Buone notizie arrivano finalmente dall’ospedale Gaslini di Genova. Ryan, il bambino gravemente ferito in circostanze ancora tutte da chiarire, sarebbe uscito due giorni fa dalla terapia intensiva. “Le sue condizioni cliniche sono ad oggi soddisfacenti e ha iniziato il suo percorso riabilitativo.” Queste le parole pronunciate dai medici che hanno in cura il piccolo.
Dal punto di vista procedimentale, invece, l’ultima ipotesi battuta dai pubblici ministeri è quella che il bambino lo scorso 19 dicembre potrebbe essersi lanciato dall’auto su cui viaggiava in compagnia della nonna e del suo compagno. Probabilmente, per sfuggire ad una situazione percepita come di grave pericolo. Attualmente restano indagati a piede libero la nonna paterna ed il suo compagno. L’accusa è quella di lesioni gravissime in concorso. Anche se la Procura di Imperia ha tenuto a precisare delle ferite sul corpo del piccolo non sarebbero riconducibili a maltrattamenti o percosse.
Che cosa è successo davvero quel giorno? E quale era il clima familiare nel quale viveva Ryan?
Come emerge dalle carte che ho potuto visionare, e che fanno riferimento ad un’epoca antecedente alle lesioni del piccolo Ryan, gli equilibri familiari erano molto precari. Nel dettaglio, infatti, dopo la rottura della relazione fra Elena, mamma di Ryan, e Simone, papà di quest’ultimo, si sono verificati gravi episodi di violenza. Gravi al punto da richiedere l’intervento dei magistrati. La donna, infatti, nel settembre del 2022 aveva denunciato l’ex compagno per alcune reazioni astrattamente riconducibili allo stalking e per l’espressa volontà di sottrarre i figli. A seguito di quella denuncia sono state adottate nei confronti dell’uomo due misure cautelari. La prima in riferimento a quanto detto, e la seconda in conseguenza delle ripetute violazioni del primo provvedimento da parte del medesimo. Proprio in conseguenza di queste misure, quest’ultimo ha trascorso un breve periodo agli arresti domiciliari. Periodo nel quale ha vissuto a casa di una sorella. Ma, una volta libero, prima di Natale, è andato a vivere dalla madre anziana con il compagno. Oggi, sempre da quanto è possibile constatare dagli atti, l’uomo indossa un braccialetto elettronico. E a Elena suona un GPS ogni volta che l’ex compagno si avvicina.
In questo quadro, l’Avv. D’Auria, con riferimento alla caduta avvenuta dall’auto del compagno della nonna, ribadisce: “Qualora gli accertamenti tecnici e l’eventuale testimonianza di Ryan confermeranno la tragica fatalità rispetto a quanto accaduto, l’indagine penale risulterebbe in ogni caso utile per il giudizio di affidabilità familiare a tenere contatti col bambino. Atteso che sarebbe stata gravissima condotta quello di portarlo in macchina senza i presidi necessari e permettendo che si buttasse fuori da quest’ultima. Perché avrebbe dovuto farlo?”.
Insomma, stando anche alle dichiarazioni del legale, diverse restano le circostanze da chiarire e da indagare per far luce su questa triste vicenda.
Ieri si sono svolti sull’auto del compagno della nonna gli accertamenti tecnici irripetibili volti ad accertare la presenza di tracce biologiche eventualmente riconducibili ad una qualche colluttazione. Inoltre, questo tipo di analisi, sono state funzionali anche per effettuare prelievi di tipo merceologico.
Fondamentale, quindi, saranno gli esami medico legali sul pigiama indossato dal piccolo Ryan quel giorno. In questo senso, infatti, bisognerà verificare la compatibilità delle ferite e degli strappi proprio sugli indumenti del piccolo rispetto alla caduta e in generale alla dinamica del fatto. Così come fino ad oggi sembra essere sembrerebbero essere ricostruita dalla procura.
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