La stampante 3D italiana in volo verso la stazione spaziale internazionale

Cygnus

A bordo di Cygnus 4, lanciato dal vettore Atlas V direttamente da Cape Canaveral, la stampante 3D italiana sarà l’ennesimo fiore all’occhiello di Thales Alenia Space ad andare in orbita: progettata e costruita con Altran, la Portable on Board Printer 3D potrà realizzare componenti e pezzi di ricambio direttamente a bordo della ISS – Stazione Spaziale Internazionale – riducendo drasticamente i costi e i tempi dato che regalerà un po’ più di autonomia e libertà d’azione agli astronauti. Scopriamo di più su questa nuova meraviglia tech.

Il quarto tentativo è andato a buon fine: dopo tre rinvii per tempo non perfetto, la navetta è in viaggio verso la ISS dopo il decollo alle 22.44 di ieri sera dal Kennedy Space Center della NASA, in Florida. Il cargo spaziale porta con sé ben 3 tonnellate di materiale tra rifornimenti per gli astronauti, equipaggiamenti scientifici e dispositivi. Tra tutti, il più interessante è senza dubbio la Portable On-Board Printer che è stata interamente progettata e realizzata in Italia. Porterà solo benefici se, come si crede, la stampa 3d in orbita sarà possibile.

LA STAMPANTE 3D CHE MODELLA LEGNO

Il presidente dell’ASI, Roberto Battiston, ha commentato: “Tutto questo è frutto di grandi capacità di ricerca scientifica e sviluppo tecnologico, sostenute da un patrimonio industriale incomparabile. Due lanci importantissimi per l’Italia, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro”. Cygnus si aggancerà a Unity (uno dei moduli più anziani) e saranno Scott Kelly e Kjell Lindgren ad prendersi cura delle manovre di aggancio fra tre giorni. Rimarrà in orbita per un mese poi sarà fatto disintegrare nell’atmosfera, bello carico di rifiuti.

LA STAMPANTE 3D CHE CREA CASE

Oltre alla stampante 3D, troviamo la facility Burning And Suppression of Solids – Milliken (BASS-M) che testa come si comportano i materiali tessili durante il processo di combustione in condizioni di microgravità; un esempio di come gli esperimenti in orbita possano avere importantissime conseguenze sulla Terra dato che si testerà un futuro utilizzo di questi tessuti in ambienti estremi o pericolosi. Lo Space Automated Bioproduct Lab (SABL) permetterà studi su esseri viventi come batteri, alghe e lieviti e potrà essere anche controllata da remoto, da Terra.

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