Rispetto a due settimane fa, al 2 marzo per la precisione, il Partito democratico della nuova segretaria, la prima donna, Elly Schlein nella Supermedia di YouTrend per Agi ha guadagnato più di tre punti sia dai primi della classe, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che ha perso tanto, forse anche per la gestione dei migranti, e altrettanti anche nei confronti del MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte.
Oltre al Pd, gli unici schieramenti a prendere qualche percentuale in più sono la Lega di Matteo Salvini, il terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi e, nelle retrovie, Per l’Italia con Paragone dell’ex senatore pentastellato e Noi Moderati di Maurizio Lupi, la quarta forza della maggioranza di governo. Tutti gli altri, chi più, chi meno (e quelli a perdere di più sono comunque i meloniani e i grillini, dicevamo), hanno ceduto qualcosa, alcuni proprio alla compagine del Nazareno.
Per la quarta settimana di fila, il Partito democratico è cresciuto nei sondaggi. Se la prima settimana in questione, quella del 24 febbraio, era un effetto delle primarie che si avvicinavano, da quella successiva, e anche oggi, il boom del Nazareno si può affibbiare solo a una persona: Elly Schlein, la nuova segretaria dei dem, che anche mercoledì nel primo faccia a faccia con Giorgia Meloni nel question time alla Camera ha saputo tenere testa alla presidentessa del Consiglio e leader del primo partito in Italia.
L’obiettivo della deputata, senza mascheramenti di sorta, è proprio quello di rubare voti ai diretti concorrenti e quindi a Fratelli d’Italia e al MoVimento 5 stelle, un obiettivo che, per altro, sta riuscendo a raggiungere. Secondo la Supermedia di YouTrend per Agi, infatti, rispetto al 2 marzo, il Pd è cresciuto del 2% arrivando a ottenere il 19,2% dei consensi potenziali, appena (si fa per dire) il 10% in meno rispetto allo schieramento della premier, che ha perso, invece, l’1,2% in queste due settimane.
In effetti, non sono stati giorni facile per Meloni, stretta tra la volontà dei suoi colleghi della maggioranza, ma anche continuamente chiamata in causa dalle opposizioni per quello che è successo a Cutro, proprio lo stesso giorno in cui i gazebo hanno incoronato Schlein come la prima leader donna dei dem. E quindi, i consensi sono calati, fino ad arrivare al 29,2%.
Ma se Atene piange, Sparta non ride, e anche i pentastellati, guidati da Giuseppe Conte, hanno perso più di qualcosa in queste due settimane in cui il Partito democratico l’ha fatta da padrone. Dal 2 marzo a oggi, l’M5s ha perso l’1,1% dei consensi ed ha raggiunto il 15,9% del totale, che lo allontana ancora di più dai dem, probabilmente gli artefici di questa importante perdita per i grillini.
Qualcun altro, però, oltre al Pd è riuscito a ottenere un segno più davanti al numero della variazione. Sono la Lega di Matteo Salvini, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che proprio ieri ha vinto la battaglia storica (anche di Silvio Berlusconi) per il ponte sullo stretto di Messina, ma ancora non è riuscito a far riapprovare i suoi decreti “contro” l’immigrazione, e il terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, che fin da subito si sono posti come interlocutori per gli elettori più moderati dei democratici dopo la vittoria a sorpresa di Schlein. Entrambi hanno preso lo 0,4% e si sono portati rispettivamente al 9,2% e al 7,6% dei consensi.
Chi ha perso ancora, invece, è Forza Italia del Cavaliere, sempre piuttosto oscillante tra il segno meno e il segno più. In queste due settimane, gli azzurri di Berlusconi hanno perso lo 0,2% e sono scivolati al 6,9% totale, che li tiene ancora distanziati dai due ex Pd, molto spesso, tra l’altro, accusati di votare come la destra.
Anche le percentuali dell’alleanza Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni hanno subito una variazione in basso, ma, com’è stato ed è per il MoVimento 5 stelle, l’effetto della perdita è probabilmente dovuto all’ascesa della segretaria del Pd. I rossoverdi hanno perso lo 0,3% (ed è la perdita più consistente dopo quella di Fratelli d’Italia e, appunto, dei pentastellati) e sono arrivati giusto giusto a quella soglia di sbarramento del 3%, che per +Europa di Riccardo Magi (uno dei più “cattivi nell’opposizione a Meloni sul tema migranti) è un’utopia.
Se alle elezioni politiche gli ex radicali sono rimasti fuori di un soffio, eleggendo solo il neo segretario e quello “vecchio”, Benedetto Della Vedova, nei collegi uninominali, la situazione ora sarebbe molto più complicato perché, con ancora lo 0,1% in meno, sono arrivati al 2,3% totale. Vicinissimi a Per l’Italia con Paragone dell’ex giornalista e senatore a Cinque stelle, che è di fatto l’uomo che, dopo il Pd, ha guadagnato più consensi in due settimane. Dall’1,9% del 2 marzo, Gianluigi Paragone, è fotografato ora dalla media dei sondaggi analizzati da YouTrend per Agi al 2,2%.
A chiudere i giochi, poi, ci sono Unione Popolare dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che ha perso lo 0,2% ed è ora ad appena l’1,5% dei potenziali voti e, ancora, Noi Moderati di Maurizio Lupi, di fatto la quarta forza che sostiene il governo di Meloni. I centristi, assieme al Carroccio, sono l’unico schieramento della maggioranza che in due settimane ha guadagnato qualcosa, qualcosina meglio: dall’1% tondo del 2 marzo, sono fotografati ora all’1,1%.
Quanto alle coalizioni, per lo meno quello che si sono presentate insieme alle elezioni del 25 settembre, il centrodestra, ora al 46,4%, ha perso in due settimane lo 0,9% totale, ovvero quasi un punto percentuale. Per contro, invece, quella del Pd, ovvero del centrosinistra che è al 24,4% (quindi molto lontana da quella guidata da Meloni), ma ha anche recuperato dal 2 marzo l’1,8%. Se, poi, si unissero tutte le opposizioni in un unico fronte, quello del cosiddetto campo largo così come era stato pensato dal predecessore di Schlein, Enrico Letta, si arriverebbe al 47,9% dei consensi, e sì, la musica cambierebbe di parecchio. Peccato che anche quello, a parte che per pochi temi, è un’utopia, o forse no?
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