Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, durante la conferenza organizzata a Sintra, ha rilasciato importanti dichiarazioni circa i nuovi aumenti che interesseranno l’inflazione nei prossimi mesi. Dal tradizionale simposio organizzato dietro le colline di Lisbona, la presidente della Bce ha lanciato un appello alle aziende affinché venga utilizzato un margine di profitto in maniera tale da contenere l’inflazione.
Gli esponenti del governo italiano criticano duramente le dichiarazioni della presidente della Banca centrale europea, chiedendo un incontro il prima possibile con il rappresentante italiano nel board della Bce per discutere il problema e analizzare soluzioni.
Durante la conferenza tenutasi a Sintra, la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha confermato l’aumento dei tassi dal mese di luglio e che purtroppo l’inflazione continuerà a esserci per ancora molto tempo.
Lagarde, tra le colline dietro Lisbona ha anche toccato il tasto inerente alla greedflation, cioè una inflazione prodotta dai venditori e quindi, dalle aziende. Secondo la presidente della Bce, se le imprese non cesseranno di di scaricare l’aumento dei tassi sui consumatori, i prezzi potrebbero salire fino al 3% entro il 2025.
“Gli shock che stanno alimentando l’inflazione si trasmettono all’economia a fasi perché diversi agenti economici si scaricano i costi a vicenda”.
Queste le parole di Lagarde, la quale ha spiegato che dall’inizio del 2022 il livello di prezzi sia aumentato dell’11%.
Dopo le dichiarazioni della presidente della Banca centrale europea, gli esponenti del governo italiano hanno criticato duramente quanto espresso da Lagarde durante la conferenza tenutasi a Sintra, chiedendo un incontro il prima possibile con il rappresentante italiano nel board della Bce per discutere il problema e analizzare soluzioni.
“Quella annunciata da Christine Lagarde è una scelta insensata e dannosa, anche perché l’inflazione è stata causata dai prezzi dell’energia”.
Queste le dure parole dichiarate dal vice premier Matteo Salvini, il quale spiega che con tali misure non si favorisce la crescita ma andrà a scagliarsi sempre più con famiglie e imprese. Della stessa linea d’onda anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
“Noi soffriamo di un’inflazione che non è dovuta a un fatto interno come negli Usa, allora sì che lì è giusto aumentare i tassi di interesse, ma la nostra inflazione è derivata da una questione che riguarda le materie prime, in modo particolare a causa della guerra che c’è ai nostri confini”.
Queste le parole di Tajani durante il suo intervento al congresso Confsal, spiegando che tale aumento potrebbe portare a una recessione e questo non deve accadere.
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