La Vergine delle rocce di Leonardo nasconde un segreto: c’è un cane oltre la siepe

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Ancora misteri sul genio da Vinci: la Vergine delle rocce di Leonardo nasconderebbe un segreto, un cane al guinzaglio oltre la siepe come simbolo di corruzione del Papato. La scoperta, frutto di uno studio compiuto da Roberto Biggi, ricercatore del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, è stata annunciata da Silvano Vinceti, presidente del comitato nonché storico dell’arte, grande appassionato dell’opera di Leonardo (è stato lo stesso Vinceti a parlare, nell’aprile del 2016, del volto androgino nascosto nella Gioconda). Secondo la tesi espressa dai due studiosi, il cane nascosto tra le foglie consente di leggere l’opera in modo diverso, come un atto d’accusa del pittore toscano contro la corruzione del Papato dell’epoca.

La prima versione della Vergine delle rocce, il capolavoro di Leonardo custodito nel museo parigino del Louvre, sarebbe un atto di accusa dell’artista nei confronti della Chiesa del suo tempo. Leonardo, infatti – la cui opera suscita da sempre grande fascino per i ‘messaggi’ e i ‘codici’ nascosti tra le figure – avrebbe inserito tra le fronde, alle spalle della Vergine e di San Giovanni Battista, un cane tenuto al guinzaglio. La scoperta è stata fatta grazie all’uso comparato di nuove tecnologie e strumenti molto semplici (lenti d’ingrandimento speciali e tecniche di photoshop avanzate) che hanno consentito un’analisi dettagliata del dipinto, attraverso una serie di scomposizioni, sovrapposizioni e ricomposizioni.

In questo modo, ha spiegato Vinceti, l’opera di Leonardo offre una visione diversa rispetto a quella tradizionale, dato che il cane emerso dal dipinto confermerebbe i concetti espressi dall’artista nell’opera dal titolo Trattato di Pittura. Sulla scia di queste interpretazioni il cane al guinzaglio diventa ‘il simbolo dell’uomo che deve obbedire a Dio’ e conferma la tesi che vuole Leonardo portatore di una religiosità rigorosa e intimamente assai sentita. Non solo.

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Le considerazioni di Vinceti si basano anche su un altro fatto: le opere di Leonardo, argomenta lo studioso, sono spesso state interpretate e spiegate da un punto di vista tecnico e pittorico ‘ma è sfuggito il fatto che l’artista, attraverso la composizione dei suoi dipinti, realizzi una narrazione ed esprima un pensiero che si fa immagine’. E, considerando che all’epoca era piuttosto difficile – se non impossibile – esprimere certe critiche nei confronti della Chiesa, va da sé che talune considerazioni potevano farsi solo utilizzando il linguaggio iconografico.

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Il cane nascosto nella Vergine delle rocce di Leonardo, dunque, è un preciso atto d’accusa nei confronti del Papato dell’epoca, che preferiva il potere temporale a scapito di quello spirituale. La ‘protesta’ del pittore si concretizza così attraverso il suo stesso dipinto col quale esprime il suo pensiero più intimo manifestando ‘la richiesta di un rigoroso Cristianesimo che riprenda l’esempio di Dio’ – ha concluso Vinceti – così come espresso nei Vangeli.

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