La Ue propone le regole che le consentiranno di assumere poteri speciali in particolari situazioni di crisi.
La Ue vuole avere gli strumenti con cui rispondere se, ancora una volta, un’emergenza capovolgerà il mercato unico. Per questo ha approvato questo lunedì una proposta di regolamento e un’altra di direttiva, che contempla la possibilità giuridica che l’Esecutivo comunitario possa assumere poteri speciali al momento opportuno, indicando alle aziende priorità nella produzione, accelerando le consegne nel caso di alcune industrie, richiedendo informazioni o stabilendo riserve strategiche di beni essenziali.
“Abbiamo bisogno di nuovi strumenti che ci consentano di reagire rapidamente e collettivamente. In modo che ogni volta che affrontiamo una nuova crisi, possiamo garantire che il nostro mercato unico rimanga aperto e che i beni vitali rimangano disponibili per proteggere gli europei”, ha affermato Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione liberale.
L’approccio della Commissione non copre tutti i settori economici, poiché esclude quelli già disciplinati da altri regolamenti per quando si verificano situazioni di emergenza. In altre parole, le nuove normative, una volta passati attraverso il filtro degli organi legislativi dell’Unione Europea (il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’UE), non riguarderanno i semiconduttori, che sono già regolati dalla Legge sui Chip, e macchine mediche o in materia di sicurezza alimentare.
“Nelle crisi degli ultimi anni, abbiamo lavorato duramente per preservare il buon funzionamento del mercato unico, mantenere aperte le nostre frontiere e catene di approvvigionamento e garantire la disponibilità di prodotti e servizi. Ma dobbiamo essere più preparati per anticipare e rispondere alla prossima crisi.
Invece di fare affidamento su azioni improvvisate, lo SMEI (Strumento di emergenza per il mercato unico) garantirà un migliore coordinamento con gli Stati membri, aiuterà a prevenire e limitare l’impatto di una potenziale crisi sulla nostra industria e sulla nostra economia”, ha aggiunto il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton.
Questo strumento prevede la creazione di due situazioni di allerta. La prima è la chiamata di sorveglianza, che verrebbe attivata con una decisione della stessa Commissione Europea e consentirebbe il monitoraggio delle filiere di beni e servizi ritenute di importanza strategica. È consentita anche la creazione di riserve di questo tipo di prodotti e, inoltre, l’agevolazione degli appalti pubblici per questo.
Questa situazione potrebbe durare sei mesi e potrebbe essere mantenuta o disattivata, sebbene il processo di attivazione sarebbe soggetto a revisione da parte dei partner della comunità. Il livello successivo, quello di emergenza, verrebbe raggiunto con una decisione del Consiglio dell’UE, ovvero degli Stati membri su proposta della Ue.
Si sarebbe raggiunto quando si fosse saputo che la crisi avrebbe potuto avere un forte impatto sul mercato unico. A questo punto sono previste misure quali la restrizione della libera circolazione di persone, beni e servizi all’interno dell’UE stessa, la richiesta di trasparenza da parte degli Stati membri nelle loro informazioni e, in ultima istanza, la richiesta di dare loro la priorità alle richieste che pervengono loro dal settore pubblico e, se rifiutano, lo giustificano con motivi convincenti. Come nel precedente livello di allerta, la sua durata sarebbe di sei mesi e potrebbe essere estesa o meno a seconda delle circostanze.
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