La battaglia sul referendum costituzionale è appena iniziata e già i toni vanno oltre. Così, mentre ancora infuria la polemica sul titolo delle “cicciottelle”, il Fatto Quotidiano apre la prima pagina dell’edizione cartacea con un articolo dedicato a Maria Elena Boschi, accompagnato da una vignetta sessista sulle cosce. Nel voler fare un gioco di parole, Riccardo Mannelli, vignettista del quotidiano di Marco Travaglio dal 2010, prende di mira la ministra, disegnandola seduta con la gonna a scoprire le gambe. Una bruttissima caduta di stile per il giornale che, in un articolo del febbraio 2014, si scagliò contro il “sessismo del governo Renzi“, reo di aver scelto delle donne come ministri pur di camuffare una presunta incapacità a governare (“Il sessismo del governo #Renzi” a firma della blogger Eretica, 23 febbraio 2014).
“È quella strana cosa per cui guardi una persona e la valuti, la offendi, la giudichi, la fotografi, la definisci, per il suo sesso e per il ruolo di genere che le imponi“, scriveva allora l’autrice dell’articolo dando una definizione perfetta del sessismo.
Due anni dopo, è lo stesso giornale a usarlo per attaccare la ministra delle Riforme. Non è neanche la prima volta che il quotidiano di Travaglio si scaglia contro la Boschi in quanto donna, anzi. Lo stesso direttore qualche mese fa finì nell’occhio del ciclone per un editoriale in cui scriveva che la ministra era “trivellata dai magistrati di Potenza“. Situazione che è peggiorata nel luglio scorso quando in un articolo già pessimo nel titolo (“Ma papà ti manda sola?“) le consigliava di parlare di cellulite, prova costume, maternità o di fidanzati e non di riforme.