Vask’ka è tornato ad affiancare i soldati ucraini nonostante l’ultima esperienza gli avesse fatto perdere una zampa.
La storia che vi raccontiamo oggi parla del coraggio di un animale con un senso di responsabilità quasi al pari di quello di un essere umano, per il quale non ha abbandonato il campo di battaglia nonostante le gravi disabilità fisiche.
Il conflitto in Ucraina è ricco di tante sfaccettature e affianco alle storie terribili che ogni giorno tracciano una trama sanguinolenta di questa guerra che sembra davvero non trovare punti di negoziato, ci sono anche belle pagine come quella di oggi.
Il protagonista è Vask’ka, un cane che possiamo definire un vero eroe di guerra alla stregua di molti combattenti e reduci umani del suo Paese, l’Ucraina. Proprio al fianco dei soldati è rimasto a combattere nonostante tante difficoltà, l’ultima delle quali l’ha messo in realtà a dura prova, infatti era rimasto impigliato in un reticolato vicino alle postazioni russe.
Piuttosto che farsi catturare si è morsicato l’arto incastrato fino a strapparlo via, questo quanto riferito con sarcasmo propagandistico, dai vertici militari ucraini.
Se oggi conosciamo la storia di questo coraggioso animale è grazie al Sergiy Koshman, fondatore e direttore dell’Aspen Institute Kyiv ed ex membro del gabinetto presidenziale del Paese.
“dopo questo atto eroico e molto ocraggioso di autolesionismo, Vask’ka è tornato in trincea accanto ai suoi compagni umani, ferito e reggendosi su tre zampe”.
Vask’ka è un bellissimo cane nero e il suo muso al contempo duro ma molto tenero, tipico della sia razza, ha conquistato il cuore di molti. Le sue immagini sono circolate in queste ore sul web grazie a diversi post pubblicati sui social che lo ritraggono insieme ad alcuni soldati che si occupano di lui e poi, con la zampa fasciata in seguito alle cure.
Fonti militari ucraine hanno costantemente aggiornato in merito alle sue condizioni, precisando che l’animale è stato visitato da un centro veterinario polacco e qui resterà per un periodo di osservazione di qualche giorno.
Dopo le cure necessarie per rimetterlo in sesto potrà tornare in trincea, se lo vorrà, a supporto degli ufficiali di prima linea che ormai lo considerano un membro a tutti gli effetti e un grande simbolo di speranza per andare avanti nella battaglia che si preannuncia ancora molto lunga.
“Vask’ka è un vero soldato, lo aspettiamo al nostro fianco”.
Tanti hanno seguito commossi le sue vicende e fra i vari commenti spicca quello di Sarah Kay Fowler, che scherzosamente si domanda se in una vita precedente possa essere stato un soldato.
Ancora, Joanne Smith commenta augurando una pronta guarigione all’animale, aggiungendo che questa storia meravigliosa e commovente ci ricorda che non sono solo le persone ad essere eroi e guerrieri quando serve, ma anche gli animali.
Navigando sul mondo social ci accorgiamo che circolano diverse foto del cane, a conferma della sua avventura. Abbiamo Vask’ka su una barella che viene trasportato da alcuni soldati fuori dalla trincea, una seconda immagine con l’arto amputato e fasciato, una terza dove i veterinari inseriscono una rotella dove prima c’era la zampa, un dispositivo che gli consentirà di spostarsi agevolmente.
E Vask’ka è diventato l’eroe di tutti, bellissima pagina in una cornice purtroppo molto drammatica.
Questa bellissima storia non è nuova, infatti i cani vengono impiegati molto nelle trincee, dove ovviamente si affezionano a coloro con cui stanno a contatto 24 ore al giorno.
I primi casi non sono in realtà molto diffusi ma comunque certificati e risalgono alla Prima Guerra Mondiale, con diverse razze predilette quali: Pastori Tedeschi, Terrier, Rottweiler, Collie, San Bernardo, Dobermann e Levrieri.
La loro presenza nel quadro del conflitto fra Russia e Ucraina ha una funzione per lo più psicologica, infatti tirano su il morale alle truppe. Molti vengono adottati dai soldati che li trovano abbandonati dalle famiglie in fuga.
Sono perciò dei potenti antidepressivi ma sono importanti che per combattere il nemico, infatti i migliori si trovano lungo i posti di controllo, da dove grazie alla loro sensibilità possono captare molto prima di un umano l’avvicinarsi di un nemico.
“cominciano ad abbaiare e ci avvertono, senza diventare aggressivi. capiscono in anticipo e vedono meglio di noi nelle ore notturne”
riferisce un soldato.
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