Una videocamera che registra all’infinito senza necessità di ricaricare la batteria dato che una vera batteria non ce l’ha? Non è fantascienza, ma realtà grazie a un progetto dei ricercatori della Columbia University che hanno messo a punto questo dispositivo speciale che va a utilizzare proprio la luce non soltanto per “impressionare” un’immagine, ma anche per trarre energia. Come funziona? Le normali camere lavorano usando fotodiodi ossia semiconduttori che convertono la luce in corrente; le celle fotovoltaiche lavorano in un modo molto simile. Da qui l’ispirazione (dopo il salto anche un video di test).
Le celle fotovoltaiche, dunque, utilizzano la luce non per costruire una figura ma per produrre energia dunque i due processi si possono considerare piuttosto simili e equiparabili, tanto che potrebbero andare a collidere in un singolo dispositivo che possa utilizzare la medesima strada per raggiungere due obiettivi differenti, seppur così strettamente legati. “Sono stati già tentati alcuni processi simili con sensori di immagine arricchiti nel passato – spiega il professor Shree K. Nayar a capo del team – tuttavia il nostro prototipo è il primo che può autoalimentarsi e registrare anche immagini in modo completo e funzionante“. Come? Ecco un video di prova:
Insomma, da un lato catturano immagini e dall’altro anche luce per l’alimentazione: il sensore è di dimensioni piuttosto esigue e dunque anche la qualità non è eccezionale, dato che si ferma a 30 x 40 pixels, ossia appena 0.0012 megapixel (in confronto, Samsung Galaxy S6 ha un sensore da 16 megapixel) tuttavia si tratta del primo step verso una produzione reale. Il sensore può essere incastonato all’interno di un corpo compatto ottenuto da una stampante 3D e il funzionamento è semplicissimo.
C’è un pulsante che si preme e avvia sia la registrazione sia la raccolta energetica. Teoricamente si potrebbe anche utilizzare questo sistema di produzione anche per ricaricare altri dispositivi come smartphone o tablet. Le possibili applicazioni sono molteplici come ad esempio videocamere di sorveglianza CCTV in zone non così ben servite dalla corrente; dispositivi indossabili, dispositivi connessi e usi industriali. E poi, in futuro, anche per l’utenza più consumer.
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