Rispetto a due settimane fa, per la Supermedia, Giorgia Meloni ha visto crescere i consensi del suo partito, Fratelli d’Italia, di una leggera percentuale, che fa tirare comunque un sospiro di sollievo alla presidentessa del Consiglio, la prima donna a ricoprire il ruolo. Un sospiro di sollievo soprattutto perché, alla stessa maniera in cui il suo schieramento è cresciuto, ha perso per strada qualche il pezzo il Pd di Elly Schlein, anche lei la prima donna a ricoprire il ruolo di segretaria dei dem. A crescere di più, specialmente come coalizione, però, è il terzo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, che dopo la lite e il divorzio ha recuperato quasi un punto agli altri.
Non solo, perché Italia Viva dell’ex premier fiorentino, stando a quanto dice la media dei sondaggi, ha anche raggiunto la soglia di sbarramento, segno che, se si votasse ora per il rinnovo del Parlamento, qualche deputato e qualche senatore potrebbero prendere dei seggi anche nei collegi plurinominali. Oltre a loro, e a FdI, sono cresciuti anche il MoVimento 5 stelle e la Lega di Matteo Salvini, mentre il video di Silvio Berlusconi, ancora ricoverato in ospedale, alla convention di Forza Italia non ha dato gli effetti desiderati.
A quattro giorni dalle elezioni amministrative che porteranno alle urne i cittadini di 800 comuni italiani, più che in altre situazioni, gli schieramenti politici devono dare un’occhiata ai sondaggi. Certo, pensare che la vita di piccoli paesi sia legata a doppio filo a quello che si dice a Roma, quindi non tanto alle decisioni che si prendono, forse è un po’ troppo, ma ci sono anche realtà come Ancona, per esempio – in cui Giorgia Meloni è salita sul palco anche di Fratelli d’Italia per sostenere la candidatura Daniele Silvetti -, in cui anche la vittoria di un sindaco del centrodestra (o del centrosinistra) potrebbe dimostrare che quello che si sta facendo in Parlamento, o a Palazzo Chigi è giusto.
Quello che è stato fatto nelle ultime due settimane, per esempio (ancora), ha certamente favorito, secondo la Supermedia di YouTrend per Agi, una piccola crescita del partito della presidentessa del Consiglio. Rispetto al 27 aprile, infatti, il primo partito in Italia alle politiche del 25 settembre (e non solo) ha guadagnato lo 0,2% dei consensi potenziali, portandosi di nuovo molto vicino alla soglia del 29%, precisamente è fotografato al 28,9%.
La buona notizia, che probabilmente è frutto delle decisioni prese nel Cdm del primo maggio che ha licenziato il decreto Lavoro, è anche un’altra, e arriva anche nella settimana in cui c’è stato il primo vero faccia a faccia di Meloni con la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, sulle riforme istituzionali. Se, infatti, da una parte, la premier è riuscita a rosicchiare qualche voto, dall’altra parte dal Nazareno si è perso un po’ di terreno, facendo nuovamente allungare le distanze tra i due schieramenti a favore della leader del centrodestra.
In due settimane, i dem sono risulti essere tra gli schieramenti che hanno perso più consensi – peggio di loro solo Noi Moderati di Maurizio Lupi, di cui parleremo dopo – passando dal 20,5% al 20,3%. È poco, si dirà, eppure no, perché chi insegue (e che prima delle primarie stava ampiamente sopra), come il MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte, ha guadagnato gli stessi decimi di percentuale della premier, arrivando al 16,1% dei consensi.
Anche la Lega del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché uno dei due vice presidenti del Consiglio, Matteo Salvini, è cresciuta dello 0,2% dal 27 aprile, e adesso è fotografata al 9,1%. Tra le fila della maggioranza, che ha visto l’arretramento dello 0,4% del quarto partito che la compone, ora ad appena lo 0,9% dei consensi (sì, stiamo parlando di Noi Moderati), anche quello di Silvio Berlusconi ha perso per strada qualche pezzo. Il video, dall’ospedale e nel solito stile del Cavaliere, girato per la convention di Milano non ha portato a Forza Italia più voti, anzi: dal 7,2%, infatti, gli azzurri sono scesi al 6,9%, potenzialmente molto distanti dal terzo polo.
Ecco, a proposito di quello che era il partito unitario immaginato da Carlo Calenda e Matteo Renzi, ma naufragato per volere di entrambi i leader, avrebbe a oggi lo 0,7% dei consensi e gran parte arrivano proprio dal progetto dell’ex premier fiorentino, Italia viva. Rispetto a due settimane fa, la casa dei riformisti guidata dal direttore editoriale del Riformista ha guadagnato lo 0,6% dei consensi, portandosi al 3% tondo tondo che vorrebbe dire trovare un posto in Parlamento (se si votasse oggi) e non solo attraverso i collegi uninominali. Anche Azione dell’ex ministro dello Sviluppo economico, però, è andata bene, perché dal 4,1% del 27 aprile, è data oggi al 4,3%.
Sotto la soglia di sbarramento, questa settimana, sono finiti dall’alleanza Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni. I due schieramenti che hanno detto di no a qualsiasi proposta di riforma pensata dal governo Meloni, hanno perso quel decimo di percentuale che li ha portati direttamente nel purgatorio del 2,9%. Con fatica, ma anche tanti risultati molto altalenanti, sta provando a risalire la china +Europa di Riccardo Magi, che dal 27 aprile ha rosicchiato uno 0,1% in più attestandosi al 2,2% dei consensi.
Tra chi ha guadagnato e chi ha perso (e non è neanche arrivato a Montecitorio e Palazzo Madama) ci sono poi, rispettivamente, Per l’Italia con Paragone dell’ex senatore pentastellato che è salita dello 0,1% ed è data al 2,1%, e Unione popolare dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che ha perso lo stesso tanto ed è ad appena l’1,3% dei consensi.
Quanto ai voti delle coalizioni, secondo la Supermedia, il centrodestra ha perso più consensi del centrosinistra nonostante la crescita di Meloni (e Salvini). Dal 46,1% di due settimane fa, i partiti della maggioranza di governo hanno perso lo 0,4%, scendendo al 45,7% di oggi. La coalizione guidata da Schlein, dal canto suo, ha visto i consensi diminuire dello 0,3% e arrivare al 25,4%. Del MoVimento 5 stelle abbiamo già detto, così come del terzo polo, che ora è dato al 7,7%, un passo in avanti, specie dopo che il progetto dei due ex dem è sfumato in un nulla.
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