Si aggiungono tasselli importanti alla ricostruzione del drammatico incidente avvenuto lo scorso giovedì pomeriggio a Santo Stefano di Cadore, provincia di Belluno.
A raccontare quanto accaduto è uno dei due sopravvissuti alla strage, il nonno del piccolo Mattia, 2 anni, che nell’incidente ha perso la moglie, il nipotino e il genero, padre del bambino. Gli unici sopravvissuti sono proprio Lucio Potente 68 anni, e la figlia Elena, mamma del piccolo Mattia. Alla guida dell’auto che ha falciato la famiglia, in vacanza nel bellunese, una donna tedesca di 31 anni, che pare fosse già stata segnalata nei giorni precedenti alla polizia di Bolzano, perché trovata in possesso di oggetti atti ad offendere.
La 31enne è stata arrestata con l’accusa di omicidio stradale plurimo. Il suo cellulare è stato sequestrato, per capire se lo stesse utilizzando al momento dello schianto.
Il racconto del sopravvissuto alla strage di Santo Stefano
«Vorrei essere morto, sarebbe stato meglio così». È ancora sotto shock Lucio Potente, 68 anni, sopravvissuto a un tragico incidente, costato la vita alla moglie, al nipotino di 2 anni, e al genero, papà del piccolo. Non riesce a darsi pace e continua a rivivere quei drammatici istanti, che gli hanno strappato via in un istante gli affetti più cari. Lo scorso giovedì pomeriggio, insieme alla famiglia, stava passeggiando a Santo Stefano di Cadore, provincia di Belluno, quando un’auto – sopraggiunta a forte velocità – li ha falciati mentre camminavano sul marciapiede. I corpi della moglie e del genero sono stati sbalzati una trentina di metri più avanti. I due – Mariagrazia Zuin e Marco Antoniello – sono morti sul colpo. Il nipotino Mattia, che era nel passeggino, è stato trasferito d’urgenza in ospedale, ma non ce l’ha fatta. Troppo gravi le ferite riportate nell’impatto.
Lucio e la figlia Elena sono sopravvissuti per miracolo. Ancora non riesce a capacitarsi che sia ancora vivo, mentre la sua famiglia è stata sterminata. Stesso pensiero della figlia, mamma del piccolo Mattia, che dall’ospedale in cui è ricoverata continua a ripetere di non volere più vivere.
Le indagini e la ricostruzione dell’incidente
Intanto, sono in corso le indagini per ricostruire i drammatici istanti dell’incidente avvenuto lo scorso giovedì pomeriggio. Quel che sembra ormai certo è che l’auto procedesse a velocità elevata – c’è chi parla di 160 chilometri orari – ma saranno i rilievi a confermarlo con certezza. Alla guida della vettura una 31enne tedesca, che pare vivesse nella sua auto e qualche giorno prima era stata segnalata a Bolzano, perché trovata in possesso di oggetti atti a offendere. La 31enne è stata arrestata con l’accusa di omicidio stradale plurimo, mentre il suo cellulare è stato posto sotto sequestro, per capire se lo stesse utilizzando quando ha falciato la famiglia che passeggiava.
“Quell’auto è arrivata di spalle come un missile”
racconta Lucio Potente, che in un attimo ha visto distrutta la sua famiglia.
Stando a quanto riferisce La Repubblica, la donna non sembra aver mostrato alcun segno di pentimento, quando è stata ascoltata dai carabinieri di Belluno. Quell’auto era anche la sua casa. Nell’Audi c’erano abiti sporchi, bottiglie vuote e cibo.