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Economia

La Spagna e la costruzione europea

In Spagna l’approvazione dello strumento di protezione della trasmissione, e la direzione che sembra prendere la riforma in corso del Patto di stabilità e crescita, aprono la possibilità di un futuro senza una crisi del debito sovrano o aggiustamenti fiscali draconiani.

Pedro Sánchez – NanoPress.it

La risposta fiscale dell’Europa alla pandemia si è imperniata su due decisioni complementari. L’attivazione della clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità e Crescita (PEC), che ha sospeso le regole fiscali che limitano il disavanzo pubblico, e la creazione del programma straordinario di acquisto del debito.

I paesi hanno potuto spendere il necessario e finanziare i loro enormi deficit

I paesi hanno potuto spendere il necessario e finanziare i loro enormi deficit. Abbiamo raggiunto pienamente la strategia, corroborando l’idea che l’Unione europea avanza nelle crisi. Nonostante l’invasione dell’Ucraina ci abbia portato a prolungare di un anno la pausa nell’applicazione delle regole, siamo già in un momento di transizione verso una normalità in cui i paesi dovranno far fronte alle restrizioni che le regole fiscali comportano e al fine del programma acquisto straordinario.

Uno scenario che fino a pochi mesi fa sembrava particolarmente difficile per la Spagna, a causa del suo elevato livello di deficit strutturale e debito. Fortunatamente, l’approvazione del Transmission Protection Instrument (TPI) e la direzione che sembra prendere la riforma in corso della PEC, consentono allla Spagna di essere più ottimisti e aprire la possibilità di un futuro senza una crisi del debito sovrano o aggiustamenti fiscali draconiani, molto diverso da quello che abbiamo vissuto nella Grande Recessione.

L’Europa impara dai propri errori e soprattutto la Spagna ne trae vantaggio. Gli spagnoli dovrrebbero fare lo stesso: valutare le implicazioni di quanto approvato; essere consapevoli della necessità che la nuova definizione delle regole fiscali sia in linea con la dichiarazione congiunta fatta qualche mese fa dai governi di Spagna e Olanda; e assumersi la responsabilità fiscale una volta per tutte. Nei 43 anni tra il 1980 e il 2022, in 30 la Spagna avuto un disavanzo pubblico superiore al 3% e solo in tre anni abbiamo raggiunto un surplus.

La Spagna deve sfruttare il sostegno europeo

La penisola iberica deve sfruttare il sostegno europeo per svolgere i nostri compiti senza essere sopraffatti ed entro un orizzonte temporale ragionevole, ma con rigore e coerenza. Noi spagnoli dobbiamo optare per un menu fiscale in cui spese e entrate si adattino strutturalmente come fanno, almeno, alla media UE-27.Parallelamente, dobbiamo essere consapevoli che il TIP non è qualcosa di cui i tedeschi o gli olandesi hanno particolarmente bisogno o che amano.

Bandiera Spagna – NanoPress.it

È vero che l’instabilità finanziaria non fa bene a nessuno, ma la realtà è che ci stanno sostenendo e favorendo. Come hanno fatto con i fondi Next Generation EU. Per questo, credo che le parole debbano essere misurate con attenzione quando reagiamo a proposte comunitarie che non sono destinate a noi e che richiedono sacrifici per aiutare gli altri. Naturalmente, devi negoziare, difendere gli interessi e cercare un equilibrio ragionevole.

Ma dobbiamo stare molto attenti con la retorica che usiamo con i nostri partner e amici. Soprattutto sapendo che nel giro di pochi mesi verrà concordato questo nuovo quadro di regole fiscali, in cui siamo in gioco molto più che in altre materie.

Paolo Battisti

Giornalista Pubblicista dal 2013. Amo la storia e mi occupo di politica estera

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