Qual è lo stato di salute dei laghi salati della Terra? Non molto buono, anzi, a bando gli eufemismi, stanno messi abbastanza male. I laghi salati a rischio scomparsa come il celebre lago d’Aral si moltiplicano infatti sempre di più, sottoposti a forte stress a causa dello sfruttamento dell’uomo. I laghi salati rivestono un ruolo essenziale sia per noi che per le altre biodiversità presenti nell’ambiente circostante, ma la verità che emerge dagli studi più recenti è che tutti i principali bacini idrici di questo tipo si stiano sensibilmente riducendo. Vediamo allora la mappa delle criticità più gravi, le cause e l’importanza che rivestono i laghi salati a rischio scomparsa nel nostro pianeta.
Oltre al già citato lago d’Aral in Asia, che appare oramai completamente prosciugato dopo un attento monitoraggio satellitare effettuato a intervalli regolari tra il 25 agosto 2000 e il 22 agosto 2017, altri bacini appaiono in una situazione di forte stress: tra essi citiamo il Grande Lago Salato, nello Stato americano dello Utah, il Mar Morto tra Giordania e Israele, il Lop Nur in Cina e il Poopò in Bolivia. Per alcuni di essi da anni si provano a cercare soluzioni: ad esempio per il cosiddetto Mar Morto sono state studiate diverse soluzioni per rialzare il livello del lago, tra cui una molto contestata dagli ambientalisti che vedrebbe un collegamento col Mar Rosso da sfruttare anche in chiave di energia idroelettrica. Il Lop Nur nell’area nord-occidentale della Cina, al confine con la Mongolia, attualmente si presenta come un letto lacustre incrostato di sale, e per decenni è stato utilizzato come sito per test di esplosioni nucleari sotterranee e atmosferiche, mentre il Poopò boliviano si è quasi interamente prosciugato a seguito di un lungo periodo di siccità causato dai cambiamenti climatici, combinata con le deviazioni effettuate per le attività antropiche. Se l’aumento delle temperature indubbiamente contribuisce alla scomparsa di questi laghi salati, gli studi più recenti non hanno dubbio a puntare il dito principalmente contro l’uomo per la gravità della situazione.
Un recente studio pubblicato su Geoscience Nature, prendendo in considerazione in particolare il Grande Lago Salato oltre che altri bacini idrici simili del pianeta, mostra come la continua estrazione d’acqua sia la ragione principale del declino idrometrico dei laghi salati: il bacino dello Utah negli ultimi 160 anni è diminuito di oltre tre metri e mezzo e la sua superficie si è ridotta del 50 per cento, una situazione destinata a peggiorare, visto che lo Stato non ha in programma di arrestare l’attività estrattiva, e certo un Presidente come Donald Trump, che sin dal suo insediamento ha dimostrato scarsa importanza alle questioni ambientali, difficilmente farà pressioni per ribaltare la situazione. Eppure questo lago è anche un importante sito turistico, generando 1,32 miliardi di dollari l’anno di ricavi: dovrebbe essere loro interesse la tutela di questo sito idrico.
L’uso insistito dell’acqua in campo agricolo è la vera ragione del rischio scomparsa dei laghi salati: c’è un problema di sprechi oltre che di necessità per le colture, tanto che alcuni provano a ragionare sulle possibilità di un’agricoltura senz’acqua per diminuire anche la pressione sui laghi salati. Secondo Wayne Wurtsbaugh, uno degli autori dello studio sopra citato, le attività agricole tradizionali sono responsabili del 60 per cento circa dei prelievi d’acqua ai bacini idrici studiati: dunque se certamente i cambiamenti climatici e l’aumento della temperatura media globale, che sono comunque figlie anche delle intense attività umane, vanno inserite nelle liste delle ragioni, la causa principale della scomparsa dei laghi salati è da rintracciare nello spreco d’acqua, che ha un impatto ambientale enorme. Per modificare la situazione bisognerebbe intervenire anche sulle nostre abitudini alimentari, con mutamenti radicali nella produzione e sul modo di concepire il cibo, dove gli sprechi alimentari sono l’ultimo anello, ma non meno importante, di una lunga catena di errori ed abitudini sbagliate che hanno condotto alle attuali criticità ambientali.
Esistono molteplici ragioni per cui i laghi salati sono importanti: abbiamo già accennato al ruolo cruciale che svolgono da un punto di vista economico per la nostra quotidianità, e di come il suo sfruttamento intensivo a fini egoistici sia da imputarsi come il principale responsabile del grave stato di sofferenza in cui versano. Ma a dispetto dell’alta salinità, che rende complicata la vita per la fauna acquatica, i laghi salati tornano utili a molti animali, come ad esempio gli uccelli migratori: per loro i bacini fungono da punto di sosta, pertanto lasciarli a secco significa in qualche modo distruggere un habitat naturale essenziale per la loro sopravvivenza, come decisivo è sempre stato secondo la scienza il ruolo dei laghi salati per affievolire gli effetti del riscaldamento globale. Infine i laghi salati quando sono ricolmi fungono da barriera contro le tempeste di sabbia, le cui polveri, quando il letto è a secco come nei casi descritti, procurano malattie respiratorie alle popolazioni limitrofe. Sono dunque davvero tante le ragioni per cui i laghi salati sono importanti per l’ambiente e la nostra sopravvivenza, e il loro inarrestabile declino procede nella sostanziale noncuranza del mondo dei media, e dunque nell’indifferenza dell’opinione pubblica globale.
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