L’aggancio all’orbita di Giove è avvenuto con successo: la sonda Juno della NASA ha terminato con un hurrà di tutto il team del progetto un viaggio che è durato cinque anni, per 2.8 miliardi di chilometri dalla Terra fino al gigante gassoso. Negli scorsi giorni aveva inviato le prime foto di famiglia del pianeta e dei suoi satelliti medicei, curioso: Juno ossia Giunone è la moglie di Giove, appunto, mentre i satelliti hanno nomi che Galileo ha pescato tra quelli di alcune concubine del re degli dei. Dunque, una vera e propria foto di famiglia nel vero senso della parola. Qui sopra una rappresentazione artistica della nuova coppia. Scopriamo di più su questa intrigante missione che ci accompagnerà per i prossimi anni con nuove e suggestive foto.
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Poche ore fa si è sollevato un urlo di giubilo tra i tecnici del Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena, in California, per l’avvenuta conferma in leggera differita (il segnale viaggia alla velocità della luce, dunque richiede 18 minuti) dell’avvenuta manovra di messa in orbita (pressoché) stabile di Juno intorno a Giove. Il project-manager Rick Nybakken ha affermato “Siamo riusciti nell’impresa più difficile che la Nasa abbia mai tentato”. Il motore principale è stato acceso per inserirsi alla giusta distanza e alla giusta velocità dal gigante gassoso: d’ora in poi Juno completerà una serie di giri intorno al colosso fino a quando ci precipiterà dentro, inviando tutte le ultime informazioni possibili sull’atmosfera. Ecco una foto scattata durante l’avvicinamento, lo scorso 30 giugno, dalla fotocamera JunoCam montata a bordo:
Si possono intravedere la più esterna ossia Ganimede poi Europa, Callisto e la più interna Io. Anche Google ha voluto festeggiare con un bellissimo Doodle in stile 8bit che illustra la celebrazione all’interno dei laboratori della NASA:
La sonda Juno è tutt’altro che piccolina visto che misura circa 9 metri con i pannelli solari e pesa la bellezza di 3,6 tonnellate. A bordo troviamo nove laboratori scientifici tra i quali quelli dedicati allo studio della magnetosfera e del campo magnetico. C’è una memoria interna da 256MB e una DRAM da 128MB per non appesantire troppo il sistema e per inviare poi tutto a Terra con successo, cercando anche di sopravvivere alle fortissime radiazioni. Sono in programma 37 orbite ellittiche (con Giove in uno dei due fuochi, approssimativamente) nei prossimi 20 mesi, ma le radiazioni potrebbero mettere KO la sonda dopo 32 giri della giostra. Aspettiamoci tantissime informazioni fondamentali (ad esempio sullo studio del nucleo) e foto mozzafiato.
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