Il clochard è stato trovato morto da un amico – anche lui senzatetto – nella baracca che lui stesso aveva allestito nei pressi di via Caduti di Nassiryia a Rimini.
La vittima, un 60enne originario della Romania, viveva di piccoli lavoretti ed elemosina. Nel suo Paese natale ha lasciato moglie e figli. In poche ore, quella del 60enne rumeno è la seconda morte di un senzatetto registrata in Emilia-Romagna. Lo scorso 20 dicembre un altro clochard è stato trovato senza vita su una panchina in via San Felice a Bologna.
Un 60enne di origine rumena è stato trovato morto in una baracca di fortuna che lui stesso si era costruito in un campo nei pressi di via Caduti di Nassiriya a Rimini. Ad accorgersi di quanto accaduto è stato un altro clochard, che vive nella stessa zona della vittima. Stando a una prima valutazione del medico legale, il 60enne sarebbe morto assiderato.
Al momento non è certo se la Procura disporrà l’esame autoptico sul corpo dell’uomo. Il senzatetto viveva da diversi anni nel nostro Paese e si manteneva facendo piccoli lavoretti e chiedendo l’elemosina. Nel suo Paese natale ha lasciato moglie e figli. La sua è la seconda morte di un clochard registrata in poche ore in Emilia-Romagna. Lo scorso 20 dicembre, infatti, un altro clochard è stato trovato senza vita su una panchina in via San Felice a Bologna. L’uomo – un 75enne originario di Crotone – viveva in strada e frequentava alcune mense per persone in difficoltà.
Dall’inizio dell’anno sono 378 i clochard – più di uno al giorno – che hanno perso la vita, stando ai dati forniti dalla Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora. Qualche giorno fa questo triste destino era toccato a Mostafa – 19enne di origine egiziana – morto di freddo a Bolzano.
Mostafa aveva 19 anni. Era arrivato in Italia per cercare un lavoro e racimolare qualche soldo da inviare ai suoi familiari rimasti in Egitto. Il suo sogno si è infranto in una notte di freddo. Nei dormitori di Bergamo non c’era posto per lui e Mostafa ha provato a tenersi al caldo con una coperta, che però non è bastata a salvargli la vita. A 19 anni è morto di freddo. Il suo giovane corpo non è riuscito a sopportare le temperature gelide raggiunte nella notte in Trentino – con punte di – 7 gradi. La sua vicenda ha scosso, non poco, le coscienze di chi considera un’assurdità che in una delle città più ricche d’Italia si possa, ancora, morire di freddo.
“Non è stato il freddo a ucciderti ma l’indifferenza, il razzismo e la cattiveria”, è la scritta che campeggiava su uno degli striscioni degli attivisti di Bozen Solidale, la realtà che ha organizzato la manifestazione per ricordare il 19enne egiziano.
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