L’aumento delle materie prime influisce notevolmente sulla spesa degli italiani. I prezzi salgono vertiginosamente ma, allo stesso tempo, non sale però ciò che ogni singolo cittadino si trova in tasca. Un rapporto prezzo – spesa che non torna.
Fare la spesa sta diventando sempre più difficile, specialmente per chi ha un reddito basso.
In pochi sapevano cos significasse il termine “economia di guerra”, ovvero fare i conti con ciò che, proprio dai paesi che sono in conflitto, non arriva più, oppure arriva nelle nostre zone ma a prezzi altissimi. Quindi, l’unica cosa che resta da fare è quella di rinunciarvi o, al massimo, acquistarlo solo in caso di necessità.
Questo tipo di ragionamento lo si può fare quando si tratta di beni che non siano di prima necessità, quando sono davvero quelli di cui, a tavola, si può fare a meno. Ma quando, invece, si tratta di prodotti come l’olio o il grano, la situazione diventa più complessa.
Ecco che gli italiani (e l’Europa intera) iniziano a farsi due conti in tasca e, si rendono conto che, effettivamente, i prezzi sono arrivati alle stelle. Da maggio, infatti, fare la spesa al supermercato non è più come prima e sono in molti a rinunciare ad alcune cose, pur di far quadrare i conti.
Abbiamo, a causa della guerra in Ucraina e non solo, un esponenziale aumento prezzi che ha fatto scattare l’asticella dell’inflazione sempre più su, e mai così in alto dal 1980. I prezzi dei beni alimentari sono cresciuti più dell’8% rispetto a maggio dello scorso anno, fa sapere un’analisi di Coldiretti, con picchi molto più alti, in particolare per alcuni alimenti, primo fra tutti l’olio di semi, che ha visto il suo prezzo balzare verso l’alto di oltre il 68%.
Ma a pesare sul nostro carrello della spesa è anche tutto ciò che dal grano deriva, come la farina, arrivata a costare il 20% in più sempre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, e ovviamente la pasta, con un aumento del prezzo che si avvicina al 18% in più.
Ne consegue, dall’altro lato, che chi acquista va alla ricerca dello sconto, del prezzo inferiore, anche perché il denaro che c’è nelle nostre tasche è sempre quello, senza alcun tipo di aumento. Non più la corsa ai grandi marchi (che sono quelli maggiormente aumentati di prezzo), ma una riscoperta piena anche dei discount.
Gli italiani riscoprono la spesa low cost ma di ottima qualità. Sono infatti cresciute, quasi del 10% le vendite in queste catene di supermercati, a differenze di quelle grandi marche.
La ricerca di soluzioni che non facciano perdere il rapporto qualità di ciò che mangiamo e portiamo in tavola e ciò che abbiamo in tasca, si fa sempre più sentire.
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