[didascalia fornitore=”ansa”]Foto di repertorio[/didascalia]
La Spagna mette mano alla legge sui reati sessuali: il Governo sta per approvare una riforma nella quale si esplicita chiaramente che ogni rapporto sessuale consumato senza una forma chiara di consenso, fisica o verbale, sarà condannato e punito come stupro. Dopo la Svezia, anche la penisola Iberica si è attivata per modificare la legge sulla violenza sessuale, a seguito delle accese proteste scatenatesi di recente nel Paese, a seguito di una sentenza emessa dal tribunale di Pamplona, contro cinque uomini accusati di stupro di gruppo contro una ragazza di 18 anni nel 2016 durante la festa di San Firmino.
Gli uomini coinvolti nella sentenza dal tribunale di Pamplona erano iscritti a un gruppo WhatsApp chiamato ‘La Manada’, ovvero ‘Il branco’. Insieme hanno consumato una violenza sessuale di gruppo su una 18enne, due di loro hanno filmato l’intera scena. Eppure sono stati condannati a nove anni di carcere per ‘abuso sessuale’ ma non per ‘stupro’, perché la vittima ‘non aveva opposto resistenza alla violenza’, si legge nella sentenza: ‘Ma aveva mantenuto un atteggiamento passivo’. Per i procuratori si trattava di una normale reazione di shock, ma la difesa riuscì a far passare quel comportamento come consenziente. I giudici hanno quindi accolto quest’ultima interpretazione e di recente hanno concesso ai 5 accusati di uscire dal carcere con una cauzione di seimila euro a testa in attesa della sentenza d’appello.
Così la Spagna di Pedro Sáchez ha deciso di mettere mano alle condanne legate ai reati sessuali: un rapporto sessuale senza una forma esplicita di consenso, fisica o verbale, verrà pertanto considerata stupro. A tal proposito, la vice premier spagnola e ministra dell’Uguaglianza, Carmen Calvo, ha chiarito: ‘Se una donna non dice espressamente sì, tutto il resto è no. In questo modo la sua autonomia viene preservata, insieme alla sua libertà e al rispetto per la sua persona e la sua sessualità’. Il modello legislativo è simile a quello di recente introdotto in Svezia.
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Le nuove norme adempiono inoltre agli impegni presi nella Convenzione di Istanbul, approvata l’11 maggio del 2011 dal Consiglio d’Europa e relativa alla prevenzione e alla lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica. All’articolo 36 comma 2 questa prevede infatti che, ‘il consenso deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto’.
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