disposto nelle scorse ore i domiciliari per Matteo Di Pietro infatti, che adesso è accusato di omicidio stradale aggravato, emergono anche dettagli relativi alla velocità del Suv, sulla violenza dell’impatto che ha causato l’incidente. Tesi che prende valore anche dalla già citata assenza di frenate, nel punto dell’impatto. Nell’ordinanza si legge ancora di “presenza invece di segni di scarrocciamento dopo la collisione, impresse dalla Smart per metri 21,70″.
In via Macchia di Saponara, con il limite a 30 km/h in quella strada, l’auto avrebbe raggiunto i 124 km/h di velocità prima di schiantarsi con la Smart. Saranno i rilievi a delirare esattamente la situazione. Alcuni dei passeggeri inoltre avrebbero affermato che l’auto viaggiava oltre i limiti consentiti, anche se nessuno avrebbe percepito una velocità oltre i 120 km/h. Una sensazione comprensibile, considerando la cilindrata del Suv e la rispettiva tenuta di strada. Difficile percepire la velocità con auto di questo tipo, che garantiscono grandissima stabilità anche a velocità molto sostenute.
Nell’ordinanza cautelare sono stati citate anche le testimonianze dei presenti a bordo durante l’incidente, tutti rimasti illesi. Due dei cinque a bordo, secondo il gip, sarebbero stati intenti a registrare dei video tramite smartphone una videocamera GoPro. Uno dei ragazzi ha sostenuto infatti di avere avuto la sensazione di aver viaggiato ad una velocità compresa tra 50 e 100 km/h.
Un altro giovane presente a bordo invece avrebbe detto di essersi raccomandato con Matteo di andare piano, proprio a pochi minuti dall’impatto, ma anche nei giorni precedenti. Quando le auto sono arrivate in collisione, il testimone ha raccontato di avere avuto una camera piccola in mano con l’intento di registrare, mentre un altro ragazzo stava registrato con una telecamera più grande.
Indaga sulla dinamica anche la polizia municipale, che si occuperà di visionare le telecamere di video sorveglianza. Per la precisione quelle poste tra via Macchia Saponara a circa 250 metri dall’incrocio di via Archelao di Mileto. Altre telecamere dall’altro lato della strada verranno prese in esame, che avrebbero catturato il bus Atac dove viaggiava l’autista che ha detto di essere un testimone oculare.
Per quanto riguarda il presunto sorpasso prima dell’incidente, a negare tale ipotesi sono stati i legati del guidatore 20enne adesso ai domiciliari. Gli avvocati sarebbero puntando a dimostrare che la Smart avrebbe tagliato la strada al Suv, senza dare la precedenza.
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